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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 11.1901

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi della Sardegna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9304#0117
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221

DELLA SARDEGNA

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cioè con degli elementi caratteristici della più antica
ceramica di Hissarlik (') ed in genere degli strati
mediterranei delle ultime età della pietra.

Abbiamo avuto occasione di accennare ad alcuni
vasi scoperti in una cella allagata del nuraghe Piscu,
che si ritenne perciò avesse servito anticamente da
cisterna ; non mi è riuscito di sapere ove sia attual-
mente il materiale ivi ritrovato ed i disegni che ne

Degli scavi eseguiti intorno al nuraghe « Sianeddu »,
presso lo stagno di Cabras, ridonarono alla luce, oltre
alle due brocche già citate, anche una grande quan-
tità di altri vasi conservati oggi nella raccolta del
sig. Avv. Efisio Pischedda di Oristano, il quale mi
ha permesso gentilmente di fotografarli, dopo avermi
assicurato quanto precede riguardo alla loro prove-
nienza. Si ignorano completamente le condizioni di

Fig. 112 2:3. — Vaso rinvenuto entro un nuraghe della Nurra, coli. Vallerò (dis. dell'autore).

dà lo Spano sono in genere insufficienti ; cionono-
stante dalla descrizione e dalle figure che accompa-
gnano la relazione di scavo nel nuraghe predetto (2),
è evidente essersi quivi ritrovate delle brocche che
imitano degli esemplari comuni ad Hissarlik ed a
Cipro negli strati premicenei (3) ; altre brocche simili
si ritrovarono nel nuraghe « Baratili », ed intorno a
quello dotto e Sianeddu », vicino allo stagno di Ca-
bras. Una di queste in impasto nero, conservata nella
collezione Pischedda di Oristano, è decorata sul collo
con una fascia a spina incisa (tav. XVIII, fig. 16),
un' altra invece porta tre cordoni rilevati con tratti
obliqui graffiti (tav. XVIII, fig. 18).

Altri esemplari simili si conservano nella colle-
zione Vallerò a Sassari; disgraziatamente non si hanno
notizie sicure sulla loro provenienza, solo è certo che
provengono dalla Nurra.

P) Schlieraann, Ilios, p. 264, fig. 72.

(2) Spano, Scop. ardi., 1862, p. 198, fig. 6-8 della tavola.

(3) Schliemann, Ilios, p. 609 e seg., p. 616, fig. 1168. Per
la decorazione identica a quella dell'esemplare dello Spano
(op. cit., fig. 6) cfr. Schliemann, op. cit., p. 246, fig. 35. Anche
in Sicilia si ritrovarono esemplari analoghi : cfr. Orsi, Jlfon.
Lincei, II, p. 22, tav. II, fig. 8.

giacitura, cosicché è incerto se provengano da antiche
abitazioni o da tombe, benché il loro ottimo stato di
conservazione renda di gran lunga più probabile
questa seconda ipotesi.

Riguardo alla tecnica questi vasi non differiscono
dagli altri sino ad ora studiati ; sono infatti plasmati
in impasto di argilla e pietruzze più o meno piccole,
in proporzione collo spessore e quindi anche colla
grandezza delle pareti del recipiente; sopra l'impasto
è poi distesa l'ingubbiatura in argilla pura, nera nei
vasi non cotti dopo ingubbiati, e rossa lucente in quelli
esposti di nuovo al fuoco.

Le varie forme possono studiarsi nella tav. XVIII,
che riproduce i migliori esemplari ; vi si notano dei re-
cipienti a pancia tronco-conica e fianchi leggermente
svasati, simili ad alcuni di S. Bartolomeo (tav. Ili,
fig. 11), provvisti o privi di anse (tav. XVIII, figg. 3
e 21); bacini a botticello (tav. XVIII, fig. 1), identici ad
esemplari già publicati di Serbariu (fig. 18); vasi ovoi-
dali con collo per lo più svasato, ma talora anche cilin-
drico, provvisti di uno, due, o quattro manici inseriti
nel mezzo del corpo (tav. XVIII, figg. 20, 5, 2,17, 8,
9 e 7), o tra le spalle e la bocca (tav. XVIII, fig. 11).
Questi vasi sono muniti talora di un coperchio prov-
 
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