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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 10.1901

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Ghirardini, Gherardo: La situla italica primitiva studiata specialmente in Este, [3]
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https://doi.org/10.11588/diglit.9303#0105

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STUDIATA SPECIALMENTE IN ESTE

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becco adunco disposto in fila col leone e col Centauro
della prima zona; un secondo di piccole proporzioni li-
brato nello spazio dinanzi allo stesso Centauro. Quattro
uccelli in varia positura ornano il centro del coperchio
B (fig. 14). E finalmente uccelli di specie apparente-
mente acquatica (oche) si hanno nella situla I con le
Sfingi e i leoni (tav. III).

Gli uccelli appaiono nei monumenti greci, e dello
stile miceneo e del geometrico e dell' ionico asiatiz-
zante. Di quest' ultimo stile li abbiamo come figure
principali disposte in fila insieme coi quadrupedi o
soli ('). I vasi rodii in particolare (cfr. fig. 54) (2) ci
offrono una specie di uccelli acquatici (oche) assai
affine a quelle, che trovammo sulla situla I (tav. III).
Si hanno poi figure accessorie di volatili di piccole
proporzioni disposte per riempitivo degli spazi ad ali
spiegate, di prospetto come di profilo. E gli esempi
greci arcaici di stile asiatizzante sono così numerosi
e così noti, che non mette conto rintracciarli.

È invece da notarsi in coteste figure di uccelli,
nelle situle P-H la trattazione convenzionale della
coda. Già nelle situle A ed I essa era dispiegata a ven-
taglio ; ma in quasi tutte le altre E-H (tav. II) si
confonde veramente con una palmetta, non mancando
neppur le volute.

Anche di codesta stilizzazione delle code degli
uccelli offre qualche raro esempio la solita famiglia
de' vasi greci, cui abbiamo ricorso per i nostri ri-
scontri. Uno di codesti esempì è offerto da un' oinochoe
di Orvieto (3). Anche lì essi hanno code dispiegate a
semicerchio, a guisa di flabello o di palmetta, cui
non mancano che le volute. 11 Bohlau (4), osservando
la forma di codeste code, la disposizione delle teste e
il disegno del petto sporgente, pensa che i volatili ivi
figurati siano per avventura pavoni: sorta di uccelli
originari della Siria, dalla quale potrebbe credersi
provenissero i lavori metallici, che servirono di mo-
dello alla ceramica a fondo nero. Tale provenienza

(1) P. Pottier, tav. 8, A 117, A 151 ; tav. 10, A 286; tav. 12,
A 314, A 315: tav. 13, A 328, A 335; tav. 32, D; 125; tav. 33,
D 143. Conze, Melische Thongefàsse, tav. IV. Bohlau, op. cit.,
tav. XI; p. 99, fig. 48; p. 102, fig. 53, p. 103, fig. 55,

(2) Vedi anche gli altri esemplari dati dal Pottier a tav. 12
e indicati nella nota preced.

(3) Bohlau, Aus ion. uni. Hai. Nekrop., p. 103, fig. 55.
(*) Ibid., p. 103, 104.

concorderebbe coi dati dell' epos sulla origine della
corazza di Agamennone.

La congettura del Bohlau, per quanto ingegnosis-
sima, non mi persuade. Egli stesso confessa che rimane
dubbiosa per il deforme aspetto di questi animali. A
noi sembra anzitutto che la loro struttura non autorizzi
a interpretarli per pavoni ; in secondo luogo osserviamo
che questa forma di ali stilizzate a mo' di palmette non
è più stranamente isolata, comparendo, senza che si
possa dubitare che sia così foggiata per mera conven-
zione di stile, e su di un bucchero nero e sulle nostre
situle atestine, vale a dire su monumenti direttamente
connessi appunto con quei prodotti metallotecnici, che
il Bohlau riguarda come prototipi de' vasi eolici a
fondo nero da lui studiati.

Il vaso di bucchero con sopporto della raccolta
Campana, ora al Louvre (') ha incisi intorno al ventre
quattro uccelli, le cui code hanno veramente forma
di palmette con le relative volute, precisamente si-
mili alle code delle figure d' uccelli delle nostre si-
tule. Non v' ha dubbio sulla comune derivazione
di siffatto motivo da prototipi della metallotecnica
ionica.

La stilizzazione convenzionale delle forme nelle
figure d' animali delle situle si rivela in un altro par-
ticolare, di cui abbiamo pure la prova che apparte-
neva al repertorio formale della decorazione ionica.
Alludo alle linee spirali, con le quali sono segnati
gli omeri e le coscie di certe figure in talune situle,
C, E, F, H (tav. I, II, fig. 1, 2, 3), e in uno de'co-
perchi, B (fig. 14) di Este. Ora, codeste medesime linee
spirali si hanno ne' vasi della famiglia ionica, adoprate
per designare spalle e coscie di quadrupedi (2). Ne sono
prova una oinochoe fìttile protocorinzia (3), uno skyphos
di Olimpia (4), vari vasi di fabbrica italica, quali la
grande olla di Veio sopra ricordata (5), e un cantharos
della necropoli di Narce (fig. 59).

L' animale rappresentato su questo cantharos con
le linee spirali sull' omero e sulle coscie, alle quali
abbiamo rivolta ora l'attenzione, è il cavallo: il ca-

(>) Pottier, op. cit., tav. 28, C 664.

(2) Karo, De arte vaso., p. 4.

(3) Mon. delVInst., IX, tav. V.
(«) Olympia, IV, tav. LXIX.

(5) Campanari, Descrizione, ecc, tav. I.
 
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