Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 11.1901

DOI Artikel:
Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi della Sardegna
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.9304#0127

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
241

DELLA SARDEGNA

242

vevano, a giudizio di costui, essere esposti nel nuraghe
stesso, affermando egli di aver ritrovato in posto entro
la cella i piedistalli destinati a sopportarli.

Ho già dimostrato che tale affermazione non può
essere presa in considerazione e che gli oggetti ritro-
vati in Abini non poterono costituire la stipe votiva
di un tempio ammassata nelle sue favisse; ma sono
invece bronzi raccolti qua e là da strati per lo più
coevi e sepolti poi in fosse scavate entro il nuraghe
in un epoca relativamente recente, quando questo mo-
numento era già in abbandono. Le scoperte di Abini
quindi non ci danno alcuna luce sulla destinazione
originaria dei nuraghi, ma provano soltanto una volta
di più che questi monumenti si adattarono in seguito
dagli indigeni a quegli scopi per i quali potevano
essere ancora utili.

Anche la notizia del ritrovamento di tre cippi co-
nici in un nuraghe (') si portò a sostegno dell'origine
sacra di questi edifici ; si ricordarono infatti i cippi di
tal forma rinvenuti nei tempi fenici sacri ad Astarte od
in quelli di Malta e di Gozo. La destinazione di questi
ultimi monumenti peraltro mi sembra almeno dubbia,
in quanto poi al valore di tali riscontri osservo che non
ne hanno alcuno, ritrovandosi simili pietre coniche in
Sardegna associate a monumenti nei quali tutti sono
d'accordo nel riconoscere uno scopo semplicemente se-
polcrale. Restano le congetture filologiche dell'Arri,
ma esse furono contraddette dal Flechia (2); siccome
poi l'applicazione di tal nome a quei monumenti
non sembra antichissima, la sua etimologia può non
essere in relazione collo scopo pel quale furono edificati.
Del resto, un semplice sguardo alla pianta nurago-
grafica della Nurra riprodotta nella tav. IX, dovrebbe
bastare ad escludere l'ipotesi che combattiamo, il
loro numero e la loro disposizione rispetto al terreno
opponendovisi nel modo più evidente.

Altri sedotti dall'aspetto esterno dei nuraghi si-
mili invero a delle torri, li credettero eretti a scopo
di difesa. Un buon terzo dei nuraghi conosciuti dallo
Spano, consistevano in una celletta alla quale si
accedeva per un corridoio, che era l'unico passaggio
per cui potevano penetrare nell'interno gli uomini,
l'aria e la luce ; mancavano sempre in queste costru-

zioni le rampe che conducevano alla supposta terrazza,
della quale non si rinvennero mai ed in nessun nu-
raghe delle tracce, che non si possano spiegar assai
meglio reputandole avanzi della cella superiore crol-
lata (').

Non era adunque dell' esterno di tali monumenti
che l'uomo si poteva valere; ma essi, come benissimo
ha osservato il Cartailhac per gli analoghi Talacoti
delle Baleari, erano costruiti per servirsi unicamente
della cella, ed il nullo suo valore difensivo ho dovuto
constatarlo io stesso un giorno che sul meriggio, di-
stante ancora da S. Antonio Ruinas ove avevo stabilito
di far tappa, ero stato costretto a sostare, per riat-
tare la bardatura del mio cavallo, rottasi per un inci-
dente al guado del Tirso, che per poco fu per essermi
mortale ; eravamo discesi di sella vicino ad un piccolo
nuraghe, ed il figlio della mia guida, entrato io nel-
l'interno per riposarmi alquanto all'ombra, aveva ta-
gliato alcuni rovi che si addensavano all' ingresso del
monumento e vi aveva appiccato il fuoco; il vento
spirava dalla parte dell' ingresso e la stanzetta in
un momento fu piena di fumo. Se si considera che
il fuoco ha avuto sempre larga parte nei mezzi di
offesa e di difesa, si comprenderà quanto poco schermo
offrissero le celle dei nuraghi, che poche frasche, al
coperto delle quali potevano avanzarsi gli assalitori,
bastavano a convertire in sepolcro dei loro difensori.

A quasi tutti gli scrittori di antichità sarde l'as-
sociazione dei nuraghi della Giara, posti tutt' all' in-
torno sulle crepidini dell'omonimo altipiano, è sem-
brata una prova irrefragabile della loro edificazione a
scopo di difesa dell' altipiano stesso. Ho visitato questo
luogo, ed ho potuto spiegarmi la ragione di un simile
aggruppamento di nuraghi. Premetto intanto che la
proposta spiegazione di tale fatto è già in contraddizione
colla stessa teoria che fa di quei monumenti altrettante
fortezze, poiché il loro grande numero non potrebbe
spiegarsi che ammettendo una minuta divisione del po-
tere (2), in opposizione colle difesa collettiva di un vasto

(') Lamarmora, Voyage, II, p. 19, pi. Ili, fig. 4.
(2) Atti delVAcc. delle Se. di Toeino, 1872, p. 859.

Monumenti antichi — Vol. XI.

(l) La somiglianza dei nuraghi con dei sepolcri moderni
ai quali accenneremo in seguito, mi inducono a ritenere che
questi edifici fossero tronchi in alto, come i tumuli spagnuoli
di Millares, e non terminassero a terrazzo ma piuttosto a cu-
pola di pietre come il restante monumento o in terra come i
sepolcri ai quali ho accennato.

(*) Di tale parere è anche il Pais, La Sardegna, ecc.,
pag. 292; il quale peraltro ammette che i nuraghi della Giara

1G
 
Annotationen