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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 11.1901

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De Sanctis, Gaetano: Esplorazione archeologica delle provincie occidentali di Creta: topografia e monumenti
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https://doi.org/10.11588/diglit.9304#0188
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363

esplorazione archeologica

364

come ho detto già sopra, è molto estesa e comincia
subito appresso alle rovine sparse della città, con-
tinuando poi per lungo tratto della campagna pianeg-
giante verso sud-est. Un gran numero di tombe a
fossa e con lastroni si veggono qua e là scoperchiate
e manomesse, in guisa da dare un aspetto lugubre a
quella landa arida e desolata.

Pig. 59. — Phalasarna. Euderi di un tempio (?).

Aggiungasi poi il fatto che, mentre tutti i pressi
dei moli pullulano di avanzi di edifici, lo spazio da
essi racchiuso, cioè quelle che rappresenta il bacino, è
precisamente privo di qualsiasi traccia di costruzioni.

Per ciò che riguarda le costruzioni stesse ora, come
abbiamo detto sopra, se ne rintracciano gli avanzi in
numero assai minore di quelli indicati nella pianta

dello Spratt, qui riprodotta e completata (pag. 349).
Questa discrepanza sarà dovuta ad una successiva e
più intensa opera di distruzione. I resti più notevoli
sono quelli che sembrano appartenere ad un tempio,
forse piuttosto di Apollo che di Artemis('). Ma nello
stato presente non è facile rilevarne la pianta, tanto più
che vi si vedono tracce di due costruzioni, differenti
per orientazione e per livello, evidentemente di epoche
diverse. La fig. 59 rappresenta la parte inferiore di
una di esse, costruite in belli strati di parallelepipedi.

Necropoli.

Di questa quasi nessun accenno si trova nelle
relazioni di coloro che mi hanno preceduto. Essa,

(') Pashley e Spratt (cfr. la pianta topografica di questo
a p. 229) pensano al tempio di Artemis-Diktynna, pel quale
per altro cfr. sopra p. 302, nota 2. Se anche vi fu un tempio
di Diktynna a Phalasarna, non ahbiamo alcun indizio per la sua
ubicazione, laddove lo Stadiasmo dice espressamente che un tem-
pio di Apollo era sul porto.

Presso le tombe, a non molta distanza dalla città,
sorge il trono colossale (A nella pianta) ricavato dalla
viva roccia, che si vede bensì già figurato nelle opere di
Pashlej' e di Spratt, ma in modo così imperfetto che
credo giustificate le nuove riproduzioni che ne do alle
figg. 60 e 61 da schizzi e fotografìe. Dopo tanti secoli
esso sta ancora là per quanto un poco danneggiato ; la
spalliera è un poco rotta in cima, i piani sono qua e
là consumati, nel piano del sedile sono sei buchi di
differente larghezza e profondità (il più grosso pro-
fondo 15 cm.) più probabilmente causati dall' intem-
perie che dalla mano dell' uomo. Ha la forma di una
semplice sedia a bracciuoli, massiccia, con piani lisci,
senza alcun ornamento; nella parte posteriore all'al-
tezza di 60 cm. da terra è stata lasciata nel masso
una scarpa a rinforzo. L'altezza massima totale è
ora di m. 2, del sedile in. 0,64, dei bracciuoli da
terra m. 1,55, dal piano del sedile m. 0,91; lunghezza
di questi all'interno m. 0,95, all'esterno m. 1,20;
larghezza della spalliera all' esterno m. 1,29.
 
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