Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Hinweis: Ihre bisherige Sitzung ist abgelaufen. Sie arbeiten in einer neuen Sitzung weiter.
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 10.1901

DOI Artikel:
Mariani, Lucio: Aufidena: ricerche storiche ed archeologiche nel sannio settentrionale
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.9303#0213

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
413

AUFIDENA

414

e anche nei tempi più antichi della dominazione ro-
mana, come giustamente osserva il Mommsen ('), la
regione compresa fra la Via Valeria, la Latina e la
Traiana, sembra che quasi non possedesse strade pub-
bliche romane. Ma nell' epoca imperiale, e special-
mente ai tempi degli itinerari, la via Aesernia-Sulmo,
diramazione della Valeria-Claudia era costruita e,
lasciando da parte Aufidena, passava certamente il
Sangro sul ponte già mentovato presso Castello (:!)
che, quale stazione di Aufidena sulla via consolare,
acquistò ben presto una considerevde importanza
È lo stesso fenomeno che avviene ancor oggi colle
ferrovie, le quali non sempre passano per la città;
le stazioni sulla linea spesso trascinano l'abitato dal-
l'alto al basso ; e che le vie consolari romane abbiano
talvolta determinato la stessa trasformazione delle città
antiche è provato da numerosi esempi (4).

Ora le distanze notate dagli itinerari si debbono
riferire appunto a questa via consolare; o ci rispec-
chiano le condizioni degli ultimi tempi imperiali
(III-V scc), non possono quindi aver valore di prova
per lo stato di cose anteriore alla costruzione della
via consolare.

(>) C. I. L. IX, p. 589, Vili; cfr. anche Hudson, Via
Caecilia nello Notizie degli scavi 180G, p. 87 segg., p. 98.

(2) Sembra anzi che il ponte esistesse già in epoca repub-
blicana, cfr. C. I. L. IX, n. 2802, iscrizione erroneamente chia-
mata dal Balzano « colonna miliaria ». Questa strada che gli
studiosi abruzzesi chiamano Numida o Minucia, protraendo a
questa il nome proprio della continuazione di essa Benevento-
Brindisi (Corcia, op. cit. I, p. 290), sarebbe passata secondo il
De Nino pel Quarto di S. Chiara o di S. Antonio (Balzano,
Dove fu Aufidena ? p. 23, nota 4) ; di ciò peraltro mancano le
prove. Il Destephanis (Itinerari antichi degli Abruzzi nella
Gazzetta di Sulmona, 1874, n. 2G e 31 ; e Regno delle Due Si-
cilie ili. p. 74) propugnava il passaggio per Pet orano e il
Piano delle Cinque Miglia, mentre il Colaprete e il Tantum
(nel Regno delle Due Sicilie ili. XVI, p. 93, p. 106) stavano
l'uno pel passaggio da Campo di Giove, l'altro per Scanno.
Tali questioni non possono essere risolute che da scavi che
mettano in luce tracce di strada antica; e queste furono no-
tate dal De Nino, soltanto verso Campo di Giove e per la foce
di Scanno (Notizie degli Scavi 1886, p. 429 e 1896, p. 239).
Tracce di questa strada presso Castel di Sangro e dentro
il paese, sono citate dal Balzano alla nota 8 e 9, p. 24
e segg.).

(3) Jung, Grundriss d. Geogr. v. Italien 2 nell' Handbuch
der Altertumswiss. d. Ivan Miiller, II, p. 44.

(<) Tale è p. e. il caso di Arida ; più evidente è il caso
di Falerii che nel 241 a. C. fu condannata a mutar posto;
cfr. anche i due Labici, il Compitense = Montecompatri, ed
il Quintanense = Colonna, sulla via Labicana.

Altro argomento a sostegno della tesi : Castel di
Sangro — Aufidena, sono le iscrizioni romane che
in numero di 27 sono state rinvenute in Castel di
Sangro ('), dello quali alcune contengono nomi di ma-
gistrati municipali di Aufidena, altro si riferiscono ad
opere di carattere pubblico, quali il Macellum ('-) e
il ponte sul Sangro (3). Fra queste, principalmente due
sono addotte per dimostrare che la sede del Municipium
Aufidena era a Castello. Ed infatti, una di esse è
un' iscrizione onoraria ad Aemilia Calliste, figlia di
Caio e moglie del Console Lucius Turcius Faesasius
Apronianus, posta dagli Aufìdenati per decreto dei
decurioni. L'altra è sulla base che forse portava la
statua di marmo togata (4) che si conserva al Museo
di Castel di Sangro ; è in onore di Flavio Severo, cit-
tadino di Aufidena e patrono, posta dall'orbo el po-
pulus Aufidenalium (5).

Sebbene sia probabile che tali monumenti onorari
fossero posti nel « Foro di Aufidena » (fi) o in altro
luogo cospicuo della città, essendo questo sito più in
vista, sulla strada frequentata, non è perciò indispen-
sabile l'ammettere che questo luogo fosse proprio la
città Aufidena e non piuttosto ciò che chiameremo
provvisoriamente Vicus Aufidenae. Anzi questo fatto
potrebbe essere una prova del contrario, perchè sembra
ormai certo che gli antichi fora italici non siano
altro che lo sviluppo della statio delle città sulla
via consolare (7). Ad ogni modo, anche questi mo-
numenti si riferiscono all' epoca imperiale romana e

(') C. I. L. IX, p. 259 segg. Il Balzano (op. cit. nn. 5,
14, 15) ha accuratamente raccolto le notizie intorno alla pro-
venienza di queste iscrizioni.

(«) V. nostra p. 259.

(3) C. I. L. IX, n. 2802.

(4) Volgarmente detta « consolare », non si sa perchè;
cfr. Balzano op. cit. p. 7 e note 5 e 6 a p. 23 segg.; Libe-
ratore, op. cit. p. 57.

(5) Nota peraltro che l'iscrizione a L. Marius, L. f. Volt.
Clemens, patrono del municipio, fu trovata in un podere « presso
Alfldena », v. Romanelli, Top. stor. II, p. 784 ; cfr. Corcia,
Storia delle Due Sicilie, p. 289; Torcia, Itinerario dei Pe-
ligni, p. 152.

(°) Avanzi del Foro in Castel di Sangro si crede ricono-
scere in rovine descritte nel sec. XVII, cfr. Balzano, op. cit.,
p. 23, n. 2, che cita Pollidori, Antiquitates Frentanorum (De
Castro Sari) e D. Romanelli, Scoverte patrie di città distrutte e
di altre antichità nella regione frentana, Napoli, 1805, cap. XIV.

(?) Cfr. Tomassetti, Bull. Arch. Com. 1899, p. 292; No-
tizie degli Scavi, 1900, p. 51 ; 1 monumenti e la topografia
dell'antica Boville, nelle Dissertaz. della Pont. Acc. Rom.
di Arch. Ser. II, tom. II, 1900, p. 298 segg.
 
Annotationen