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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Editor]
Monumenti antichi — 10.1901

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Mariani, Lucio: Aufidena: ricerche storiche ed archeologiche nel sannio settentrionale
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https://doi.org/10.11588/diglit.9303#0120

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AUFIDENA

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tutte le condizioni favorevoli allo stabilimento ed al
fiorire di una città antica, la cui vita segregata in
mezzo alle montagne determinava lo sviluppo e la
persistenza d'una civiltà caratteristica, d'un popolo
guerriero ed indomito, finché la potenza romana vin-
cendo gli ostacoli naturali non ridusse anche i paesi
più inospiti alla soggezione; e per mezzo delle vie
consolari, delle colonie e dei mercati non spostò gli
antichi centri e l'antico sistema di vita, attirando al
piano, fuori delle antiche rocche, gli abitanti assor-
biti nell' ampio oceano della sua grandezza.

Le vicende di molte rocche siffatte sono scritte
negli annali della storia romana; di altre meno im-
portanti, che pur debbono aver seguito una simile sorte,
poco o nulla ci dicono gli scrittori. Ma prima di ri-
cercare le notizie storiche che si riferiscono a questa
regione, è opportuno descrivere particolarmente 1' am-
biente ed i resti antichi che in esso si riscontrano,
e perciò prima esamineremo la città, poi la necropoli
e i dintorni, riserbando alla fine quelle considera-
zioni che giovano a far comprendere il carattere della
civiltà locale e la storia della regione.

II.

Storia delle ricerche.

Ed invero il paese di cui ci occupiamo contiene
avanzi di stazioni antiche, tombe ricche di suppel-
lettile e le ricerche praticate in esso, dovute prima a
scoperte casuali, hanno poi avuto un ampio e sistema-
tico svolgimento nell' ultimo quarto del nostro secolo.

Il paese attuale di Alfedena, sorto quale borgata
annessa al castello del principe Caracciolo di Cella-
mare, è situato sopra una roccia staccata dal monte
e nel piano sottostante, compreso tra il corso incas-
sato del Biotorto a nord, che si riversa nel Sangro ad
oriente del villaggio, e dalla strada nazionale Castel
di Sangro-Ravindola, e strada provinciale Marsico-
Sarentina, che da Alfedena mena a Pescina.

Nel costruire questo villaggio, specialmente la
parte più moderna nel piano, fuori del recinto del-
l' antico castello, spesso si rinvenivano lastroni appar-
tenenti a tombe, i quali venivano adoperati nella co-
struzione delle case di Alfedena, come può tuttora

vedersi in vari edifìci moderni ; onde appare chiaro
che l'attuale paese è situato nell' area stessa di un'an-
tica necropoli (').

La sorte degli oggetti trovati così casualmente
nelle tombe distrutte non ci è nota ; parecchie colle-
zioni pubbliche e private d'Italia e dell' estero con-
tengono però alcuni oggetti che si ha ragione di cre-
dere provenienti da Alfedena o da luoghi vicini (2) ;
e non è improbabile che gli abitanti di questo vil-
laggio, i quali frequentano Roma e vi esercitano il
mestiere di selciauoli abbiano venduto ad anti-
quari della capitale oggetti antichi, come i terrazzieri
aquilani sono tuttora gli intermediari per la vendita
delle antichità della Marsica.

Ma la suppellettile relativamente povera delle
tombe di Alfedena non può aver sviluppato un gran
commercio di antichità, nè tosto invogliato a fare
scavi.

Alcuni signori del paese ricevevano spesso dai
contadini oggetti rinvenuti nel lavoro dei campi, non
certo molto attivo e proficuo a causa della sterilità
del suolo ; e in tal modo si sono formate alcune col-
lezioncine private, tra le quali quella della famiglia
De Amicis, costituita principalmente con suppellet-
tile di tombe scavate nel 1847. Nel 187G, essendo
consigliere provinciale e sindaco di Alfedena l'onorevole
Mansueto De Amicis, già Sottosegretario di Stato pel-
le poste e telegrafi, egli richiamò 1' attenzione degli
studiosi sulle frequenti scoperte di antichità che av-
venivano entro e presso Alfedena, e tentò per suo conto
degli scavi; e fu allora che il benemerito ispettore
degli scavi comm. prof. Antonio De Nino di Sul-
mona, che aveva nella sua giurisdizione archeologica
anche il territorio di Alfedena, propose ed ottenne
di iniziare degli scavi regolari, i quali ebbero luogo

(!) Nell'ottobre dell'anno scorso, facendosi la fondazione
di una casa alla fine dell'abitato verso Castel di Sangro, si son
rinvenute alcune tombe. V. Descrizione delle tombe in fine. Anche
nella tradizione popolare è memoria di antichi oggetti esistenti
nel sottosuolo di Alfedena ; sono parecchie le leggende di
tesori nascosti in esso: cfr. De Nino, Arch. leggendaria, p. 53.

(2) Tali sono specialmente il Museo Preistorico Kircheriano
in Roma, il Museo Poldi-Pezzoli a Milano, l'Armeria Reale di
Torino, ed ugualmente le collezioni di bronzi di Karlsruhe,
Dresda, Magonza e il British Museum di Londra.

(3) Il quartiere adiacente alla Rupe Tarpea è principal-
mente abitato da Alfedenesi, una vera colonia di cosidetti
« scoccioni ».
 
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