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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 11.1901

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi della Sardegna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9304#0010

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7 MONUMEN

Sardaigne, voi. II, atlas voi. II), ne avevano scritto
accademicamente, fondando le loro discussioni od argo-
mentazioni più o meno letterarie sopra notizie sempre
inesatte ed incomplete, spesso addirittura false. Il
materiale publicato dal Lamarmora, se valse a chia-
rire le idee su questi monumenti, non rischiarò molto
le questioni sulla loro origine e destinazione, man-
cando allora esatti raffronti. Dopo il Lamarmora i
nuraghi esercitarono le penne di una pleiade di scrit-
tori ; la maggior parte per altro si limitarono a ripro-
durre le idee dell' illustre piemontese anche travisan-
dole talora, od aggiungendovi di proprio commenti e de-
duzioni che non vale la pena di riportare. Allo Spano
si deve il merito di aver fatto progredire molto questi
studi, avendo egli raccolto nei vari volumi del suo
Ballettino archeologico sardo od in altre memorie,
una delle quali specialmente dedicata ai nuraghi,
una quantità di materiali utili al loro studio. Nel 1881
infine comparve nelle Memorie dell'Accademia dei
Lincei il lavoro del Pais sulla Sardegna avanti il
dominio dei Romani, lavoro che rischiarò di viva luce
le antichità primitive dell'isola, e nel quale coi soli
mezzi storici l'autore seppe intuire la questione della
origine dei popoli mediterranei, posta poi così netta-
mente sul tappeto dalle ultime scoperte archeologiche
dell' Egitto. In quel lavoro peraltro, come avvertì egli
stesso, lo studio dei monumenti sardi, essendo subor-
dinato alla trattazione storica, non potè esporsi con
quella maggior larghezza che sarebbe stato deside-
rabile, voto che non potè esser compito nemmeno
dal Ballettino archeologico sardo, da lui fondato a
questo scopo, e ciò per la breve esistenza di quel pe-
riodico.

Dopo queste ricerche fondamentali, prescindendo
sempre dagli scritti inutili all'avanzamento di tale
scienza, la bibliografia sarda si arricchì di un buon la-
voro di compilazione del Perrot, e prima ancora di al-
cune notizie assai importanti publicate dal Baux e dal
Gouin; scrissero pure in proposito in varie epoche il
Montelius, il Vivanet e lo Zanardelli, il primo pubbli-
cando alcuni bronzi e monumenti sardi, il secondo dando
notizia di scavi più o meno tumultuari, ma sempre
importanti, eseguiti nell'isola, l'ultimo rendendo conto
delle sue personali ricerche nel territorio di Oristano,
corredate di abbondanti considerazioni e conclusioni
che, scientificamente, lasciano molto a desiderare.

PRIMITIVI 8

Stando così le cose, mi sorrideva il pensiero di poter
portare il mio modesto contributo alla soluzione di
molte questioni sollevate da quei monumenti e compii
a tale scopo un primo viaggio nell'isola durante l'e-
state decorsa, raccogliendo un materiale archeologico
così importante, da decidere il mio maestro prof. Pi-
gorini ed il comm. Carlo Fiorirli ad ottenermi dal
Ministero della Publica Istruzione una missione scien-
tifica nell' isola. Mi mancavano peraltro i mezzi per
eseguire scavi, e le fotografie stesse che illustrano
questo lavoro si debbono per la maggior parte alla
generosa iniziativa del cav. Vochieri, che a sue spese
mi accompagnò nel mio secondo viaggio in Sardegna
per eseguirle. Non avendo potuto fare scavi ho do-
vuto naturalmente lasciare sospese molte questioni;
ma tornerò a discuterle di nuovo quando altri più
di me fortunato li abbia eseguiti ; sarà questo un modo
di sdebitarmi verso gli abitatori di queir isola tra-
scurata, che furono verso di me, pellegrino per monti
e per valli, larghi di cordiale e disinteressata ospi-
talità.

Età paleolitica.

Molti oggetti non caratteristici di alcuna epoca,
o decisamente dell'età recente della pietra, si attri-
buirono da alcuni scrittori di cose sarde ad un periodo
paleolitico, del quale non ho potuto trovare alcuna
traccia in Sardegna. Può darsi che ciò dipenda dalla
mancanza di scavi estesi e sistematici, ma siccome
anche in altre isole del Mediterraneo meglio esplo-
rate si ripete lo stesso fatto, è lecito dubitare sulla
esistenza di uno strato paleolitico sardo (').

Oggetti sporadici.

Nelle collezioni dell' isola si conservano alcuni
arcaici oggetti in pietra e rame che trovano riscontro
nel materiale neolitico e della prima età dei metalli

(') Se le conclusioni del Marcialis sono esatte (Marcialis,
Alcune prove del sollevamento della Sardegna nell'epoca qua-
ternaria, p. 22), nei campidani, ed in genere nelle pianure
sarde poco elevate, non si potrebbero rinvenire avanzi umani
quaternari, perchè sarebbero state ancora sommerse in quel-
l'epoca geologica.
 
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