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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Editor]
Monumenti antichi — 11.1901

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi della Sardegna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9304#0097
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181

DELLA SARDEGNA

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tallone, in modo da costituire un breve codolo piatto.
Alcune provengono da Abini (fig. 89, a sinistra),
e dalla caverna di S. Bartolomeo (fig. 7) ('), altre
si rinvennero ad Interrojas (fig. 92). Tale forma si
riscontra anche in alcuni pugnali ritrovati in dolmen
francesi (2), in una grotta dell' A veyron (3) e nella 2a
città d'Hissarlik (4) ; l'altro pugnale di S. Bartolomeo
(fig. 6) è alquanto simile ad esemplari dell' Unghe-
ria (5), della valle del Bodano (6) ed a quello di Sgur-
gola per la forma singolare della carena (7). Evidente-
mente sono lame di un tipo eneolitico sopravvissuto
in Sardegna sino all'epoca cui risalgono gli oggetti
di Abini e quindi sino ad un periodo parallelo all'età
del ferro nel continente italiano.

Somigliano ad esse delle lame di Interrojas e
di Abini, con intaccature laterali alla base per i
chiodetti destinati a fissarle al manico (fig. 92 a
sinistra e nel centro). Queste lame sono molto guaste,
si potrebbe quindi dubitare che le intaccature si
dovessero alla rottura dei fori destinati al passaggio
dei chiodetti stessi; comunque sia di ciò, lame simili si
ritrovarono in strati dell'età del bronzo a Vilhonneur (8),
a Villeneuve S. Georges (9), nell'Ariège (10), in un
dolmen della Lozère (M), in una grotta dell' Aveyron (12),
ed in Spagna in un dolmen dell'Andalusia (,3), ad
El Argar ed a Zapata (H).

Le lame più comuni di Abini erano a foglia (tav. XV,
fig. 4, 12, 24; cfr. fig. 87), arrotondate in punta e mu-

(') Bull, di Paletn. Hai., 1899, tav. XVII, fig. 2.

(2) Dictionnaire arch. de la Gaule, pi. XXIII, fig. 2.

(3) Matériaux, 1889, p. 158, fig. 85.

(4) Schuchardt, Schliemann's ausgrabungen, p. 76, fi-
gure 48 e 49.

(5) Congrès interri, d'anthrop. et d'arch. préhist., 1876,
p. 220 e seg., pi. III, fig. 21.

(6) Chantre, Études paleoetn____Age du Bronze, pi. VII,

fig. 15. Cfr. Cazalis, De Fondouce, Vllérault aux temps préhis-
toriques, p. 148.

P) Bull, di Paletn. ital, 1899, tav. XV, fig. 2.

(8) Matériaux, 1878, p. 300, fig. 202.

(9) Mortillet, Mus. préhist., pi. LXXVI, fig. 8i5, 812, 814,
816, 813.

(10) Matériaux, 1869, p. 67, fig. 13 della tav. II.

(n) Matériaux, 1877, p. 151, fig. 44, esemplare carenato.

(12) Matériaux, 1889, p. 158, e fig. 85, 86.

(13) DeGongora y Martinez, Antiguedades préhistoricas de
Andalucia, p. 52; questo esemplare peraltro si discosta da
quelli sardi per la forma della lama triangolare a larga base, di
tipo prettamente portoghese.

(14) Siret, Les premiers dge du métal dans le Sud-Est de
VEspagne, pi. XX, fig. 39; cfr. anche pi. XXIII, fig. 1.

nite di codolo piatto con-fori per i chiodetti del manico.
Lame simili si rinvennero a Silanus ed in altri ripo-
stigli già citati dell' isola ; fuori di essa, poi, sono ab-
bastanza comuni nel periodo eneolitico, a Cipro (*),
ove si avvicinano ad una forma locale che si distingue
da quella alla quale si allude, per avere il codolo
ad asticella e non piatto; altre lame simili alle
sarde si ritrovarono in strati premicenei dell' Egeo,
ove però sembra che servissero ad armare la punta di
una lancia (2); all'estremità opposta del Mediterraneo
poi, si ritrovano ancora in Spagna (3).

1 dati esposti rendono probabile l'ipotesi che i
prototipi almeno di queste lame si introducessero
dall' Oriente all' alba dei metalli, o al più tardi al
principio dell'età del bronzo ; certamente poi si ripro-
dussero in Sardegna, essendosi rinvenute nell' isola le
forme per fonderle (cfr. fig. 96). Questi esemplari sardi
sono assai di frequente decorati a bulino, come mostra
la fig. 87 ; a tale riguardo giustamente osservò il Pais,
che gli elementi decorativi hanno riscontri nei bronzi
del Nord (4).

Le lame di cui mi sono occupato erano sprovviste
del relativo manico, il quale comunemente dovette
essere in legno, osso, od altra materia organica scom-
parsa col tempo ; ma talora si fusero pure in bronzo.
Uno di tali manichi, proveniente dal ripostiglio di
Valenza, consiste in un' impugnatura a fuso che si
allarga di nuovo dalla parte in cui doveva inserirsi
la lama in una bocchetta quivi appositamente in-
cavata ; all' estremità opposta invece termina con una
specie di pomello ellittico (tav. XVI, fig. 3). Impu-
gnature simili provviste della solita bocchetta per in-
serirvi il codolo della lama e di fori pel passaggio
dei chiodetti provengono da Abini (fig. 88) ; vi si nota
un foro obliquo che attraversa il pomello e doveva ser-
vire al passaggio di una funicella, il cui scopo do-
vette essere analogo a quello delle attuali dragone. Del
tutto casuali mi sembrano le analogie di queste im-

(') Myres and Ohnefalsch Kichter, Catalogue of'the Cyprus
Museum, pi. Ili, fig. 545 ; Congrès inter. d'anthrop. et d'archéol.
préhist., p. 351, fig. 4.

(,2) Mittheilungen d. K. deutsch arch. Inslitut. Athen Abth.
1886, p. 21, Beil, 1, fig. 8.

(3) Rev. archéol., 1899, p. 239 e seg. (Cannona).

(4) Sophus Miiller, Sistème préhist. du Danemark. Age du
Bronze, p. 60, pi. V, fig. 50; Montelius, Chronologie, p. 73,
fig 192 d, e.
 
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