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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 11.1901

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi della Sardegna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9304#0049
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85

DELLA SARDEGNA

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conservati oggi in parte a Sassari nel Museo dell' Uni-
versità e nella collezione Dessi, in parte nel Museo
di Cagliari ('), sono tutti plasmati in impasto e quindi
ingubbiati ; sono cotti a fuoco libero, e per l'aspetto
esterno, come per la tecnica, mostrano stretta affinità
con quelli ordinari della grotta di S. Bartolomeo, e
più ancora con quelli delle caverne del distretto di
Iglesias. Per ciò che riguarda le forme si notano:
una tazza cilindrica con ansa verticale (tav. IV, fig. 2)
simile ad una di Tamara; tre vasetti ovoidali simili
a quelli di S. Orreri, ma privi dell' appendice al labbro
e provvisti invece del manico trapezoidale (tav. IV,
iìg. 3, 17, 22), così comune nelle caverne di Iglesias;
un' altra priva di anse (tav. IV, fìg. 5) ; una tazza
ovoidale tronca in alto e schiacciata in basso prov-
vista di un' ansa verticale ; altre due simili a questa,
ma munite di ansa piatta alquanto rialzata ad una
estremità, come alcune delle caverne di Cagliari (una
delle quali conservata nella collezione Dessi tav. IV,
fig. 11) (2). A questo tipo si ricollegano due tripodi,
uno se ne discosta soltanto per l'aggiunta dei tre
piedi a sezione rettangolare, simili a quelli di « S' Or-
reri » e « Genna Luas » (tav. IV, fig. 19); l'altro
è simile a questo, ma il corpo è quasi conico e
munito inoltre di tre costole verticali equidistanti
e di un' ansa simile alla precedente, benché molto
più rialzata (tav. IV, fig. 4). Oltre a questi vasi
si rinvennero due recipienti a corpo tronco-conico,
cui si adattano le pareti alquanto svasate ; l'ansa
è piatta: in uno degli esemplari invece è circo-
lare (tav. IV, fig. 21), mentre nell'altro è alquanto
piegata in alto ; quest' ultimo inoltre è munito di una
fascia rilevata all'attaccatura del corpo, dal margine
superiore della quale, si irradiano quattro manichi ret-
tangolari trilobati all'estremità (tav. IV, fig. 23), che
ricordano quello bilobato del tripode di Genna Luas (3).

(') Quivi il vasellame proveniente da questa grotta di Bu-
nannaro è contrassegnato da cartellini incollati al vaso, o po-
stigli dentro, con scritta a lapis l'indicazione della loro pro-
venienza; questi cartellini mancano ai vasi riprodotti dalle
fig. 14, 8 della tav. IV, che per altro al Museo ci fu assicurato
provenire dalla medesima località. Di questi però non ci occu-
peremo nel risolvere le varie questioni che solleva il materiale
della grotta di Bunannaro.

(2) Tutti gli oggetti della collezione Dessi di Sassari sono
riprodotti da fotografie fornitemi dal cortese loro proprietario.

(3) Un'ansa quasi identica a questa si ritrovò in alcuni
silos neolitici della Spagna di Campo Real presso Cannona,

Finalmente nella collezione Dessi si conservano:
un vaso identico ad un esemplare di Serbariu, se si
eccettua l'ansa, che nell'esemplare di Bunannaro è so-
stituita da uno dei soliti manichi trapezoidali (tav. IV,
fig. 20) (•) ; ed un altro a due tronchi di cono sovrap-
posti per la base, munito di ansa anulare a nastro
e di collarino (tav. IV, fig. 6). Non è sicura la pro-
venienza da questo sepolcro dei seguenti vasi conser-
vati nel Museo di Cagliari : uno a tronchi di cono
opposti per la base, svasato verso la bocca e munito
alla maggiore sporgenza del corpo di due bugne fo-
rate ed accoppiate (tav. IV, fig. 14); un altro esem-
plare che ricorda molto lontanamente il bicchiere a
campana, ma è molto piccolo, d'aspetto nero e porta
sulla pancia tre bugne equidistanti (tav. IV, fig. 8);
un' anforetta rozzissima, ed un recipiente ovoidale
provvisto di quattro bugne.

Ma di questi vasi, di non sicura provenienza, non
dobbiamo occuparci, in quanto agli altri; quelli più
minuti, assomigliano a forme già note per le scoperte
di Tamara, di Serbariu e di S' Orreri; più caratteristici
sono i tripodi, ed in specie quello riprodotto nella
tav. IV, fig. 4, la cui ansa però non è che l'esagerazione
di quelle piatte notate in altri vasi di Bunannaro,
(tav. IV, figg. 11 e 19), non rara in Sardegna sin
dal periodo eneolitico (cfr. tav. I, fig. 11, III, fig. 10);
essa si ritrova in vasi neolitici di Eùgen (2), in altri
della Bosnia (3) e degli strati premicenei di Cipro (4);
le costolature verticali che ne ornano il corpo si ritro-
vano in vasi neolitici dell'Egitto (5), in altri della
seconda città d'Hissarlik (6) e degli strati premicenei
di Cipro ("); in Spagna, poi, si notarono frammisti a
materiale dell'alba dei metalli (8).

Rev. archéol., 1899, p. 302, fig. 9; un'altra proviene da un tu-
mulo premiceneo della Frigia: Mitlh. d. K. Deut. arch. Institut,
Ath. abth., 1899, p. 34, tav. Ili, fig. 30.

(') Nella fototipia per colpa del contornatore è scomparsa
l'ansa, visibilissima nella fotografia che posseggo di questo og
getto e nell'abbozzo da me eseguito sull'originale.

(2) Verhandl. der Ber. Gesell. fur Anthropol., 1896, p. 352,
fig. 3, p. 359, fig 10.

(3) Verhandlungen, 1895, p. 128, fig. 1-3.

(4) Myres, Catalogue of the Cyprus Museum, pi. II, fìg. 297.

(5) De Morgan, Recherches sur les origines de VEgypte,
I, pi. X, fig. 3.

(6) Schliemann, Bios, p. 450, fig. 340.

(7) Myres, Catalogne ofthe Cyprus Museum, pi. II, fig. 204.
(«) Rev. archéol., 1899, p. 301, fig. 78, 76, 75, 74.
 
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