Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 10.1901

DOI Artikel:
Ghirardini, Gherardo: La situla italica primitiva studiata specialmente in Este, [3]
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.9303#0104

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
195

LA SITULA ITALICA PRIMITIVA

196

B, D (fig. 14, 16). Ancorché gli animali non allunghino
sempre il collo, nè abbassino la testa, ma la tengano
in posizione naturale, hanno ordinariamente in bocca un
ramoscello più o meno stilizzato, il quale ha un signi-
ficato analogo alla gamba, che sta divorando la belva
feroce.

Quello, che si è detto dei cervi (rappresentati spesso
anche ne' monumenti greci senza le corna e determi-
nati per cerviatti o cerve), si può ripetere press' a
poco della capra della situla A, come degli stambecchi
della situla C, de' coperchi B e D, della cista di Mo-
ritzing (fig. 45) e della situla di Watsch (fig. 48, 49).
Anche gli stambecchi si hanno in uno degli scudi cre-
tesi (') ; sono assai frequenti in que' vasi greci orien-
talizzanti, ai quali abbiamo attinto materia precipua
delle nostre comparazioni, e in particolar modo carat-
teristici de' vasi rodii (cfr. fig. 44) (2), ove hanno
spessissimo il capo chino in atto di pascere.

Del resto anche il sopra indicato motivo proprio
degli animali selvatici delle nostre situle, della pian-
ticella o del fiore, che esce dalla loro bocca, ricorre
su vasi dipinti (3) e su vasi etruschi incisi, che ri-
salgono a prototipi greco-orientali (4). Ma il rapporto
più singolare per il fiore tenuto orizzontalmente in
bocca dal quadrupede è offerto dal magnifico pettorale
d'oro di Cere (5).

Le bestie selvatiche predominanti nella situla C
e ne' coperchi B e D, che imprimono alle rappresen-
tazioni un carattere naturalistico ben rispondente alle
figurazioni zoomorfiche de' vasi rodii, abbiamo veduto
come nelle situle Capodaglio E-H (tav. II), e ne' cin-
turoni atestini si riducano ordinariamente ad un solo

(') Museo ital., II, tav. IX.

(2) Cfr. Salzmann, op. cit, tav. XXXII, XXXVII, XLIV.
Flinders Petrie, Naukratis, I, tav. V, VI; Pottier, op. cit.,
tav. 12, A, 314-317. Jahrbuch, I, p. 138, n. 2973; p. 139,
n. 2931, 2939; p. 140, n. 2944. Vedi anche altri vasi presso
Bolhau, Aus ion. uni. ital. Nekrop., p. 57, fig. 29; p. 87,
fig. 38-40; p. 88, fig. 42. Esempi numerosi ricavati dai vasi
protocorinzì e dalle anfore tirreniche sono recati dall' Orsi,
Megara Hyblaea nei Mon. aut., I (1892), col. 813, nota 2.

(3) Cfr. Karo, op. cit., p. 16, num. 2; p. 18.
(*) Cfr. p. es. Campanari, op. cit., tav. II.

(5) Cfr. Grifi, Monum. di Cere, t. I; Mus. etr. greg., I,
tav. LXXXII, LXXXIII; Helbig, Fuhrer durch die Sammlun-
gen klass. Altertiimer 2, II, n. 1400, p. 384. Il Maury accennò
pure a questo importante confronto. Journal des savants, 1882,
p. 539.

tipo, che ha talvolta l'aspetto di cerviatto, talvolta,
anzi più sovente, di lepre e che s'alterna con una figura
di uccello.

La struttura di questi quadrupedi trova parimenti
riscontro in un gruppo un po' inoltrato de' vasi rodii
(cfr. fig. 55, 56). Delle gambe anteriori e delle poste-
riori è rappresentata una sola : e quella dinanzi è di-
stesa quasi orizzontalmente (').

Un altro peculiar motivo della composizione di
queste figure di quadrupedi è quello di torcere spesso
dietro a sè la testa. Anche questo motivo, la cui appli-
cazione prima in Grecia rimonta sino all'età micenea,
ha in origine carattere naturalistico, ricorrendo special-
mente in scene di caccia (2), in cui l'animale inseguito
si volge spontaneamente indietro verso l'assalitore; ma
diventa più tardi un mero motivo di convenzione e
d'indole decorativa. Tale ci apparisce specialmente nel
gruppo, testé ricordato, di vasi rodii (3), uno de' quali
diamo qui riprodotto (fig. 55) ; e tale lo abbiamo
anche nel pettorale d'oro (4) e in lamine di bronzo
del Museo Gregoriano provenienti dalla tomba ceretana
Regulini-Galassi (5).

Le figure degli animali selvatici (cerviatti e lepri)
ridotti a questo tipo unico sono, abbiamo detto, nelle
situle E-H (tav. III) e nella maggior parte dei cinturoni
estensi, alternate con figure di uccelli. Anche nella si-
tula Benvenuti A ricorrono figure di uccelli (fig. 2). Ne
abbiamo veduto due, uno di grosse proporzioni e col

(•) V. l'osservazione del Furtwàngler sulle rappresentanze
rodie, di cui si tratta: Jahrbuch des Inst., I, p. 140. « Nach
hàufìgem Gebrauche in dieser Vasengattung ist von den Tieren
immer nur eine Vorder-und Hinterbein dargestellt; bei Tieren,
die ira Galopp laufend gebildet wurden, war dies nicht unbe-
rechtigt, da sich dabei die Beine im Profil gesehen decken ».

(2) Perrot e Chipiez, op. cit., VI, p. 829, fig. 408; p. 839,
fig. 420; p. 840, fig. 424; tav- XVIII. Ma già nella stessa età
micenea si usa il motivo senza questa significazione per ra-
gioni di spazio o decorative: p. es. tav. XVI, fig. 1, 6, 7, 11,
13, 14; p. 801, fig. 374; p. 829, fig. 408; p. 845, fig. 428,
n. 11.

(3) Journal of. /dell. Studies, VI. p. 18G. Jahrbuch des
Inst., I, p. 139, n. 2939, 2931 e p. 140, n. 2944, (che è quello
riprodotto dalla nostra fig. 55).

Vedi anche due frammenti di vasi della necropoli samia:
Bòhlau, Aus. ion und ital. Nekrop., tav. X, fig. 13 ; tav. XII,
fig. 4.

(<») Cfr. col. 195, nota 5.

(5) Grifi, Monum. di Cere, tav. VI fig. 6-8. Museo Gre-
goriano, I, tav. XVII. Cfr. Helbig, Fiihrer, cit., II, n. 1314.
p. 355.
 
Annotationen