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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 11.1901

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi della Sardegna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9304#0146

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279

monumenti primitivi della sardegna

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ducendo principalmente nei luoghi che toccava, insieme
alla metallurgia e ad altre tecniche od elementi artistici
nuovi, anche le celle a forno in pietra od incavate nella
roccia, i dolmen e le altre costruzioni megalitiche, che
in ciascuna regione dovevano poi avere in seguito di-
verso sviluppo e varia fortuna.

La Sardegna non fu vivificata soltanto da questa
corrente durata dal periodo premiceneo sino a quello
della dominazione punica ; essa infatti deve in parte
il suo sviluppo anche alla corrente commerciale che
dall' Oriente faceva capo alle bocche del Rodano e
per le valli di questo fiume si spingeva sino alle lon-
tane regioni del Baltico, affievolendosi man mano che
si allontanava dal mare, per assumere qua e là ca-
ratteri e vita propria.

L'Helbig ritenne che tale via commerciale, alla
quale accennano del resto gli stabilimenti dei Foceesi
in Sardegna, in Corsica ed alle bocche del Rodano, fosse
frequentata dai Greci almeno sin dalla prima metà del
secolo V('); il Pais, il quale pel primo, seguendo
criteri storici, additò questa via come una delle prin-
cipali fonti di civiltà della Sardegna, è convinto che
possa essere più antica, e ritiene col Mùllenhoff che i
Greci abbiano a questo riguardo seguito le orme dei
Fenici (2); i confronti che abbiamo addotti tra i mo-
numenti sardi e quelli della Provenza o delle valli del
Rodano e delle Marne, sono la prova più evidente del-
l' alta antichità di questi commerci di transito che di
necessità dovevano toccare la Sardegna, ove i trafficanti
orientali sino dall'alba dei metalli introdussero oggetti
importati dalla loro patria, od esportati dalle valli del
Rodano. È pure possibile del resto che di buon ora
si siano avviati commerci diretti fra gli abitatori della
Sardegna e quelli delle Bocche del Rodano attraverso
la frapposta Corsica ; non conoscendo il materiale ar-
cheologico di quest' isola, non possiamo deciderci su tale
ipotesi, che le condizioni dei luoghi rendono probabile.

La posizione della Sardegna sul passaggio dei na-
vigli che, partiti dal Mediterraneo orientale facevan
rotta verso la ricca Tartesso o le più lontane Cassi-

(') Mem. dell'Acc. dei Lincei, 1877, p. 7.
(*) Miillenhoff, Deutsche Alter tumskunde, p. 211 e seg. ;
Pais, La Sardegna, p. 302.

terides, o semplicemente si avviavano alle bocche del
Rodano, se permise l'introduzione di quegli elementi
premicenei e probabilmente anche micenei ed in seguito
fenici, cartaginesi e greci, citati nei raffronti che man
mano ci suggeriva il materiale publicato in questa
Memoria, non riuscì però a rendere la civiltà sarda
schiava delle correnti, che determinate da popoli di-
versi nelle varie epoche ne lambivano le spiaggie. Gli
approdi infatti non sono numerosi nell' Isola ; e nella
restante spiaggia la linea degli stagni rendeva impos-
sibili i traffichi, mentre le foreste e le estese montagne
del centro favorivano la indipendenza e l'isolamento
dei suoi abitatori, e quindi anche lo sviluppo di arti
locali, delle quali ho dato non pochi saggi.

Queste arti ci mostrano una evoluzione continua
degli elementi introdotti nell' isola all'alba dei metalli ;
ai quali naturalmente si vanno associando man mano
i nuovi che il commercio introduce di continuo. Cer-
tamente poi il loro sviluppo perdurò contemporanea-
mente alle influenze fenicie; ora se si considera che
in Sardegna molte sepolture di Penici racchiudono
iscrizioni che è facile datare con certezza, si potrà in-
travedere l'importanza di quest' isola riguardo alle
questioni cronologiche sollevate dai recenti scavi nelle
regioni all' intorno.

Nel frattempo urge che le autorità, cui spetta la
tutela dei monumenti dell' isola, ne curino la loro
effettiva conservazione. Coi miei Occhi ho dovuto veri-
care la distruzione di monumenti importanti al solo
scopo di procurare della pietra, altri servono ad usi
agricoli, o quali ricoveri dei pastori, altri ancora sono
saccheggiati da ignoranti cercatori di tesori, che sper-
dono o fondono il materiale distruggendo oggetti di
un'importanza forse capitale per la scienza; e ciò
continua malgrado le proteste di alcuni intelligenti e
quelle di autorevoli riviste scientifiche.

Occorre adunque nell'interesse della Sardegna stessa
che cessi questa sistematica ed incivile distruzione dei
suoi monumenti, giacché se le voci di protesta fossero
destinate ancora per molto tempo ad elevarsi inascol-
tate nel deserto, ne resterebbero compromessi i futuri
scavi, che dovrebbero accertare rovine recenti, là ove
furono monumenti antichi.

Giovanni Pinza.
 
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