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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 10.1901

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Ghirardini, Gherardo: La situla italica primitiva studiata specialmente in Este, [3]
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https://doi.org/10.11588/diglit.9303#0108

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203

LA SITULA ITALICA PRIMITIVA

204

di Tebe, sotto alle figure dei leoni e dei Centauri (').
Sono palmette irregolari, in cui le foglie spuntano al
di sopra de' rami avvolgentisi a spira. Si riscontri
anche con queste ultime palmette la pianta della situla
che sorge accanto all' uccello rapace nella prima zona
(fig. 2).

Le forme 2 e 3 della cista chiusina (fig. 63) hanno
una decisa analogia con le corrispondenti della si-
tula A (fig. 64).

La prima è una palmetta a più foglie dal tronco
incurvato; la seconda ha parvenza di fiore, ma non è
che una varietà dell' altra forma, con una sola foglia o
bottone fra le volute, e può chiamarsi palmetta anche
questa.

Ambedue le forme sono a profusione disseminate
nella cista chiusina. dove non solo spuntano dal suolo,
ma pendono anche capovolte dall' alto (2). Questo pure
accade due volte nella situla A, nella prima e terza
zona (da noi non riprodotte), dove si hanno le rappresen-
tanze umane. Di più nella situla A le medesime pal-
mette o fiori servono di pascolo agli animali pascenti
(fig. 3, 4), sia che questi abbassino le teste quasi che
recidano il gambo delle piante sorgenti dal suolo (bove
e cervo), sia che col capo alzato tengano i rami in
bocca sospesi nello spazio (Sfinge e capra).

Coteste forme vegetali, spettanti più o meno diret-
tamente al tipo della palmetta, che dominano nella
situla A e trovano i loro paralleli nella cista chiu-
sina, si sono svolte nell' arte ionica per un processo
di fusione di elementi micenei con elementi orien-
tali (3).

Delle palmette della situla si può ripeter quello
che il Bòhlau diceva delle palmette del cratere tebano
sopra citato: (4) « Es ist als ob der Kùnstler sie mehr
als regellos wachsende Pflanze denn als fisiertes Or-
nament ausgesehen hàtte ».

La forma 4, di cui abbiamo dato due varianti,
è veramente identica nelle due classi di monumenti,
di cui si tratta (fig. 63, 64). Anche qui siamo nella

(') Jahrbuch des Inst., II tav. IV.

(2) Vedi varie palmette con gambo obbliquo della forma 2
sparse nella rappresentanza (fig. ti3) dell' uovo di struzzo di
Vulci: Perrot e Cbipiez, op. cit, III, p. 857, fig. 625.

(3) Cfr. Bohlau, Jahrbuch, II, p. 3G, 37, 42, 43, 58 e sgg.
(<) Ibid., p. 42.

cerchia delle forme naturalistiche: è un arbusto, dal
cui tronco si dipartono simmetricamente più ordini di
rami ricurvi. La forma 4 a (fig. 63) ricorre nella cista
chiusina, nella quale un secondo arbusto simile è soste-
nuto dal Centauro (fig. 52). La forma 4 b (fig. 63) è
presa dallo stesso cratere di Tebe ('), ove il ramo è
sorretto parimenti, in direzione obliqua, da un Cen-
tauro.

I paralleli italici più diretti (4 a, b, fig. 64) sono
forniti questa volta dalla situla di Welzelach. Ma non
manca il riscontro nella situla estense A. È offerto
dall' albero interposto nella prima zona (non ripro-
dotta da noi) fra il telaio, da cui pendono le situle,
e l'uomo che afferra una gamba e la coda del cavallo.
La parte inferiore di quell'albero ha veramente la
struttura di quelli dati dal n. 4: soltanto esso fi-
nisce in tre alti rami carichi di foglie : modo di rap-
presentazione, che abbiamo già detto esser proprio di
altre delle piante figurate nella stessa situla, quelle
di cui demmo un saggio nel n. 1 (fig. 64).

Rami lunghi, trattati liberamente con foglie uni-
laterali abbondano nella situla C Capodaglio (tav. I).
Cotesti rami e pendono dalla bocca degli animali e
si staccano dal petto immediatamente sopra alle gambe
anteriori: i quali ultimi per il modo onde si con-
nettono agli animali fanno venire in mente, come
abbiamo già notato ('-), la seconda ala, l'ala an-
teriore, che spesso sui monumenti di stile orien-
tale è attribuita alle figure degli animali alati (3).
E non è improbabile che il motivo derivi da una
mala intelligenza di questa seconda ala. Senonchè non
v' ha dubbio che nella situla C l'artista ha inteso

(') Jahrbuch, cit. tav. IV.
(2) V. sopra, col. 133, 134.

(■*) Si osservi per questo particolare il vaso di Wurzburg
(Urlichs, n. 73), che abbiamo anche sopra ricordato specialmente
per la fig. del leone con la gamba in bocca, edito dal Bohlau, Aus
ion. uni ital. Neckrop. cit., p. 100, fig. 51, 52. Ivi è una Sfinge for-
nita di due paia d'ali, di cui sono rappresentate le due sini-
stre sollevate, mentre una terza grande ala si dispiega davanti
al petto. Poiché questa terza ala manca alle altre figure alate
dello stesso vaso (per quanto posso giudicare dalla doppia ripro-
zione del Bohlau), si potrebbe quasi da taluno dubitare non
si trattasse per avventura anche qui di un ramo posto per riem-
pitivo di spazio. Ma la struttura e la disposizione dimostrano
che è proprio una terza ala. Senonchè può essere ben avvenuto
che un prototipo simile suggerisse a un artefice un'altra forma
decorativa: quella del ramo, in luogo dell'ala, spiegato per
dinanzi del petto dell' animale.
 
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