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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 11.1901

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi della Sardegna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9304#0113

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213

DELLA SARDEGNA

214

Le statuette che riproducono persone non combat-
tenti, ce le mostrano coi capelli raccolti sulle tempia
in due treccie che discendono liberamente sul petto,
ed ancora sino a pochi anni or sono si seguiva da
molti in Sardegna questo antico costume. Mancano le
trecce ai guerrieri combattenti, ma ciò è probabile si
dovesse all' uso di tagliarsele andando in guerra,
riguardo al quale si potrebbero citare raffronti storici.
È noto poi quanto a lungo abbiano persistito nel-
l'isola i più antichi costumi, si impone quindi, benché
non sia decisivo, il raffronto fra le figurine che rap-
presentano persone col mento ed il labbro superiore
rasi, vestite con indumenti di pelle il cui pelo è ri-
volto all' esterno, e gli odierni abitatori del territorio
tra Oristano ed il mare, che indossano una mastruca in
pelle di capra ed usano ancora radersi i baffi e la
barba.

Da ciò che abbiamo esposto si può dedurne che
questi prodotti, che debbono attribuirsi ad un'arte
locale, dovettero fondersi in un medesimo periodo di
tempo, sulla cui durata però non abbiamo dati sicuri.
Se si considera che alcune di queste figurine portano
imitazioni di stocchi del tipo di quelli di A bini,
che questi stocchi, come pure le figurine stesse si ri-
trovarono associati in varia guisa in parecchi ripo-
stigli probabilmente coevi, dovremmo dedurne un
parallelismo cronologico fra la produzione delle armi,
degli strumenti, degli oggetti d'uso personale in bronzo
e quella delle figurine che talora vi si associano.

Sembra quasi certo inoltre che la produzione delle
figurine si riannodi a quella delle barchette, le quali
si ritrovarono così nel ripostiglio di Abini, come in
quello di Valenza (tav. XV, fig. 26: XVI, iìg. 17);
ragioni di altro genere dimostrano poi la vicinanza
cronologica della maggior parte degli oggetti che
componevano quei ripostigli, onde se ne potrebbe in-
ferire che 1' arte plastica sui prodotti della quale si è
trattato, era in fiore quando si introdussero in Sar-
degna le fibule a sanguisuga e quelle ad arco ser-
peggiante munito di bastoncelli trasversali, ossia
quando nel continente fioriva il periodo detto d'arte
orientale; e ciò sembrerebbe confermato dai raffronti
addotti tra alcuni capi d'armamento o di vestiario
riprodotti nelle figurine e degli esemplari raccolti in
sepolture etrusche di quest' epoca. Se però si ha pre-
sente ciò che abbiamo esposto sulla genesi dei ri-

postigli di Abini, le deduzioni ora esposte perdono al-
quanto del loro valore, l'associazione di molte figurine
agli altri oggetti di tipo certamente antichissimo
dovendo ritenersi del tutto casuale e fittizia, e po-
tendo alcune derivare da strati più recenti.

Il fatto che questi bronzi si fusero in Sardegna ed
imitano soggetti sardi, ci induce ad astenerci dal-
l' esporre troppo minute indagini e raffronti, per sta-
bilire delle somiglianze più o meno lontane fra queste
figurine e le altre sino ad oggi scavate nel bacino del
Mediterraneo, poiché in gran parte debbono essere
casuali. Con ciò non intendo peraltro di escludere la
probabilità che nella genesi e forse anche nello svi-
luppo di quest' arte abbia influito la imitazione di
prototipi importati, la cui influenza può intravedersi
sia nelle tecniche, sia nei concetti seguiti dagli artisti
che le modellarono e le fusero.

Il Pigorini pel primo raccolse e pose a raffronto
dei monumenti della prima età del ferro alquanto
avanzata ed alcuni più precisamente del periodo d'arte
orientale, nei quali l'artista aveva riprodotto entro
il vaso, e più di frequente sui manici delle figure
animali, e spesso dei buoi in atto o in procinto di bere
entro il recipiente stesso (') ; ed a quei monumenti si
ricollegano evidentemente le maniglie ritrovate ad
Abini (tav. XIV, fig. 1 e 3), le quali facevano parte
di un recipiente che disgraziatamente è perduto.

Il concetto di riprodurre degli animali infilzati
sulle punte degli stocchi, con al disopra altre figurine,
è una delle tante stranezze di cui è ricca quest' arte
locale; ma quello di accoppiare delle protomi anima-
lesche per ottenerne una figura simmetrica si nota
nelle antichissime scolture dell'Asia orientale e nel
Mediterraneo in prodotti dei Fenici, i quali date le
loro relazioni colla Sardegna poterono introdurvi tale
tipo. Né a ciò si limita la probabile influenza fenicia
nella formazione di quest'arte sarda; già altri infatti
notarono che la eccessiva lunghezza e sottigliezza
delle forme umane e l'assenza di accenni anatomici
che abbiamo notato come caratteristica di esse, è pro-
pria pure delle statuette fenicie (-).

Il Keinach invece, pur non volendosi decidere in
proposito, opinò che queste statuette si avvicinassero

(!) Pigorini in Bull, di Paletn. ital., 1892, p. 235.
(2) Perrot et Chipiez, Hist. de Vari, IV, p. 92.
 
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