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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 11.1901

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi della Sardegna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9304#0099
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DELLA SARDEGNA

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sepolture di Micene ('), ad Olympia (2), nella Russia (3),
nell' Ungheria (4), nella Baviera (5) ; altre ancora pro-
vengono dalla G-ermania (6), dalle coste settentrionali
della Francia (7) e dalla Gran Brettagna, ossia da
quelle regioni dell' Europa nelle quali giunse la cor-
rente egea dell'età del bronzo, sia per il corso dei
grandi fiumi che sboccano nel Mediterraneo o nei mari
adiacenti, sia per le coste dell'Atlantico.

L'uniformità del tipo ovunque si è riscontrato è
tale, malgrado le leggere varianti locali, che dimo-
stra la sua diffusione da un centro unico. Il Montelius
ritiene che i prototipi di queste spade si diffondessero
nelle varie regioni dell' Europa centrale (8), 1' Ohne-
falsch Richter ed il Naue invece, come pure l'Undset,
esposero il parere che il centro di produzione di tali
armi debba ricercarsi nelle regioni orientali del Me-
diterraneo (9) ; recentemente il Colini discusse le due
diverse opinioni e si appigliò a quella del Monte-
lius (10), mà le spade che ora pubblico mostrano in-
vece probabile che i prototipi di queste armi proven-
gano da officine metallurgiche dell'Egeo, giacché se
vivissime, in specie nell'epoca cui esse si debbono
riferire, sono in Sardegna le influenze egee, manca
nell' isola ogni traccia di commerci diretti coi palafit-
ticoli o coi centri metallurgici dell' Europa di mezzo.
Ho detto ciò riguardo ai prototipi, giacché in diversi
luoghi si riprodussero con delle varietà locali; le

le dimensioni, negli esemplari con prolungamento del codolo
da inserirsi nel pomo dell'elsa ed in quelli che ne sono
privi. Per ciò che riguarda il luogo d'origine e l'epoca cui
rimontano i prototipi di tali spade non credo quindi che
si debba tener conto delle varietà che presentano.

(1) 'Eyrifi. ÙQXaioX., 1897, p. 110, mi: Vili, fig. 3.

(2) S. Muller, Ursprung und erste Entwikelung der euro-
paischen Bronzecultur, estr. dalVArchiv. fur AnthropoL, p. 341,
fig. 27.

(3) Congrès inter. d'anthrop. et d'arch. préhist., 1892,
p. 342, fig. 2.

(4) Etudes sur Vdge du bronze de la Hongrie, p. 148 e seg.

(5) Naue, Die Bronzezeit in Oberbayern, p.84, tav. XI, fig. 1.
(s) Schumaker, Die Schwertformen Sudwest-deutschlands,

p. 15.

(i) Du Chatellier, Les époques préhist. et gauloises dans
le Finistère, p. 51, pi. XVII, fig. 3.

(8) Montelius in Archiv. fur AnthropoL, voi XXVI, p. 944,
fig. 405.

(9) Undset, Die àltesten Schwertformen Sudwest-deutsch-
land, p. 10 e seg.; Naue, op. cit., p. 84 e seg.; Verhandl. der
Beri. Anth. Gesell, 1899, p. 324.

(10) Colini, Bull, di Paletn. ital., 1900, p. 148 e 149.

spade sarde, ad esempio, si distinguono sia per 1' as-
senza di ogni ribattitura ai lati del codolo, sia per
la grossolana decorazione a virgole incise, che io non
ho osservato negli esemplari a me noti di altre regioni.

Più numerosi sono gli stocchi; rispetto alla forma
si distinsero in tre classi, due delle quali caratte-
rizzate dalla sezione ellittica o rettangolare delle
costole, la terza dalla assenza quasi totale della adia-
cente lama. Tali distinzioni però sono di un valore
molto relativo ; le prime due dovendosi a mio parere a
circostanze accidentali, l'altra invece al fatto che gli
esemplari dei quali si compone sono assai logori, onde
non si può escludere che siano rimaste soltanto le
massiccie costole longitudinali, semplicemente perchè
il lungo uso ne aveva consunti i fili.

Di solito queste lame sono prive di impugnatura
non solo, ma la maggior parte di quelle di Abini, ed
altre di diversa località, si strapparono dai piedistalli
ai quali erano impiombate per una loro estremità,
nella quale restano talora abbondanti avanzi di piombo.
Cionostante è certo che gli stocchi di questo tipo si
usarono comunemente dagli armigeri dell' isola essen-
dosene ritrovati in Sardegna degli esemplari forniti
dei loro manichi (tav. XVII, fig. 12 e 13), ed altri
essendo rappresentati nelle figurine militari sarde
(tav. XIII, fig. 7).

Lame simili, cioè lunghissime e sottili, provengono
da strati micenei ('); in Sicilia alcuni esemplari della
necropoli del Plemmirio (2) non solo si avvicinano ad
esse per la straordinaria sottigliezza, ma anche per
la tecnica, notando l'Orsi che furono colate in due
matrici opposte e quindi completate a martello ; altre
lame simili si rinvennero in strati dell'età del bronzo
a Sarry (3) e ad Auzy le due, nella SaOne e Loire (4).
Ovunque poi sembrano derivare da prototipi egei, e
certo appaiono nel Mediterraneo coli' età del bronzo
micenea.

Da località incerta proviene lo stiletto riprodotto
a destra nella fig. 100 ; esso appartiene probabilmente
a quest' arte sarda, avendo le faccie decorate con rozze
incisioni a virgola, già osservate ad esempio in una

(>) Schliemann, Mic'enes, p. 473, fig. 445, 448, 449, 464, 546.
(*) Orsi, Bull, di Paletn. ital, 1891, p. 121, tav. XI, fig. 10;
cfr. anche Monum. dei Lincei, II, p. 22 e seg.

(3) Mortillet, Mus. préhist, pi. LXX, fig. 719 e 720.
(<) Matériaux, 1873, pi. IV, fig. 3 ed 8, e V, fig. 4, 6.
 
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