Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 11.1901

DOI Artikel:
Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi della Sardegna
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.9304#0072

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
131

MONUMENTI PRIMITIVI

132

mare di positivo (1); siccome peraltro è evidente che
si eressero quando la civiltà che produsse i nuraghi
era già decaduta, così poco ci importa di non poter
fissare con maggiore approssimazione la data della
loro erezione.

Come per le costruzioni poligonali del continente,
così anche per i nuraghi, si tentò una classificazione
cronologica basandosi sul diverso grado di lavorazione
del materiale posto in opera, e si reputarono più an-
tichi i nuraghi in pietre rozze, e più recenti quelli a
conci quasi regolarmente squadrati. Già il Lamarmora
però aveva osservato che non si poteva trarre nessuna
conclusione positiva da tali distinzioni, ed anche io
mi sono convinto che se è del tutto probabile che i
primi nuraghi siano stati eretti quando ancora non si
possedevano i mezzi necessarii per squadrare o rego-
larizzare le pietre poste in opera, non è meno evidente
che ragioni di diverso genere poterono consigliare in
alcuni luoghi ed in certe circostanze l'uso della
tecnica primitiva in tempi assai progrediti a tal ri-
guardo; onde i più rozzi nuraghi non possono certo
considerarsi senz' altro ed in ogni caso come i più
antichi.

Ho dimostrato che i nuraghi complessi derivano
da quelli semplici per sovrapposizione, o per addos-
samento di un dato numero di elementi architettonici
tecnicamente ed artisticamente identici; tipologica-
mente quindi il nuraghe semplice è più antico di
quello complesso, e ciò può confermarsi dallo studio
che precede del nuraghe Losa, e dall'osservare che
quello detto « Oes » ha il paramento del cono cen-
trale costruito con conci squadrati a mazza, mentre
l'avancorpo o basamento è costruito con minore cura(2);

(!) Nel punto segnato in pianta colla lettera t, io ho raccolto
in mezzo alle terre non ancora smosse dai recenti scavi, un coccio
romano sepolto a 15 centimetri circa dal fondo del fosso scavato
intorno al nuraghe, che corrisponde presso a poco al livello del
pavimento del torrione meridionale. Quel frammento di vaso
perciò era sepolto circa 55 centimetri sotto il piano dell'area for-
tificata, onde dovrebbe dedursene che le fortificazioni sono po-
steriori all'epoca romana; ma io sono convinto che il terreno
fu rimescolato in varie epoche, onde il coccio in questione non
ha valore cronologico. Parimente vicino alla cortina che riunisce
la torre settentrionale a quella occidentale si rinvenne, come
mi si è affermato da chi diresse gli scavi, una moneta d1 oro
del tempo dei Longobardi; ma anche questa per le condizioni
mal sicure degli strati non ha gran valore in proposito.

(2) Lamarmora, Voyage, II, p. 149.

onde è evidentemente di epoca diversa e quindi
anche posteriore al cono centrale al quale è addossato.

Effettivamente però i due tipi dovettero restare
in uso contemporaneamente, dovendosi preferire l'uno
o l'altro secondo lo spazio richiesto ; cosicché un nu-
raghe semplice ed a pietre rozze, potè costruirsi con-
temporaneamente ad un altro complesso ed a conci
squadrati. Ciò peraltro non toglie che soltanto il nu-
raghe semplice, dal quale tipologicamente derivano
gli altri, ci interessi nello studio delle questioni che
riguardano l'origine di tali monumenti.

Nel nuraghe semplice l'unica parte utile per la
quale si eresse è la stanza interna, che evidentemente
si ricollega alle celle a forno così comuni nel medi-
terraneo dal periodo eneolitico in poi ; celle le quali,
a seconda dei luoghi e delle circostanze, si costrui-
rono interamente in pietra sia sopra il suolo, sia in
parte o del tutto sotto il piano di campagna, come
si osserva ad esempio nelle Cicladi ed a Cipro; in
altri casi invece si incavarono in parte nel suolo e se
ne costruì in pietre la sola volta; infine, ove la roccia
si prestava a tale lavoro si intagliò completamente
in essa; diversità tecniche queste che si osservano
talora mescolate in una stessa regione, e spesso asso-
ciate a materiale analogo e coevo in regioni diverse,
onde è manifesta l'unità del tipo architettonico mal-
grado i diversi modi adottati per eseguirlo.

Nelle varie regioni ove le medesime influenze
orientali introdussero la cella a forno, questa non ebbe
ovunque lo stesso sviluppo.

Nel sud-est della Spagna e nel Portogallo all'alba
dei metalli, già si costruivano celle a forno munite
talora di nicchie e costruite con pietre spesso sovrap-
poste ad aggetto; alla stanza sepolcrale si giunge per
un corridoio di accesso rettangolare; tali costruzioni sono
perciò del tutto simili a quelle nuragiche. A Millares
però, a Bencarron e nell'Algarve, la rozza struttura
delle celle era mascherata all'esterno da un tumulo
di terra, ricinto talora da un muretto circolare di pietre
per lo più infitte verticalmente nel suolo, evidentemente
destinate ad impedirne l'eccessivo dilavamento (1).

(l) Estacio da Veiga, Antiguedades monumentaes do Al-
garve, I, p. 259, 237 ; Vasconcellos, ReligiOes da Lusitania,
p. 298, fig. 63 ; 297, flg. 62 ; 303, fig. 67 ; Siret nella Rev.
 
Annotationen