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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 11.1901

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De Sanctis, Gaetano: Esplorazione archeologica delle provincie occidentali di Creta: topografia e monumenti
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https://doi.org/10.11588/diglit.9304#0214

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415

ESPLORAZIONE ARCHEOLOGICA

416

nella tavola XXIV. I muri sono costruiti alla stessa
maniera della cinta della città, cioè con sassi poligonali
di varie grandezze, ma un po' meglio spianati all'es-
terno. Lo spessore del muro corto nord-est figurato
nella nostra tavola è di m. 1,10, la lunghezza di
m. 20,41.

All'esterno, a poca distanza dal lato più lungo
sud-est si nota nel terreno una cisterna, visibile an-
ch'essa nella fotografia, a sinistra.

Sì fatto edificio evidentemente non era una comune
abitazione privata; sebbene non sia così vasto come
sarebbe da aspettarsi, tuttavia tra le varie rovine di
edifici non ho visto alcun altro che abbia meglio di
questo l'apparenza di una residenza signorile, del
palazzo dell' ara!- della città. Che infatti la sua fon-
dazione debba riferirsi ai tempi antichissimi degli
avaxieg, all' epoca che convenzionalmente diciamo
micenea, ce lo dice il sistema di costruzione così del-
l' edificio in parola come della cinta murale.

La posizione stessa della città sopra un monte di
difficile accesso, il quale domina tutti i colli e i bur-
roni circostanti fino al mare, che è in vista, era una
delle più forti e delle più rispondenti allo spirito ed
ai bisogni di quei tempi. Ma qual' era il nome di
questa città che ancora oggi dopo tanto volgere di
secoli ci si mostra così imponente nell'aspetto delle
sue rovine? Il Pashley con buone ragioni collocò qui
Hyrtakina, e con lui si accordarono tutti gli archeologi
e geografi, ad eccezione del citato Thenon, il quale pre-
ferì riconoscere in questa una città degli Achei, anni-
dati tra i Monti Bianchi e quivi resistenti per lungo
tempo, ma invano, alla Rabboccante potenza dei Dori ;
chè la città, che, secondo lui, potrebbe essere Achaea
stessa, dopo aspre lotte sarebbe stata presa e sman-
tellata ed avrebbe cessato d'esistere prima ancora che
gli storici cominciassero a parlare. Ma queste non
sono che mere fantasie al pari della sua troppo poe-
tica descrizione della vita e delle condizioni di quel
popolo avanti una tale catastrofe. L'argomento che
egli adduce in appoggio della sua opinione, che cioè
in tutto quel vasto campo di rovine non vi sia alcuna
traccia di costruzione dei tempi greci classici, non
regge, perchè contradetta dall'esistenza del frammento
di colonna dorica, che ho sopra ricordato, e dalla qua-
lità dei cocci sparsi sul suolo, che ci fanno testimonio
della vita continuata lassù fino ad un'epoca relativa-

mente tarda ('). Tra questi avanzi non mi venne fatto
di vedere alcun coccio « miceneo » come non mi è
accaduto di vederne in alcuna delle altre località visitate
della regione occidentale dell' isola ; il che tuttavia
mentre non basta ad infirmare l'opinione sovraespressa
circa la data delle mura, è un indizio di più della
lunga durata di questa città.

Non si può giudicare soltanto da quello che ora
apparisce nel soprassuolo; gli scavi sistematici, che
la Missione italiana si propone di fare in quel sito,
è da sperare che portino alla luce documenti più si-
curi. Intanto non mancano fin da ora prove irrefra-
gabili di quanto ho detto ; le troviamo tanto in una
parte della stipe votiva raccolta in un santuario appiè
dell'acropoli, quanto nella suppellettile ricuperata di
qualche tomba, di cui riferirò subito qui appresso.

Per quello poi che riguarda la scarsità, se non
l'assenza, di pezzi architettonici più recenti dentro
la città, questo si può spiegare non solo colla man-
canza di scavi e coll'azione distruttrice e rapace dei
contadini, in nessun luogo così viva come in Creta,
ma anche col carattere stesso della città, che persino
nei tempi del maggior fiore dell'arte sarà rimasta ap-
partata e rude, poco meno che nelle età più remote.
E un fenomeno che si ripete ancor oggi tra gli abi-
tanti di quella regione montuosa, che si vedono re-
stare molto più indietro degli altri Cretesi, viventi in
maggiori e più frequenti contatti col mondo civile.

E così non farà a noi, come al Thenon, veruna diffi-
coltà la circostanza che le monete e le poche notizie
di Hyrtakina, che abbiamo dagli antichi scrittori, ne
dimostrino 1' esistenza in tempi anche abbastanza tardi.
Hyrtakina, il cui nome vediamo figurare anche nella
lista delle città cretesi alleate con Eumene II accanto
a quello di Elyros, era allora, dopo questa, la città
più importante del sud-ovest. Noi sappiamo inoltre che
stava vicina ad Elyros ; gli stessi suoi tipi monetari,
analoghi a quelli di questa seconda città, ce ne pro-
vano la coesistenza e le relazioni. A sì fatte condi-
zioni nessun altro sito sembra corrispondere meglio

(') Cito p. es., due frammenti da me raccolti di labbri
di vasi di grande spessore, fatti con argilla fina rossastra e
Coperti di vernice nera, simili a quelli di Phalasarna. Incor-
derò anche uno di quei soliti dischetti d'uso incerto di terra-
cotta, piatti con un buco presso l'orlo (diam. in. 0,075).
 
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