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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 11.1901

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi della Sardegna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9304#0112

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MONUMENTI PRIMITIVI

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pricapo e mantello, ma forniti del consueto pugnale ;
uno porta nella gamba destra un gambale analogo
all' armilla osservata in un arciere (tav. XIII, fig. 3);
un' altra figura pure del ripostiglio di Uta, sta invece
in atto di avventarsi (tav. X, fig. 5), ed è possibile che
voglia esprimere un lottatore nel momento immediata-
mente antecedente allo scontro; un'altra infine sostiene
innanzi al petto una specie di corda (tav. X, fig. 7).

I bronzi sino ad ora descritti appartengono tutti
ad uno stesso periodo artistico, poiché numerose par-
ticolarità stilistiche li ricollegano strettamente. Tutte
le figure ad esempio mostrano nella parte superiore
del piede le dita distinte da solchi paralleli, il
trattamento del viso è identico in molti esemplari
di diverso tipo, soltanto nei bronzi meno accurati
l'occhio è imitato da due emisferi sporgenti e privi
di ogni accenno che intenda riprodurre le palpebre;
in tutti si notano gli stessi abiti, le medesime armi
e l'assoluto difetto di cognizioni anatomiche ; giacché
il corpo umano è reso con estrema rigidezza e con
un convenzionalismo così spinto che molte forme sono
geometriche più che umane. È notevole il fatto che
le parti nelle quali era necessario il trattamento dei
particolari sono esagerate rispetto all' assieme ; la testa,
le mani ed i piedi sono infatti sempre troppo grandi
rispetto al corpo, il quale è di solito eccessivamente
smilzo e quasi cilindrico. Ciononostante 1' arte che li
produsse, cercava evidentemente imitare soggetti reali,
e se tale imitazione del vero non apparisce troppo
chiaramente nel modo di rendere i lineamenti, privi
di espressione e di ogni individualità, ciò si deve sem-
plicemente alla scarsa abilità degli artisti evidente-
mente impotenti a plasmare un ritratto; ma l'imitazione
del vero è evidente se si studiano gli elementi meno
complessi od i particolari.

Gli scudi, ad esempio, sono ornati con piastre ro-
tonde che si ritrovarono nelle sepolture del continente,
eseguite in lamina di bronzo. Sembra invero che in
alcuni casi ornassero o difendessero il petto dei se-
polti ; ma non per questo si deve escludere che molte
di esse fossero destinate a rivestire la faccia esterna
di uno scudo ('), e 1' artista che modellò il bronzo del

(') A questo scopo ad esempio era certamente destinato il
disco di bronzo di recente scoperto in un sepolcro vetuloniese
del perìodo d'arte orientale. Not. degli scavi, 1900, p. 479, fig. 11.

Kirkeriano (tav. IX), ha spinto l'imitazione del vero
sino al punto di riprodurre le borchie dei chiodi che
trattenevano quelle piastre di rivestimento.

Anche i pettorali rettangolari a lati curvilinei
(cfr. tav. XIV, fig. 4) non sono di invenzione dello
scultore, poiché alcune difese metalliche identiche,
benché riccamente ornate, si ritrovarono in tombe etni-
sche del periodo d'arte orientale (]).

Ad altri riscontri col materiale archeologico si pre-
stano pure i collari di cerchielli, che in alcune figurine
sarde (cfr. tav. XII, fig. 2 e XIII fig. 11) riparano
il collo e la sua attaccatura al busto ; poiché collane
simili non sono rarissime nel continente durante l'età
del ferro (2). Singolari sono le uose con difesa ellit-
tica sul davanti munita talora di grosso orlo, più
singolari ancora sono i pugnaletti, che solo per ecce-
zione sembrano portati dai guerrieri. Ma a loro ri-
guardo è importantissimo il fatto che pugnali di tale
forma si riscontrano soltanto nelle figurine sarde e si
ritrovarono solamente in Sardegna (fig. 82 e tav. XVII,
fig. 9); poiché ciò dimostra che gli artisti nel mo-
dellare quelle figurine intendevano riprodurre dei sog-
getti sardi, onde ne segue che si debbono ad un' arte
locale.

Una conferma di questa conclusione può dedursi
dal fatto che anche altre armi riprodotte in tali figu-
rine si rinvennero nell' isola. Negli stocchi portati da
alcune di esse riconoscemmo infatti delle imitazioni di
quelli rinvenuti in tanta copia ad Abini ; alcune spade
poi riproducono un tipo noto per un certo numero
di esse scavate nell' Ollastra e conservate originaria-
mente nella raccolta del Rettore Marcello di Baunei
ed oggi nel Museo di Cagliari (cfr. tav. XVII, fig. 1,4).

Rarissime sembrano in Sardegna le fibule, giac-
ché se ne conoscono appena dieci od undici, mentre il
numero dei bronzi sardi è abbastanza forte ; ciò mentre
collima col fatto che mai si osservano nelle figurine e
concorre a dimostrare la origine locale di queste,
conferma pure le deduzioni già espresse riguardo a
quei bronzi d' ornamento che a mio parere non sono
indigeni della Sardegna.

(') Grifi, Monumenti dell' Instituto di corr. arck., X,
tav. Xb, 2.

(*) Un esemplare molto grande, di incerta provenienza, si
conserva ad esempio nel Museo preistorico di Roma, al quale
proviene dalle raccolte del Kirkeriano.
 
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