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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 11.1901

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De Sanctis, Gaetano: Esplorazione archeologica delle provincie occidentali di Creta: topografia e monumenti
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https://doi.org/10.11588/diglit.9304#0182
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351

ESPLORAZIONE ARCHEOLOGICA

352

La posizione naturale e le opere di difesa aggiunte
dall' uomo facevano Phalasarna una città molto forte.
Assolutamente inaccessibile dalla parte del mare, nel
lato che la congiunge alla terra l'acropoli era protetta
da una salda linea di mura, munite di bastioni e torri
quadrate, per tutto il tratto che corre dall' uno al-

Le dimensioni dei blocchi sono varie; in media la
lunghezza è di 1 metro o poco più, la larghezza
m. 0.60, l'altezza m. 0,40.

Sulla descrizione del Pashley devo peraltro fare
una riserva. Egli dice che la linea delle mura era
non semplice ma doppia ; tuttavia della seconda linea,

l'altro seno del mare. Se ne veggono ancora avanzi
considerevoli, di cui già da un pezzo ha dato suffi-
cienti notizie il Pashley; onde io posso limitarmi a
dare qui quello che non si trova nel suo libro e nelle
relazioni degli altri che lo seguirono, vale a dire
un saggio grafico, che mostri meglio il carattere di
quelle costruzioni. Nella tavola XX-XXI, n. 2, è rap-
presentato uno dei bastioni che sporgevano dalla linea
delle mura verso nord. Esso sta tre o quattro metri
al disopra del livello del campo, e, come tutto il resto,
è di buona costruzione a blocchi rettangolari messi a
strati orizzontali senza cemento, dei quali otto si
conservano sul lato nord e parzialmente sette sulla
fronte est. che è più rovinata. La lunghezza del ba-
stione è di m. 10,90, la sua sporgenza di m. 7,70.

Spratt in Travels, II p. 229, completata e in parte anche corretta
sul posto dal pruf. Halbherr. Fu anche tenuto conto di un'altra
carta dal titolo : Plans ofports in Candid or Crete, surveyed
under the directions of capt. T. Graves and T. Spratt ; London.
Published at the admiralty 28 feb. 1861. Vi è disegnato anche
un profilo del promontorio veduto dal mare.

che avrebbe dovuto essere più in su nel fianco del
monte, nè io nè il prof. Halbher abbiamo potuto ri-
levare alcuna traccia. Eorse fu un'illusione dell'autore,
nata dall'osservazione di qualche muro di sostruzione
o di terrazza appartenente di carattere ciclopico, ma
che non per questo sarà da credere antichissimo, po-
tendo essere stato fatto così, solo perchè si trovavano
sul luogo le pietre che si prestavano ad un'opera di tal
genere. Uno di questi muri di terrazza si scorge nella
stessa nostra tavola XX-XXI, n. 2, al di sopra del ba-
stione ellenico ed è più chiaramente rappresentato
nella figura 48. Del resto non posso omettere di no-
tare che lo stato di conservazione delle rovine di Pha-
lasarna sembra essere oggi molto meno perfetto che
ai tempi del Pashley e dello Spratt medesimo. Anche
la pianta data da quest'ultimo, che, pur avendo qualche
redintegrazione, sembra molto fedele, è troppo ricca
in confronto ai residui che si vedono oggidì. Ma non
so se questo basterebbe a spiegare la totale sparizione
della seconda linea di mura, qualora questa fosse
veramente esistita.
 
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