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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 11.1901

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De Sanctis, Gaetano: Esplorazione archeologica delle provincie occidentali di Creta: topografia e monumenti
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https://doi.org/10.11588/diglit.9304#0227
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DELLE PROVINCIE OCCIDENTALI DI CRETA

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ritta sulla spiaggia di Suja. Quivi era stata traspor-
tata dal proprietario, un papàs, che voleva venderla
all'estero, ma le trattative, ostacolate anche dai tor-
bidi della rivoluzione, non approdarono, ed ora il
Governo cretese procura di acquistarla pel Museo della
Canea. Ed essa ci servirà bene a chiudere questo ca-
pitolo intorno ad Elyros.

È una statua di uomo d' età matura più grande
del vero (alta m. 2,17 compresi 10 cm. dello zoc-
colo; la testa alta m. 0,35), di marmo pentelico e
benissimo conservata. Manca soltanto un poco della
punta del naso, l'estremità del rotolo tenuto dalla
sinistra insieme colla punta del pollice e una falange
dell' indice di questa, un po' della punta delle dita
nei piedi, una piccola scheggia nella piega accanto
alla mano destra e poche altre schegge qua e là sul
panno ; la testa è rimasta sempre attaccata al busto.
Parte della faccia, della barba e qualche punto del
corpo sono macchiati da incrostazioni terrose.

Si tratta di qualche ragguardevole personaggio,
filosofo o retore o poeta, come ci viene indicato
dal volume che stringe colla mano sinistra e dallo
scrigno che sta vicino ai suoi piedi. Egli è rap-
presentato in atteggiamento ed abito poco dissimili
dalle note statue di Sofocle e di Eschine, ma è di
epoca più recente. Diritto su ambedue le piante fisse
al suolo, gravitando specialmente sulla destra, è tutto
ravvolto dall' ampio himation rigettato sulla spalla
sinistra e stretto al corpo sì da formare numerosi
partiti di pieghe ; l'uno dei lembi dalla spalla scende
di dietro a zig-zag fino in basso, l'altro è in parte
raccolto attorno al braccio sinistro. Di sotto 1' hima-
tion l'accollatura d'un corto chiton è resa visibile
dall'apertura prodotta dal braccio sinistro appoggiato
all'orlo di quello. I piedi sono calzati coi sandali,
annodati con correggiole formanti un fiocco, da sotto al
quale scende sul dorso una linguetta adorna nel mezzo
con una borchia rilevata. Lo scrigno che è ellittico e
sulla cui superficie è rilevata una fettuccia infilata ad un
anello, sta chiuso. La persona è piuttosto corpulenta sì
che il petto ed il ventre si avanzano alquanto da sotto
alle pieghe dell'abito, i piedi sono grossi, le spalle
quadrate, il collo toroso e con due pieghe. La testa
è anch' essa un po' grande in proporzione, ed essa ed
il collo sono alquanto incurvati in avanti. La faccia
è contornata dai capelli pettinati in avanti e da una

folta e cortissima barba, ed il mento è diviso da una
caratteristica fossetta verticale, le labbra sono ser-
rate e l'inferiore, piuttosto piccolo, è accentuato da
una piega abbastanza forte tra esso ed il mento ; gli
orecchi sono assai grandi, gli occhi alquanto borsel-
lati con una curva sensibile che scende dall' angolo
interno. L'aspetto è severo e pensoso col guardo fisso
davanti, ma con tutto ciò e nonostante 1' aggiunta del
volume che ha in mano e dello scrigno custode del
sapere, in esso non brilla il lume dell' ingegno e nem-
meno un lampo vi appare del genio che anima il
nobile volto di Sofocle, oppure dell'agile intelligenza
che si rispecchia in quello di Eschine.

Non lieve tuttavia è il suo valore come statua
iconica, quasi perfettamente conservata, di un Greco,
e probabilmente di un Cretese, purtroppo a noi sco-
nosciuto, i cui tratti fisionomici, un po' rudi, sembrano
bene rilevati. Il realismo che in questi ed in tutta
la persona si riscontra indica un fare, che già si
accosta all'arte dei ritrattisti dell'epoca romana senza
però raggiungerla, a mio avviso; l'epoca di questa
statua è da cercare con tutta probabilità in uno degli
ultimi due secoli avanti l'era volgare. Negli occhi
non vi è alcun accenno di pupille incise, invece una
piccola linea incisa contorna le palpebre inferiori;
ed il lavoro, sebbene non squisito e non scevro di
difetti, è tuttavia condotto con diligenza. Le carni
sono bene levigate, laddove il panno conserva la ru-
videzza della raspa, evidentemente a bella posta. Le
pieghe sono scolpite con parsimonia senza troppi scuri
e con passaggi abbastanza dolci. In qualche sotto-
squadra, specialmente nelle pieghe della spalla e
sotto il braccio destro, si vedono tracce che paiono
di trapano. La barba e i baffi sono eseguiti a scal-
pellature larghe e quasi sommarie. I capelli sul da-
vanti sono fatti a lievi ondulazioni naturali, men-
tre alla nuca sono stilizzati a tratti orizzontali ser-
peggianti. Il panneggio della parto posteriore mostra
un' esecuzione invero un po' più sommaria, ma non
trascurata. I difetti maggiori si notano nella fattura
delle mani, che sono piuttosto disanaloghe e brutte:
le dita della destra sono troppo lunghe e quasi tutte
uguali.
 
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