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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 11.1901

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi della Sardegna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9304#0095

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177 DELLA

gli esemplari dell' Asia minore tendono a provare l'ori-
gine orientale di questo tipo, che si diffuse, forse al-
quanto prima dell'età micenea, in alcune regioni ba-
gnate dal Mediterraneo e dal Danubio, ove poi ebbe
in seguito varia fortuna.

Un ripostiglio di Silanus ha restituito una scure
ad occhio. Notiamo a questo riguardo che gli stru-
menti di tale tipo nel continente non sono anteriori
all'età del ferro; anche in Sicilia del resto compari-
scono verso la fine del II periodo siculo ('), nè in
Sardegna è probabile che siano più antichi.

Riguardo alle lame di pugnali, negli scavi che
fece eseguire ad Abini il Gouin, se ne rinvenne una
piatta a foglia munita alla base di un foro pel passaggio
di un chiodetto (fìg. 89) ; un esemplare simile proviene
da un dolmen di Los Eriales in Spagna (2). Meglio
conservata è un'altra lama del ripostiglio sardo citato,
(tav. XVII, fìg. 25) è di una forma che si ritrova eseguita
in selce, ad esempio a Stentinello in Sicilia. (3) ed in un
dolmen della Provenza (4); fusa in rame si ritrovò
nelle palafitte della Svizzera (5) e comunissima poi
è nelle stazioni spagnuole dell' età del bronzo, in
specie ad El Argar, ove nei sepolcri d'uomini si trova
di regola associata con ascie piatte a sezione di cam-
pana (6) analoghe a quelle di S. Andrea Frius, ripro-
dotta dalla fig. 3, la quale pertanto deve essere con-
temporanea a questi bronzi; finalmente un esemplare
simile, ma carenato, proviene dalla terramara di Gor-
zano (7); si tratta quindi di una forma di pugnali
diffusa nelle regioni occidentali del Mediterraneo du-
rante la più antica età del bronzo, e che forse può
risalire sino al periodo eneolitico. Più comuni in Sar-
degna sono le lame triangolari, provviste alla base di
una linguetta trapezoidale di solito munita di fori,

(') Bull, di Paletn. Hai. 1897, p. 118, tav. V, fig. 2;
Mon. Lincei, IX, p. 78, fig. 31.

(2) Rev. des quest. scientif. de Bruxelles, p. 552, fig. 283.

(3) Bull, di Paletn. Hai., 1890, p. 182, tav. VI, fig. 1.

(4) Diction. arch. de la Gaule, pi. non numerata, fig. 20.

(5) Antiqua, 1885, p. 108 e seg., tav. XXIV, fig. 12. Un
esemplare identico a quello sardo proviene da sepolture di
Tschmy: Verhandlungen, 1890, p. 427, fig. 26.

(6) Siret, Les premiers dges du métal dans le Sud-Est de
VEspagne, p. 103, pi. XIV, fig. 1, pi. XX, fig. 19, pi. XXIX,
fig. 30-32, pi. XLII, figura nel mezzo, pi. XLVII.

(7) Coppi, Iconografia... della terramara di Gorzano, II,
p. 6, tav. XL, fig. 9.

Monumenti antichi — Vol. XI.

DEGNA 178

per i chiodi destinati ad assicurarle ai loro manici.
Di queste lame si notano parecchie varietà; alcune
sono munite di una costa longitudinale, altre sono
carenate per rendere più solida la lama; talora però
questa è del tutto piatta. Alcune di tali varietà di
un medesimo tipo, si ritrovarono nel ripostiglio di
Guttidai (') una lama di tal forma proviene da Dor-
gali (2), un' altra da località incerta dell' isola (3),
ed un' altra ancora fu donata al Museo di Cagliari dal
parroco di Baunei (fig. 100, lama di mezzo). Lame
identiche a quest' ultima fuse in rame sono comuni a
Cipro nell'età premicenea (4); dello stesso metallo è
un' altra dell' Egitto, la quale si discosta dall' esem-
plare sardo per essere munita di una leggera costola (5).
Altri esemplari simili si notano nell' Ungheria e nella
Gran Brettagna; nel Mediterraneo poi si ritrovarono
identici nella valle del Rodano (r') e più a nord ancora
a Villeneuve Saint Georges nel dipartimento della Seine
e Oise.

Nel Museo archeologico di Livorno si conserva un
pugnale analogo coli' indicazione di provenienza da
Monterotondo ; data però la origine regionale della
maggior parte degli oggetti che compongono la colle-
zione di Livorno, credo si tratti di qualche località
omonima della Toscana, anziché del paesello della Sa-
bina (7); infine un'altra lama quasi identica proviene
da Foiano in vai di Chiana (8).

Gli esemplari di Cipro e dell'Egitto, che appar-
tengono all' alba dei metalli dell' Oriente, provano

(') Spano, Scop. arch. 1876, p. 15 e seg., fig. 6 e 7.

(2) Gastaldi, Nuovi cenni di alta antichità trovati nelle
Marniere, tav. VI, fig. 10; Angelucci, Catalogo dell'Armeria
reale di Torino, p. 24, fig. 42.

(3) Angelucci, op. cit., p. 24, fig. 41.

(4) Myres and Eichter, Gatalogue of the Cyprus Museum,
pi. Ili, fig. 505 ; Ohnefalsch Richter, Kupros die Bibel und
Homer, p. 457, fig. 146, 6, B, k, i; cfr. Verhandl. Beri.
Gesel. fur Anthropol, 1899, p. 298, fig. 20; Naue nellM»-
tiqua, 1885, p. 17 e seg., tav. IV, fig. 2.

(6) De Morgan, Récherches sur les origines de VEgyple, I,
p. 201, fig. 536.

(6) Chantre, Etudes paleoetonol. dans le bassin du RMne.
Age du bronze, pi. XXXV, fìg. 5 e XXXVI, fig. 1 (ripostiglio
di Vernaison).

(7) Un tipo analogo si rinvenne nel Lazio : Colini, Bull, di
Paletn. ital., 1899, tav. XV, fig. 2. Un esemplare simile a questo
per la forma della carena, ma diverso per la forma del codolo,
si rinvenne a Bounias alle Boùches duRhòne: Chantre, Etudes
paleoetonol. dans le bassin du RMne, II, p. 150.

(8) Bull, di Paletn. ital, 1900, p. 149, tav. Vili, fig. 7.

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