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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 11.1901

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi della Sardegna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9304#0081
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149

DELLA SARDEGNA

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Sorso insieme a bronzi di tal genere, si rinvennero forme
per fondere punte di lancia e scalpelli o trapani (');
il ripostiglio di « Perda e Floris » presso Lanusei
constava invece di otto armille di filo di bronzo,
quattro agbi crinali, una lama di pugnale, un pezzo di
spada tipo Abini, un frammento di statuetta militare,
un uccello fuso in bronzo, destinato forse originaria-
mente ad ornare una navicella, un frammento di lima
a sezione circolare, un pezzo informe di bronzo, un altro

I x

Fig. 86. 2:3 — Lame di pugnali in bronzo del ripostiglio
di Guttidai (dis. dell'autore).

di piombo, frammenti di aghi crinali in ferro, perle
forate per collana in ambra, vetro e pasta invetriata,
finalmente alcuni cocci (2). Ad Ardara nelle vicinanze
di un nuraghe, insieme ad una delle solite navicelle,
giaceva una grossa armilla pure di bronzo (3) ; final-
mente le solite ascie a margini rialzati nel ripostiglio
della Maddalena presso Silanus, si ritrovarono insieme
a punte di lancia o forse lame di pugnale a codolo,

0) Pais, Not. defjli scavi, 1880, p. 409; La Sardegna
■prima del dominio romano, p. 35, n. 6.

(2) Not. degli scavi, 1883, p. 357 e seg.; Pais, Bull, archeol.
Sardo, 1884, p. 180.

(3) Spano, Scop. archeol, 1874, p. 35.

ad un puntale pure di lancia ad uno scalpello e ad
una scure ad occhio in bronzo (').

Una scoperta che forse si riferisce alle tecniche se-
guite dai metallurgisti sardi è quella di Ploaghe,
ove lo Spano rinvenne una serie di pozzetti incavati
nel suolo, rivestiti di pietre e nascosti sotto un cumulo
di sassi, che forse si deve alla rovina di qualche co-
struzione complementare esterna. Entro quei pozzetti
profondi circa un metro, nei quali si credette di poter
riconoscere dei focolari per la fusione del metallo,
si rinvennero in mezzo a ceneri e carboni, nume-
rose piccozze a tagli paralleli, ascie a margini rialzati,
scalpelli, stocchi del solito tipo, una barchetta in
bronzo e dodici panelle di piombo (2).

Ma le scoperte più interessanti a tale riguardo
furono quelle di Abini (3) presso Teti e di Porraxi
Nioi presso Valenza.

Un primo ritrovamento casuale di bronzi ad Abini,
dette materia allo Spano per uno scritto speciale (4),
dal quale apprendiamo essersi allora rinvenute : dieci
ascie a margini rialzati, una piccozza a tagli paralleli,
quaranta lame di pugnali per lo più a foglia e codolo
in diverso stato di conservazione, due puntali di lancie,
una punta di freccia in bronzo, quaranta grandi aghi
crinali, un pettine, due bottoni, frammenti di fibule
ad arco semplice striato o decorato a disegni geome-
trici incisi a bulino, una fibula a sanguisuga, molti
globetti forati, che dovettero far parte di monili, ar-
mille in filo di bronzo (tav. XII, fig. 1), anse di vasi
in lamina, sette statuette colla mano destra alzata ed
una focaccia o patera nella sinistra, cinque figurine
di soldati, una delle quali riprodotta dalla tav. XII,
fig. 4, tre statuette umane a quattro occhi, ed altre

(1) Spano, Scop. archeol, 1876, p. 13, fig. 3, 5, 10, 12, 15
della tavola; Pais, Bull- archeol Sardo, 1884, p. 125.

(2) Spano, Scop. archeol, 1872, p. 28 e seg. Il ripostiglio
di Siniscola insieme ad una navicella in bronzo, ad un morso
di cavallo, a un vaso e 4 coppe in lamina di bronzo, che po-
trebbero credersi contemporanei agli oggetti rinvenuti negli
altri ripostigli, ha restituito spade e pugnali di ferro (Not. degli
scavi, 1892, p. 291), che non si rinvennero mai in essi; non
so decidere quindi se appartenga al medesimo periodo o sia
alquanto più recente degli altri sino ad ora citati.

(3) La migliore monografia su tale scoperta è quella ac-
curatissima del Pais (Bull. arch. sardo, 1884 p. 67 e seg.)
importante poiché in essa si correggono errori di fatto in cui
erano caduti alcuni autori delle relazioni più antiche.

(4) Spano, Memoria sopra alcuni idoletti di bronzo ecc.,
1865 e Pais, Bull. arch. sardo, 1884 p. 68 e seg.
 
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