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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 11.1901

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De Sanctis, Gaetano: Esplorazione archeologica delle provincie occidentali di Creta: topografia e monumenti
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https://doi.org/10.11588/diglit.9304#0158

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303

ESPLORAZIONE ARCHEOLOGICA

304

è da escludersi pel rilievo, dove Diktynna appare già
in abito di cacciatrice. Del resto qui la figura di
Afrodite in doppia veste concorda benissimo coi tipi,
sian pure generici, che si vedono adattati alle rappre-
sentanze di lei in bassirilievi attici della buona epoca,
dei quali basta citare uno che si conserva a Venezia (').

I dati cronologici che ci sono forniti dall'iscri-
zione e dalla forma delle sue lettere, nonché dal tipo
sopra indicato della nave permettono di assegnare con
sicurezza la stela alla prima metà del III secolo a.
C. ; e questo va perfettamente d'accordo collo stile
della parte figurata.

Questa determinazione dell' età non è senza impor-
tanza, poiché, oltre al fornirci una data cronologica
per una rappresentanza dell'Afrodite svn'Aoia, ci per-
mette anche di stabilire che in quell'epoca era già fissato
il tipo artistico dell' Artemis detta di Versailles. In
pari tempo l'aspetto di questa attribuito a Diktynna ci
dà la riprova palpabile che la forma propria della dea
cacciatrice, di cui troviamo i precedenti già nei tempi mi-
cenei (2), era pure la forma tipica, sotto la quale i Cre-
tesi si immaginavano la loro dea nazionale, e che finora,
pei tempi classici, ci era indicata soltanto dalle mo-
nete. La capra selvatica, che qui si vede sostituita
alla cerva, dà, per così dire, un' intonazione più par-
ticolarmente locale alla rappresentanza (3).

Quanto all' esecuzione del rilievo noterò che essa
è buona senz' essere squisita ; la corrosione stessa della
superficie nuoce non poco all' effetto. Il rilievo è bas-
sissimo e piatto ; le più modellate ed aggettanti sono
le figure muliebri ; la nave, l'albero, 1' antemio del
fastigio e gli animali sono pochissimo rilevati e lisci ;

(') Monuments grecs, 1881, tav. I, p. 3 sgg. (Collignon);
Roscher, Lexikon d. Mythol., I, p. 406 ; cfr. anche la Venus
Pompeiana dianzi citata.

(2) Cfr. Tsountas-Manatt, Mycen. Age, p. 298 fig. 153-155.

(3) Ciò che qui sopra è esposto dà ragione a Svoronos,
op. cit., p. 123-4, che per una moneta di Traiano, ih. tav. XXXIII,
23-24, ripudia il nome di Diktynna dato da altri ad una figura
muliebre, più probabilmente la Ninfa del Diktynnaeon, che
tiene sulle ginocchia Zeus bamhino. Il cervo poi anche nelle
monete cretesi, a differenza della capra silvestre, è raro ma
non manca. Quest'animale, che ora è spento nell'isola, non era
frequente nemmeno nell'antichità, ma le notizie intorno alla sua
esistenza sono state confermate dal rinvenimento di ossa e corna
cervine in una cisterna scavata teste sull'acropoli di Axos dalla
Missione archeol. italiana. Il che parimenti avvalora le osserva-
zioni fatte su tale argomento dallo Svoronos, 1. cit., p. 121 sgg.

il capretto vicino all' albero è soltanto disegnato con
contorno inciso sulla pietra. Ho appena bisogno di
notare che i minuti particolari delle figure doveano
essere delineati con colori.

Kisamos.

Questa città, che va distinta dalla Kisamos ini-
vsiov di Aptera, giaceva in fondo alla baia che si
apre tra i due lunghi promontori Korykos e Psakon,
oggidì Grabusa e Spada. Il suo posto è quello stesso
che è occupato dal moderno villaggio di Kissamo,
conservante ancora l'antico nome ('). A parte qualche
scarsa menzione negli antichi testi, noi non sappiamo
nulla della sua storia e nemmeno è sicuro se fosse
città autonoma e battesse moneta propria, oppure fosse
alle dipendenze della vicina Polyrhenion, quantunque
gl'indizi siano piuttosto a favore della prima ipo-
tesi (2).

Ciò che di più considerevole si vede oggi a Kis-
samo è il vecchio castello veneziano. Anche il villaggio
moderno, dopo la recente rivoluzione, non offre che
uno spettacolo miserando di rovine ; e dei tempi an-
tichi solo scarsi resti appaiono qua e là in mezzo
a quelle. Ad ogni modo, essi bastano ad attestare
che ivi fu una città di non lieve importanza, almeno
nella età romana, alla quale si rapportano tutti gli
avanzi che io vidi, e forse anche quelli che altri già
segnalarono, e che certo erano allora più numerosi e me-
glio conservati. Il Buondelmonti (3) menziona, oltre che
un vetusto ponte di pietra ed alcune grotte sotter-
ranee, un « ingente palatium cum multitudine colum-
narum iam fere prostratum... et in secessu marmoreas
tabulas »; ed il Pashley (0 e lo Spratt (5) accennano
ad avanzi delle mura, fusti e basi di colonne mar-
moree e granitiche, un capitello ionico ecc. Alcuni
pezzi di colonne vidi anch'io qua e là, fra cui uno
di cipollino, lungo circa m. 2,20 e del diametro di
circa m. 0,60, giacente fuori del castello, poco lungi

(1) Cfr. Bursian, Geographie von Gì'iechenland, II, p. 551.

(2) Svoronos, op. cit., p. 55 sgg., dove anche la più re-
cente bibliografia.

(3) Description des iles de VArchipcl., publiée par Emile
Legrand. Paris, 1897, p. 113.

(4) Op. cit., II, p. 43.

(5) Op. cit., II, p. 218.
 
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