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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 11.1901

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi della Sardegna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9304#0137

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2(31

DELLA SARDEGNA

262

Questo monumento completa quello di Goronna, e
ci lascia inoltre supporre che il paramento esterno dei
muri della cella, che termina appunto dietro ed ai lati
del lastrone di facciata, ne seguisse pure in alto il
contorno; onde tali sepolture avrebbero avuto in ori-
gine all'esterno la forma di una chiglia rovesciata e
sarebbero state pertanto del tutto analoghe ai Naos
delle Baleari ('). Nelle varie regioni peraltro si notano
alcune particolarità locali nella costruzione di questi
monumenti, non si può quindi escludere che alcuni
avessero all' esterno un diverso aspetto, e fossero ad

Talora si ritrovano associati a questi monumenti
dei botili conici. A Tannili, non lungi da Macomer,
esisteva ancora ai tempi del Lamarmora (') una tomba
di gigante, e parallelamente ad uno dei suoi lati erano
rizzati in fila sei grandi pietre tagliate a cono (fig. 139),
tre delle quali provviste di sporgenze mammillari (cfr.
fig. 140). Oggi la sepoltura è scomparsa, ma sono ri-
masti più o meno in posto i betili. Non lungi di lì, a
Dualchi, dei simili coni di pietra erano associati in
altra guisa ad una tomba di gigante, erano cioè di-
sposti in circolo avanti al suo ingresso (2).

Fig. 130. — Pesti del monumento sepolcrale di Tamuli presso Macomer (fot. Vochieri).

esempio ricoperti con un tumulo in terra (-); benché
non ne abbia trovato tracce in nessuna delle molte
sepolture di giganti da me visitate.

Non sempre poi la facciata è costituita da un la-
strone di pietra decorato con una cornice e diviso da
bande rilevate, giacché spesso è rozzo ed appena spia-
nato nella faccia esterna.

(') Se tale ipotesi coglie nel vero, potrebbe forse confer-
mare quella già esposta sulla forma curvilinea della parte alta
dei coevi nuraghi, dedotta semplicemente dalla loro analogia
coi Sesi di Pantelleria.

(2) Ad ogni modo però la sezione ricostruita di uno di
questi sepolcri data da Baux e Gouin nei Matériaucc, 1882-83,
]). 200, fig. 215, nella quale si suppone che i lastroni di co-
pertura della cella restassero allo scoperto è certamente errata;
la loro superficie bruta, posta a confronto con quella sbozzata
dei paramenti destinati certamente ad esser veduti, dimostrando
appunto il contrario.

Le sepolture di giganti per l'assieme dell'aspetto
esterno, ed in parte per la disposizione interna del vano
sepolcrale, come pure per la tecnica colle quali sono
costruite, somigliano molto alle Naos delle Baleari (3),
le quali si distinguono e per l'allargamento del cor-
ridoio di accesso che quasi forma anticella, e per
lo spiraglio talora praticato, a somiglianza di quanto
osservammo nei nuraghi, al disopra dell'architrave (4).
Peraltro nelle sepolture delle Baleari la facciata sem-
bra che fosse sempre costruita a filari di pietre sovrap-

( M Lamarmora, op. cit, II pi. IV.

(2) Lamarmora, op. cit., pi. III, fig. 2, p. 15.

(3) Cartailhac, Monumenti primitifs des Ues Balearos,
p. 32, fig. 23 (Rafal Rubi).

(4) Cartailhac, op. cit., p. 34; Martorell y Pena, Apunles
arqueologicos, p. 205.
 
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