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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 11.1901

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi della Sardegna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9304#0134

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MONUMENTI PRIMITIVI

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quelle spade ricordano un costume di popoli affini ai
Sardi, i quali, ancora nelle epoche storiche, solevano
lasciare delle armi con doni votivi nei sepolcri dei loro
parenti.

Tombe dei giganti.

Spesso vicino ai nuraghi ed alle domo de jana
si notano in Sardegna le « tombe dei giganti », nome

il volgo costruite per contenere un solo cadavere di
statura colossale.

Nella località « S'An-enadu » presso Ozieri, ho
avuto agio di scavare e studiare due di questi mo-
numenti esistenti nella proprietà dei Signori Sales.
Lo scavo se non fu fortunato riguardo ai corredi fu-
nebri, poiché non ritrovai in tali tombe già devastate
ab antico che un coccio in impasto, avanzo di un vaso

che queste costruzioni hanno in comune con altri se-
polcri analoghi dell' Europa settentrionale e che si
deve alla grande mole dei massi che li compongono
ed alla straordinaria lunghezza delle celle, ritenendole

non si oppone affatto alla sua originaria destinazione sepolcrale:
così sarebbe vano l'addurre contro queste conclusioni il ritro-
vamento di forme per fondere oggetti coevi ai nuraghi in due
di questi, e la presenza di frammenti di metallo destinati,
probabilmente alla fusione, nella cella del nuraghe Olostiu ;
è probabile infatti che questi rinvenimenti eccezionali deb-
bano spiegarsi analogamente ai ripostigli di Abini giacche non
volendo accettare questa spiegazione bisognerebbe dedurne che
i nuraghi erano destinati alla fusione dei bronzi; mentre è
evidente che non è questo lo scopo pel quale si eressero quei
monumenti.

di grandi dimensioni, mi permise però di riconoscere
alcune interessanti particolarità architettoniche di quei
monumenti.

Al primo di questi sepolcri, che presento disegnato
in pianta e sezione alla fig. 136, si accede per un
area a segmento di cerchio, recinta nel lato curvo dai
resti di un muro di pietre sovrapposte a secco. Nel
punto in cui le due ali dell' emiciclo più si avvici-
nano l'una all' altra, due blocchi squadrati, infitti ver-
ticalmente nel suolo ai fianchi delle ali stesse, costi-
tuiscono gli stipiti di una porta che non sappiamo come
fosse ricoperta, essendo tronchi a non grande altezza
dal suolo. Varcata la soglia si entra in una cella rettan-
golare, stretta ed assai lunga, della quale non restano
 
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