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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 10.1901

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Ghirardini, Gherardo: La situla italica primitiva studiata specialmente in Este, [3]
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https://doi.org/10.11588/diglit.9303#0113

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213

STUDIATA SPECIALMENTE IN ESTE

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dell' alfabeto dei Veneti : secondo la quale tale alfa-
beto sarebbe giunto ad essi dall'Elide parimenti per
l'Adriatico (').

E poicbò i cippi arcaici inscritti di Este appar-
tengono in genere al periodo, agli strati, ai gruppi
sepolcrali, cui spettano le situle figurate (2), non è
chi non vegga quanto sia logico pensare alla comune
derivazione dell'alfabeto e dell'arte figurativa.

L'Adriatico prossimo — nell' antichità più aucora
che al presente — alla città di Este, posto con essa
in immediata comunicazione dal fiume Adige, che
attraversava in quel tempo il suo territorio, dovette
essere la più naturale, la più agevole, la più diretta
via di importazione del commercio greco in quella
antichissima città, che si poteva quasi dire marittima
al pari delle altre famose città della costa, Adria e
Spina.

So bene che due difficoltà furono sollevate dal-
l'Hoernes (3) contro la nostra ipotesi: due difficoltà,
le quali ad ognuno, che abbia qualche contezza del
materiale delle necropoli paleovenete, parranno senza
dubbio di grave momento.

I. Come mai, se l'arte figurativa delle situle viene
dalla Grecia, non si trovano negli strati archeologici,
ov' esse si rinvengono, prodotti dell' arte greca, affini
per qualche rispetto alle situle stesse, per esempio
bronzi arcaici o vasi corinzii?

II. Come mai, se l'arte figurativa delle situle è
derivata dall'arte greco-orieutale, si è essa sviluppata
nell' Italia superiore in età tanto inoltrata per rispetto
a quella, in cui la detta arte greco-orientale si svolse
nelle sue sedi originarie ?

Di queste due difficoltà messe innanzi dall'Hoernes
la seconda non ha tutto il peso, che il chiaro archeologo
poteva attribuirgli. Egli colloca in un tempo un po'
troppo tardo la serie delle situte veneto-illiriche : dà
per limiti il 450 e il 350 av. Cr., o al più al più
il 500 e il 400(4). Noi abbiamo dimostrato con accurati

(1) Pauli, Die Veneter und ihre Schriftdenkmàler, p. 215,
229 e sgg.

(2) Cfr. Ghirardini, Notizie 1888. p. 323 e sgg. (= La
eollez. Barat. p. 151 e sgg.). Due cippi uscirono dal predio
Capodaglio, uno dal predio Boldù-Dolfin : ambedue in rapporto
coi gruppi di tombe, che dettero le situle figurate.

(3) Hoernes, Mittheil. der Anlhrop. Gesellschaft, XXVIII,
p. 46 e 47, nota 1. Cfr. Uryesch. der Kunst. p. 675.

(4) Hoernes, Urgesch. der Kunst, p. 660.

e particolari argomenti topografici e archeologici, che
almeno la situla Benvennti risale più in su, giunge alla
seconda metà del secolo VI. Se noi ammettiamo che in-
torno alla metà di quel secolo le forme ioniche penetras-
sero sui lidi dell'Adriatico, ci avviciniamo abbastanza
al tempo, in cui si svolse 1' arte ionica arcaica nella
Grecia asiatica e nelle isole dell'Arcipelago ; nè ci par-
punto strano che il passaggio di quelle forme per le
coste e per le isole dell'Adriatico colonizzate dai Greci
e il loro arrivo all' angolo dei Veneti richiedessero un
certo lasso di tempo.

Rimane sempre ad ogni modo il fatto che quelle
forme d'arte greco-orieutale nell' Italia superiore e
ne' paesi alpini attecchirono e vegetarono in un suc-
cessivo periodo : in quel periodo, nel quale le terre
della Grecia e dell' Etruria erano letificate dalla rigo-
gliosa fioritura della libera e grande arte classica,
spoglia oramai dei vieti elementi dell'arcaismo. Am-
mettiamo adunque senza dubbio anche noi un arresto
nello sviluppo dello stile greco-arcaico attraverso alle
contrade venete e alpine. Messe per ultime a parte de'
benefici della cultura classica, queste remote contrade
non erano preparate a tener dietro alle fasi evolutive di
quella cultura; e alle rudi manifatture locali, una
volta venute in possesso di un determinato repertorio
di forme, non venne fatto staccarsene neppure in av-
venire, tuttoché traessero ben presto inspirazione e ma-
teria alle loro ingenue produzioni dalla vita e dai co-
stumi del paese.

La seconda difficoltà è assai più grave. È fuor
di dubbio che nelle necropoli euganee non v' è alcun
oggetto di sicura origine greca, che abbia un legame
con l'arte delle situle. L'Hoernes vorrebbe trovarvi
bronzi cesellati e vasi corinzii. Doveva dire invece, se
mai, protocorinzii, o in genere que' vasi del genere gre-
co-orientale, ai quali abbiamo attinto la materia delle
nostre comparazioni con le rappresentanze zoomorfiche
delle situle. Per qual ragione non ci siano di queste
sorta di oggetti non crediamo si possa con sicurezza
determinare. Si è cercato spiegare la mancanza de' più
antichi vasi dipinti con la lontananza delle colonie gre-
che dai settentrionali lidi adriatici ('); ma, se i Greci

(') Cfr. Bolilau citato dall' Hoernes, Urgesch. der Kunst,
p. 651.
 
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