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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 11.1901

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi della Sardegna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9304#0130

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MONUMENTI PRIMITIVI

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di S. Antioco le tombe fenicie dell' antica Sulcis in-
cavate nella roccia, ed a Cagliari quelle del sobborgo
di S. Avendrace; ma chi vorrebbe perciò negare la di-
versa loro destinazione originaria? Non si comprende
quindi come a sostegno della teoria dello Spano si
siano potuti addurre fatti analoghi. Così in altri nu-
raghi notammo delle corti ad essi addossate, ricinte
di muro ellittico o di una semplice ala di muro ri-
volta a nord; in queste costruzioni si videro dei ri-
pari contro i venti di settentrione onde si credettero
confermate le vedute dello Spano; ma notammo che
le mura addossate ai nuraghi « Su Castedazzu » e
« Sfundadu » debbono ritenersi quali posteriori di adat-
tamento, non hanno quindi valore in proposito.

Il Montelius, per sostenere l'ipotesi che i nuraghi
fossero case, citò a riscontro delle abitazioni attuali
della Francia edite nei Matériaux ('), nelle quali
si notano alcune analogie, ma anche molte diversità
in confronto coi nuraghi. Nelle mie peregrinazioni
attraverso l'isola, ho notato in molte regioni delle
capanne costruite attualmente dai pastori con tecniche
simili a quelle praticate dai costruttori dei nuraghi;
peraltro le pietre poste in opera sono incomparabil-
mente più piccole, il tetto è spesso ottenuto con rami
e stoppia, anziché in pietre, e queste di solito non si
sostengono ad aggetto, ma sono sovrapposte ad una
intelaiatura in legno; le pareti sono sempre assai
esigue in confronto col diametro della stanza, e le
nicchiette che si aprono all' intorno e ad una certa
altezza, come altrettanti armadi o mensolette ri-
cavate nel muro, non hanno proprio nulla in comune
con quelle dei nuraghi; manca del resto la con-
tinuità nelle tradizioni architettoniche, onde queste
capanne non debbono considerarsi come una soprav-
vivenza dell' architettura nuragica che dal punto di
vista tecnico, mentre le relative proporzioni tra il
diametro della stanza e lo spessore delle pareti mo-
strano la diversa loro destinazione; quelle relativa-
mente spaziose e comode sono le abitazioni dei vivi,
questi, incomodi alla vita, di costruzione difficile e
lunga, ma poco soggetti per la loro massa all' azione
del tempo e delle intemperie, sono i luoghi di riposo
dei morti, ad essi destinati per 1' eternità.

(') Montelius, Der Qrient und Europa, p. 181.

La conclusione alla quale ci andiamo avvicinando
per esclusione, non può certo combattersi cogli altri
argomenti ancora più deboli dei precedenti, addotti
a sostegno della teoria dello Spano. Egli infatti vide
una conferma delle sue opinioni nell' essersi ritrovata
dell'acqua in un ambiente ricavato al disotto della
cortina che ricingeva il nuraghe Piscu; ed altri tro-
varono ugualmente favorevoli a quella ipotesi delle
interpretazioni assai dubbie di dati di scavo. Così
nella cella di un nuraghe della Nurra era scavata una
buca di ignota destinazione perchè in gran parte in-
terrata, in cui alcuno crede riconoscere un pozzo per
attingervi acqua ; anche nel nuraghe S. Andrea infine
si ritrovò dal Nissardi una grotta idrovora (sic) della
quale non fu possibile misurare la profondità e che
ciononostante si adduce come prova della destinazione
dei Nuraghi quali abitazioni.

Descrivendo il nuraghe Piscu abbiamo già escluso
che la cella nella quale gli scavatori trovarono 1' acqua
fosse costruita appositamente per contenerla, non
aveva infatti i caratteri essenziali di una cisterna,
nè sarebbe stata costruita in quel luogo se avesse
dovuto servire a quello scopo. Eiguardo al foro pra-
ticato nella chiave della vòlta, potè benissimo essere
del tutto accidentale, o praticato chi sa in qual tempo
ed a quali scopi. In quanto al pozzo del nuraghe
" Fiumen Longu » (cfr. pag. 101, fig. 65) non vi ha
alcun argomento per ritenerlo contemporaneo alla
cella nella quale è scavato e non prova quindi nulla
in proposito. Il nuraghe S. Andrea poi è assai com-
plesso ed è costituito da un miscuglio di fabbriche
erette seguendo piani diversi e perciò appartenenti
forse a diverse età e la grotta è preesistente al nu-
raghe primitivo che casualmente gli fu costruito vi-
cino. Del resto questi fatti costituiscono delle ecce-
zioni trascurabili fra tante migliaia di nuraghi e non
possono perciò servire di base ad una teoria sulla
destinazione di tali monumenti.

Così pure la loro distribuzione topografica, essendo
vicini di solito a corsi d' acqua o sorgenti, a torto si
addusse a sostegno della teoria dello Spano, giacché
l'uomo di solito si stabilisce ove l'acqua è abbon-
dante, quivi perciò di necessità sorgono i monumenti
a qualunque scopo essi siano eretti.

Vicine ai nuraghi, si notano assai di frequente
le così dette tombe dei giganti e le domo de jana,
 
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