Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Hinweis: Ihre bisherige Sitzung ist abgelaufen. Sie arbeiten in einer neuen Sitzung weiter.
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 11.1901

DOI Artikel:
Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi della Sardegna
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.9304#0073

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
133

DELLA SARDEGNA

134

Di solito i corridoi d'accesso a queste sepolture sono
in proporzione assai più lunghi di quelli osservati
nei nuraghi ; un grande sepolcro di Millares, simile del
resto al cosiddetto dolmen di Marcella ed altri dell'Al-
garve ('), era infatti costituito dalla solita stanzetta
a pianta circolare, e da una specie di vestibolo rettan-
golare munito di porte ai due estremi e di nicchie ai
lati, secondo una disposizione frequente nei corridoi
delle celle a forno ; questo vestibolo però, si prolun-
gava in un andito, che sboccava alla base del tumulo
ove era un'altra porta (2). Il grande sviluppo del corri-
doio si deve alla qualità del materiale adoperato nella
costruzione del tumulo, giacché volendolo elevare molto
bisognava dargli un ampio diametro, onde la lunghezza
degli aditi alla cella sepolcrale.

L'uso di tumuli terragni al disopra delle celle a
forno è diffuso anche nel Mediterraneo orientale, ove,
sino all' età micenea, si usò ammassare al disopra dei
tholoi in pietra, o delle camere sepolcrali incavate nella
roccia, ingenti masse di terra che additassero da lungi il
sepolcro (3). Del resto i tumuli del Peloponneso, non si
ricollegano all' architettura dei nuraghi solo per la
struttura e la forma degli ambienti, ma anche per
alcune particolarità, quale ad esempio quella dell' in-
gresso munito di uno spiraglio al disopra dell'archi-
trave. I tholoi peraltro mostrano un' arte assai più
avanzata, e le pareti della cella e del corridoio sono
costruite con tanta arte, e le giunture dei massi sono
così esatte, che il terriccio sciolto non poteva infil-
trarsi rapidamente nel sottoposto sepolcro ; mentre le
costruzioni rozze dell' Occidente colle fessure fra i
massi malamente ostruite con pezzame minuto, erano
esposte alle infiltrazioni che sgretolavano il tumulo
e riempivano rapidamente di terre la cella ed il cor-
ridoio, e ciò era grave danno, dovendo queste costru-
zioni riaprirsi di tratto in tratto, per dar luogo a

des quest. scientif. de Bruxelles, 1893, p. 527, e fig. 174 e 184.
La cella di questo grande sepolcro di Millares aveva la chiave
della volta sostenuta da un pilastro.

(') Siret nella Revue cit., p. 527; Cartailhac, Les dges
prchistoriques de VEspagne et du Portugal, p. 161, fig. 217
e 218; Montelius, Der Orient und Europa, p. 50, fig. 54 a, e
p. 51, fig. 58.

(*) Siret, nella Revue cit., 1893, p. 522.

(3) Tsountas e Manatt, The Mykenean age, p. 130 e seg.;
Perrot e Chipiex, Hist. de Vari, VI, p. 406, fig. 140.

nuove deposizioni, come si rileva dal gran numero di
cadaveri in esse ritrovati ('). Per rimediare a tale
inconveniente, costruita la cella ed il corridoio, si ac-
cumularono al disopra dei sassi destinati ad impedire
il passaggio alle sovrapposte terre (2). Un' altra causa
inoltre tendeva a sgretolare il tumulo terragno : ed era
il suo dilavamento continuo per opera delle pioggie,
la cui azione dessolvente solo in parte poteva essere
arrestata dal rozzo basamento circolare al quale ab-
biamo accennato ; il tumulo quindi doveva disfarsi ed
abbassarsi continuamente ed abbisognava perciò di fre-
quenti riparazioni; ne segue pertanto che del tutto
naturalmente, in specie nelle regioni ove il suolo è
ricco di sassi, dovette nascere l'idea di costruire il
tumulo di sole pietre, per renderlo adatto a sfidare i
secoli. Nacque così ciò che con termine bretone oggi
si suol chiamare un cairn, tipo questo comune nei
sepolcri dolmenici e nelle celle a forno del Nord (3).

Sepolcri con cella a forno e tumulo di soli sassi
si notarono a Millares, ove erano frammisti e coevi
a quelli con tumulo in terra; uno di questi poi
(fig. 79) è di un grande interesse per noi ; la sua
pianta essendo del tutto identica a quella comune
dei nuraghi, dai quali si distingue soltanto per l'as-
senza di un elevato paramento esterno (4) ; che del
resto era quasi necessario nelle celle a forno coperte
con tumulo di sassi, essendo questi troppo rozzi,
perchè alcuno non pensasse a mascherarli in qualche

(') Le celle di Millares alle quali abbiamo accennato, con-
tenevano sino a 33 scheletri, distribuiti nella cella, nelle nicchie
e taluni ammassati perfino nel corridoio ; numerosi cadaveri si
ritrovarono pure nei monumenti dell'Algarve già citati. Vascon-
cellos, op. cit., p. 307; Montelius, Ber Orient und Europa,
p. 46, n. 1.

(2) Tumuli di terra ricoprenti ammassi di pietre accumu-
late al disopra della cella sepolcrale, sono comuni nelle co-
struzioni megalitiche del Finistère : eh. Matériaux, 1887, p. 50
e seg.; Du Chatellier, Exploration des quelques tumuli de
Vépoque du bronze nelle Mémoires de la Socìété d'émulation
des Cótes du Nord, 1883, p. 12; Exploration du tumulus de
Kerhue-Bras, nei Matériaux, 1880, p. 5 dell'estratto.

(3) Un sepolcro di quest'ultimo tipo è quello presso Clava in
Scozia: Proceedings of the Society of Antiquaries of Scot-
land, 1860, p. 49, e 1884, p. 342. In Scozia questo tipo ar-
chitettonico sembra del resto abbastanza comune, tombe di tal
genere provviste talora di cella ritrovandosi presso Bruan e
Canister; cfr. Anderson, Scotland in Pagan Times (Bronze
and Stoìie ages), p. 256 (Bruan) e 249 e seg. (Canister); Mon-
telius, Der Orient und Europa, p. 88 e seg.

(4) Siret nella Revue cit., 1893, p. 524, fig. 176.
 
Annotationen