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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 11.1901

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi della Sardegna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9304#0115

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217

DELLA SARDEGNA

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costituiscono un carattere di affinità etnica, ritrovan-
dosi presso popoli diversi; a quella specie di strac-
cali o spallacci, che discendendo da ciascuna spalla
sostengono sul petto una parte del vestiario, e si
notano tanto nelle ligure in bronzo sarde (tav. X,
fig. 1), quanto in alcune rappresentazioni egizie dei
Sàrdana ('); ma questo è un raffronto troppo vago e
non permette di stabilire delle relazioni fra i guer-
rieri dell'isola coevi alle figurine delle quali mi oc-
cupo, e quelli Sàrdana riprodotti nei bassorilievi egizi
della XIVa dinastia.

Che in questi ultimi siano rappresentati i proge-
nitori dei Sardi è ipotesi da non potersi escludere;
anzi confesso che sarei propenso ad abbracciarla, mo-
strando questo stesso lavoro quanto vive sin dai tempi
preistorici siano state le relazioni fra i popoli che
abitavano le coste del Mediterraneo, e quanti elementi
la civiltà sarda abbia in comune con quelle coeve
dell' alba dei metalli, fiorite lungo la costa settentrio-
nale dell'Africa e sopratutto noli' Egitto, che perciò
nei suoi antichissimi geroglifici può benissimo averci
conservato il ricordo di isolani della Sardegna. Ma la
grande diversità di tempo che intercede tra le figu-
rine difficilmente anteriori al periodo d'arte orien-
tale e le scolture egizie alle quali si allude, ci di-
spensa dall' occuparci più a lungo delle relazioni del
tutto fittizie che si vollero ritrovare tra i Sàrdana dei
geroglifici ed i bronzi studiati.

Se ora si dà uno sguardo d'assieme ai prodotti
della metallurgia sarda, si può notare che nell'isola
i tipi, che man mano si introducono dalle relazioni
colle regioni vicine, non subiscono gravi modificazioni
locali ; ma persistono invece beu più a lungo che
altrove.

Così, ad esempio, mentre nel continente italiano
l'ascia a margini rialzati scompare nella età del bronzo
inoltrata, in Sardegna si ritrova in alcuni ripostigli
associata ad oggetti, i quali accennano con sicurezza
ad un'età parallela a quella che nel continente è
detta del ferro. Anche il fatto che molte forme di
pugnali eseguite in bronzo appartengono a tipi propri
dell' età del rame, provano la lunga persistenza delle
forme per chi ritiene questa antecedente a quella.

Altri oggetti invece dimostrano larghe assimila-
zioni di materiali micenei ; nei ripostigli di Abini e
sopratutto in quello di Valenza sono associati a fibule
che non lasciano aicun dubbio sul periodo al quale
risalgono, certamente parallelo a quello d'arte orien-
tale. Ciò sembrerebbe provare che vi fu continuità di
tradizione nella metallurgia sarda dall' alba dei me-
talli al periodo d'arte orientale, malgrado le già no-
tate influenze delle correnti che dall' Egeo toccavano
la Sardegna, per giungere alle bocche del Eodano o
alle spiagge della Spagna, ed il cui flusso e riflusso
lasciava di continuo nell' isola tipi nuovi creati in
diverse regioni, che oggi non è facile definire.

Di nessuno fra questi ripostigli si può con cer-
tezza affermare la contemporaneità coi nuraghi entro
i quali alcuni si ritrovarono ; la statistica di tali ritro-
vamenti, proverebbe però una certa relazione fra alcuni
almeno degli oggetti in metallo ora studiati e quelle
costruzioni. Ciò che non si può in nessun modo defi-
nire è se questi diversi monumenti siano fioriti e de-
caduti contemporaneamente, o se la metallurgia e
l'architettura nuragica abbiano avuto in periodi diversi
il loro principio, il loro apogeo e la loro fine ; ma ciò
potranno soltanto decidere scavi sistematici estesi,
eseguiti in diverse regioni.

Resta ancora da esaminarsi la ceramica rinvenuta
nei nuraghi, sulla quale però abbiamo notizie insuf-
ficienti e malsicure.

Nel nuraghe Olostiu, insieme ad ascie a margini
rialzati e ad altri bronzi, ai quali abbiamo già accen-
nato, si rinvenne una tazza identica a quella di Bunan-
naro (tav. IV, fig. 2), un piccolo recipiente, simile ad
esemplari di Tamara e S'Orreri conservati nella col-
lezione Gouin, ma munito di due sole anse, e final-
mente una specie di anforetta, che trova pur essa
riscontro in vasi di Tamara della raccolta Gouin ('). Gli
scavi fatti eseguire ad Abini, e pochi metri di lì di-
scosto ad Interroias, da questo intelligente raccogli-
tore di antichità sarde, restituirono alla luce un vaso
alquanto simile a quello di S. Bartolomeo (tav. Ili,
%• 6) (2), un coccio con ansa a nastro, simile pur
essa ad alcune della caverna di S. Bartolomeo, (tav. I,

(') Champollion, Mori, de VEgypte, pi. XXVIII; Perrot et
Chipiez, IV, p. 14, fig. 4.

(i) Cfr. Spano, Scop. arci. 1872, fig. 13-15.
(s) Bull. Paletn. Hai, 1899, tav. XVII, fig. 8.
 
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