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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 10.1901

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Mariani, Lucio: Aufidena: ricerche storiche ed archeologiche nel sannio settentrionale
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https://doi.org/10.11588/diglit.9303#0144

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275

AUFIDENA

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raggruppato insieme ('), non erano quasi mai prive di
suppellettili; contengono per lo più molti vasetti pic-
coli, quasi giuocattoli. ornamenti, amuleti. Spesso la
grandezza e la pesantezza di questi ornamenti dimo-
stra che tali oggetti appartenevano alla madre o ad
altre persone adulte che se ne privavano in segno di
dolore. La maggiore ricchezza di questi piccoli se-
polcri, oltre che essere un fatto naturale, insito nel-
l'amore verso l'infanzia, trova riscontro in altri cimiteri
antichi, p. e. ad Allifae (2), Terni Samos (4).

IX.

Suppellettile — Ceramica.

La ceramica rappresentata nella necropoli di Àl-
fedena si deve dividere in due classi, l'ima di fabbrica
locale, l'altra d' importazione.

La prima è d'impasto artificiale molto rozzo, di
color bruno, grigio o rossastro, lavorata a mano e di
pareti grosse, malcotta, di un aspetto tanto rustico che
a prima vista si sarebbe indotti ad attribuirle una
considerevole antichità (cfr. tav. XI). Le grandi olle
presentano generalmente una cottura migliore dei pic-
coli vasi, specialmente delle ciotole.

Si possono classificare colla ceramica locale anche
alcuni vasi di bucchero grossolano, perchè questa tec-
nica è affine a quella dell' impasto artificiale. Nella
seconda classe invece, io metto i pochissimi vasi di
bucchero sottile (5). Sono importate evidentemente
alcune oenochoe di bucchero pesante, perchè in esse
si riscontrano frequentemente dei restauri con punti (°)

(1) Zona B' XX, XXI; XXII, XXIII; zona B" VI, IX,
XII; LV, LVI, LXIII, LXIX; LVIII e LIX; LXXII, LXXV'I,
LXXVHI, LXXXI, LXXXIII. Zona C LXXIII, LXXX, LXXXV,
LXXXVI, XCn, XCIII, XCV, XCVI, C. Zona D" CLXII,
CLXIII, CLXIV, CLXV, CLXVII, CLXIX.

(2) Annali Ist. 1884, p. 241.

(3) Notizie degli Scavi 1886, p. 248 segg.

(4) Boehlau, Aus ion. u. ital. Necrop., p. 20.

(5) P. e. oenochoe C, XXV, 812.

(6) Oenochoe n. 411, 1497, UIC; ciotola a scodellerà :
2133; olla 940. Simili restauri si riscontrano anche in cintole
' campane ' in una kylix, p. e. Dlv, 424. Cfr. simili restauri in
vasi di Spinetoli, Notizie 1878, p. 294.

i quali dimostrano che si attribuiva a questi vasi un
certo pregio.

L'altra serie di vasi importati è costituita da vasi
fabbricati nelle colonie greche dell' Italia meridionale
e da quelli a vernice nera detti comunemente « etrusco-
campaui ».

Fig. 15. - Olla n. 740.

La ceramica importata si trova non di rado insieme
a quella rozza locale ('), sicché l'apparente anacroni-
smo di questa comunanza ci deve far persuadere della
età tarda, fin cui è giunta la primitiva industria locale.

Nella ceramica indigena si trovano le seguenti
forme: innanzi tutto merita considerazione la grande
olla che quasi costantemente si rinviene nel riposti-
glio, coperta da ciotola, accompagnata da vasi potori,
boccali, bicchieri, ecc., e che quindi dobbiamo sup-
porre ripiena di acqua o d'altra bevanda destinata al
defunto. La sua forma varia specialmente per i ma-
nichi: è in generale un vaso ovoidale a larga bocca,
alto dai 60 agli 80 cm., ora privo assolutamente di
anse (2) ora con tre bozze od apofisi sulle spalle o
attorno al ventre (3); ora con quattro di queste pro-
tuberanze (■*); con due manichi verticali e due bozze (5).

(') Ugualmente a Suessula, cfr. Milani-Sogliano, Notizie
degli Scavi 1878, p. 98.

(2) 746, fig. 15.

(3) N. 98, 611 fig. 16 a, 1072, 2695 fig. 16 b.
0) 336, 415, 960, 1642.

(5) 305. 367, 391 fig. 17 a alquanto diverso. Il n. 4S7 fig. 17 b
ha due manichi verticali ad anello e due apofisi tramezzo ; ed
il n. 1412 ne ha due orizzontali quadrangolari e due costole
rilevate fra le anse
 
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