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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 11.1901

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi della Sardegna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9304#0110
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207 MONUMEJ

specie di pettorale trapezoidale, il cui orlo superiore
giunge all'altezza delle clavicole, mentre l'inferiore
si arresta alla cintura e copre in parte il pugnale.
Questo indumento è trattenuto al posto da un paio
di spallacci che discendono dagli omeri e sono in
parte nascosti da una specie di grande collana deco-
rata con incisioni oblique e parallele. Verso la cinta
il bronzo sporge molto in fuori; non so decidere se
con questo rilievo l'artista abbia voluto riprodurre
la sporgenza dell' indumento dovuta al sottoposto pu-
gnale, oppure un altro oggetto portato al disopra,
di cui io non saprei proporre alcuna plausibile spie-
gazione riguardo all' uso ; quest' ultima ipotesi però è
la meno probabile.

L'altro arciere simile a questo (tav. XIV, flg. 5)
è assai guasto dall'ossido; pressioni subite hanno
abbassato il braccio destro che originariamente era pie-
gato in alto col palmo della mano rivolto avanti ; gli
altri particolari non si possono più distinguere, solo
è certo che portava l'arco appoggiato alla spalla sini-
stra e che dietro la schiena pendeva una faretra carica
di frecc-e.

Si avvicina al detto esemplare una figurina colle
braccia e le gambe rotte (tav. XIII, fig. 11), la
quale porta in capo un tutulo decorato ad incisioni
incrociate a spina, che forse vogliono indicare la trama
del tessuto onde doveva essere composto 1' originale ;
gli occhi sono rappresentati da due emisferi rilevati ;
un pugnale del tipo solito pende da una bandoliera
passata sopra la spalla destra; colla mano sinistra
poi doveva sorreggere un arco od uno stocco, di cui
si conserva un frammento al disopra della spalla si-
nistra alla quale era appoggiato.

Dobbiamo qui per incidente ricordare che uno
stocco ritrovato ad Uta portava un cervo (tav. X,
fig. 4), ed altri di Abini invece doppie protomi
di cervi ficcate nella estremità aguzza della lama
(tav. XIV, figg. 9 e 7), poiché sopra una di queste
spade (tav. XIV, fig. 2) si osserva appunto la doppia
protome di cervo sormontata da un arciere, che si
collega pel tipo a quelli ora descritti. Il suo copri-
capo è identico a quello del guerriero del Museo Kir-
keriano, ma le corna in proporzione sono più lun-
ghe, porta un collare simile a quello dell'arciere
munito di giavellotto (Tav. XIV, fig. 4), ed indossa
la solita clamide il cui triplice avvolgimento del

PRIMITIVI 208

lembo inferiore è reso con minore precisione del
bronzo Kirker; cioè con striature parallele anziché
a spira, convenzionalismo questo frequentemente se-
guito nelle figurine di piccole dimensioni. Sul petto
porta un arnese analogo a quello di un arciere in ri-
poso (cfr. tav. XIII, fig. 9); degli schinieri, col solito
incavo ovoidale sul davanti, fissati da legature difen-
dono le gambe, l'arco poggia sulla spalla sinistra e
la faretra pende dalla schiena come nelle figurine già
descritte, dal tipo delle quali si discosta per pro-
tendere leggermente innanzi il braccio destro pie-
gato, tenendo in mano un piatto od una patera. Tale
motivo si osserva ripetuto con qualche variante in un
altra figurina d'arciere (tav. XIII, fig. 3), che ha
rotte le gambe e la mano destra ; è notevole in que-
sto esemplare l'imitazione di un grande bracciale
di grosso filo metallico avvolto a spira intorno al
polso sinistro, alquanto diverso perciò dalle difese
usualmente portate al braccio dagli arcieri sardi.

Le due classi nelle quali possono distinguersi le
figurine sarde in bronzo rappresentanti dei guerrieri,
cioè quelli armati di spada o stocco e gli arcieri, non
si basano che sul diverso armamento dei soggetti imi-
tati; del resto si ricollegano strettamente per la somi-
glianza degli abiti e per la distinzione delle pose,
rinvenendosi in ciascuna guerrieri combattenti ed altri
in atteggiamento di saluto o preghiera; anche i par-
ticolari infine sono in gran parte così simili in tutti
questi bronzi, da mostrare all' evidenza la loro stretta
affinità e la derivazione da un medesimo indirizzo
artistico.

Un arciere in riposo del ripostiglio di Uta (tav. X,
fig. 1) munito di un bel pettorale rettangolare soste-
nuto da due spallacci, si ricollega alle altre figurine
fin qui studiate sia per l'abito, sia per l'armamento
che lo riavvicina così agli arcieri come ai guerrieri
ornati di spada. Si collega poi alle figurine delle quali
dovremo ora parlare per il modo col quale porta la
spada, del tipo di quelle riprodotte nella tav. XVII
dalle figg. 1, 4. Una spada identica è impugnata dalla
più grande figurina del ripostiglio di Uta (tav. X,
fig. 6), la quale rappresenta un uomo sbarbato col
viso riprodotto in modo analogo a quelli sino ad
ora descritti, col capo coperto da una berretta si-
mile a quella del guerriero del Kirkeriano, ma priva
delle corna. Veste la solita clamide sotto la quale
 
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