Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 11.1901

DOI Artikel:
Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi della Sardegna
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.9304#0075

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
137

DELLA SARDEGNA

138

mento ad un tumulo terragno. Nelle coste della Tu-
nisia le tombe più semplici di questo tipo sono dette
« Banna » e consistono in un cerchio di pietre, nel
centro del quale è la cella ; talora invece i cerchi sono
parecchi, e si innalzano a scarpata su di una specie di
tumulo, alla sommità del quale è costruita, con enormi
massi, la stanza sepolcrale ('). Più complessi sono i
« Couchet » nei quali la camera è mascherata all'esterno
da un paramento in pietre lavorate; spesso peraltro
tale costruzione serve soltanto di base ad un tumuletto
di sassi, sul colmo del quale è la cella (2). Questo è lo
stato attuale di tali monumenti; io ritengo peraltro
che la cella dovette in origine essere nascosta dal
tumulo oggi scavezzato, e somigliarono perciò ai già
citati tumuli di sassi ed alle sepolture mascherate da
paramento circolare in pietre. E da notarsi peraltro
che nell'Algeria, a Tunisi ed in genere in tutta
l'Africa settentrionale, la costruzione dolmenica ebbe
il sopravvento su quella ad aggetto, cosicché le celle
sono sempre rettangolari e costituite di regola da
enormi lastroni di pietra verticali nelle pareti, oriz-
zontali nel tetto e nel pavimento; onde malgrado
l'uso prevalso di citare questi monumenti come simili
ai nuraghi, se ne distaccano in realtà assai netta-
mente, per ricollegarsi invece ai tumuli dell'Asia Mi-
nore. Infine le Specchie della terra d'Otranto (3), rive-
lano gli stessi metodi costruttivi dei nuraghi, ma pur
essi si distinguono per alcuni caratteri propri da questi
monumenti, per avvicinarsi maggiormente ai Sesi di
Pantelleria.

Un solo elemento di una certa importanza sem-
brerebbe distinguere nettamente i nuraghi dalle co-
struzioni affini della penisola iberica, delle Baleari
di Pantelleria e dell' Italia meridionale, e questo è il
corridoio a spirale per cui si accede alle stanze su-
periori che non si è notato nei monumenti delle re-

(0 Archiv. fùr Anthropol, 1867, p. 312, fig. 78 e 79 ; Dela-
mare, Exploration de VAlgerie: Archéol., pi. LII, fig. 12 e 13
(Ligus), pi. CLXI, fig. 11, e CLXIII, fig. 9, 10, 13.

(*) Archiv. fùr Anthropol, 1867, p. 313 e seg., fig. 86
e 87. E notevole che il tipo del Choucha perdura nell'archi-
tettura sepolcrale dell'Algeria sino all'età romana; cfr. Dela-
mare, op. cit., pi. XLIX, fig. 5 e 6.

(3) Bull, di Paletn. Hai, 1879, p. 145, tav. VII; Lenor-
mant nella Gazette archéol, 1881, p. 32; Montelius, Ber Orient
und Europa, p. 173 ; Bertaux negli Annales de Gcographie, 1899,
p. 207 e seg.

gioni all'intorno; ciononostante se si considera che
in alcuni di questi esistono delle salite a spira (1),
si deve convenire che a questo riguardo, come rispetto
a molti altri punti, i nuraghi si ricollegano stret-
tamente ai monumenti sino ad ora citati, e soltanto
i più complessi mostrano un maggiore sviluppo archi-
tettonico.

Mancano costruzioni identiche nell' Egeo e nel
Peloponneso. Neil' Egitto invece le tecniche costrut-
tive delle quali ci occupiamo si osservano nelle anti-
chissime piramidi, che si discostano però dai monu-
menti mediterranei per la grande mole e la pianta
sempre rettangolare; anche i più umili « Mastaba »
del resto si debbono allo stesso concetto di additare
da lungi la stanza sepolcrale mediante il sovrappo-
sto tumulo, mascherato all'esterno da muratura, che
in questi sepolcri è eseguita per lo più con mattoni
semplicemente seccati al sole. Malgrado però le re-
centi ricerche del Elinders Petrie e del De Morgan,
che hanno dimostrato l'esistenza nella valle del Nilo
di una civiltà analoga a quella mediterranea dell' età
del rame e ciò sotto le prime dinastie egizie, tali
riscontri potrebbero ancora sembrare strani; prescin-
dendo quindi da essi, tanto più volentieri in quanto
dovrò trattare tali questioni in un lavoro speciale,
noto invece che celle con volte ad aggetto mascherate
da paramento circolare in pietra nel quale sbocca il
corridoio di accesso, si notarono nell'Asia minore;
anche in queste peraltro si osservano dei caratteri lo-
cali, uno dei quali è la pianta rettangolare della
stanza, ed un' altro la poca elevazione del paramento
esterno, che potrebbe meglio considerarsi come la base
del sovrapposto tumulo (2).

I dati esposti sulla diffusione e sui caratteri che
presentano le celle a forno, mascherate all' esterno da
un elevato paramento di pietre brute o lavorate, di-
mostrano probabile l'ipotesi che la loro introduzione
si debba ovunque alla imitazione di un prototipo co-
mune. Lo stato attuale delle nostre conoscenze non ci
permette invero di definire con esattezza ove esso sia
stato creato, benché il Mediterraneo si presenti come
il centro probabile se non certo della sua diffusione.

(!) Cartailhac, Mon. primitifs des iles Balìares, p. 27,
fig. 20.

(2) Perrot e Chipiex, Hist. de VArt, V, p. 166 e seg.,
fig. 21; Texier, Béscription de l'Asie Mineure, II, pi. 131, fig. 4.
 
Annotationen