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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Editor]
Monumenti antichi — 11.1901

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De Sanctis, Gaetano: Esplorazione archeologica delle provincie occidentali di Creta: topografia e monumenti
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https://doi.org/10.11588/diglit.9304#0278
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543

L'iscrizione è stata riferita al III secolo: ma ora
che conosciamo meglio la paleografia delle iscrizioni
cretesi del III sec. non possiamo avere alcun dubbio
che essa non è anteriore al sec. II av. Cr. Riguardo
alla interpretazione, gli ultimi versi coi supplementi
del Blass non offrono difficoltà. Quanto ai primi il
Blass, Jahrbiicher fiir Philol. 143 (1891), p. 1 segg.
interpreta così : « Die Mutter aller Wesen zeigt den
Menschen ein grosses Wunder: den Frommen leiht
sie dar und denen welche Zinsen (yovsà == xóxog)
versprechen, denen aber welche das Geschlecht der
Gòtter freventlich verletzen wirkt sie entgegen ». Con
perfetta ragione Maass chiama questa interpretazione
un sacrilegio. Ma non è molto superiore quella che
egli stesso propone {Athen. Mittheil., XVIII, 1893,
p. 272 segg.): « Bs ist ein gewaltiges Wunder dass
Rhea den Frommen, zumai den Mùttern, weissagt ».
In questa interpretazione non si capisce in che con-
sista il \isya Oavfia : oracoli in Grecia se ne potevano
avere ad ogni cantone di strada : a meno che non sia
la perifrasi maschile di yovsàv vixsypvxca per indi-
care le madri, la cui spiegazione era certo riservata
agli iniziati. Wernicke alla sua volta (ibid. XIX,
1894, p. 290 segg.) accetta in sostanza le idee del
Maass, soltanto spiega dì yovsàv vné%ovxai « die
Eltern, die ihre Nachkommenschaft unter sich haben »
accennando alla possibilità che debba supporsi uno
sbaglio di scrittura o di lettura (l'ultimo però è da
escludere) e leggersi ì>7ts'%ovxi, che vorrebbe dire « die
ihre Kinder (den Gottern zum Zweck der Weissagung)
unter (die vorgestreckte Hand) halten ». Anche qui
il fiéya daì'/xa non è punto specificato: e poi si
mette tra i padri di famiglia e i naosa^aìvovxsg
diàv yévog una opposizione che non esiste. Maass è
ritornato sulla questione nell' Orpheus, p. 309 segg.
Qui accettando in parte le idee di Wernicke, spiega
yovsàv vTis^satìai con xóxov (.ir] qinxsiv. Ma anche in
questa interpretazione egli è costretto a sottintendere
che il ybéya davfia consista in speciali rivelazioni
sull' altra vita a chi si mantiene puro da questo cri-
mine. Ed è poi da credere che tal vizio fosse allora
in Creta tanto comune da doversi esplicitamente
escludere solo quelli che se ne rendevano colpevoli
dalla classe dei pii? Un'ultima interpretazione, più
assurda di tutte, è stata proposta da Drexler, Wochen-
schrift f. klass. Philologie, 1895, n. 47, p. 1291 seg.

544

Non credo necessario di riportarla; basterà dire che
l'a. scorge nel yovsàv vnéyso~Bai una allusione a
certe cerimonie oscene delle taurobolie. Anche per
questa spiegazione vale che non è indicato il fis'ya
Oavfia; poi che l'accenno è fatto in un modo inin-
telligibile; inoltre le prime menzioni epigrafiche delle
taurobolie non sono anteriori al sec. II di Cr. Che
queste spiegazioni sono inaccettabili è evidente. E non
è meno evidente che la sola spiegazione possibile è
questa, che la Magna Mater, la dea della fecondità
(v. i testi presso Rapp nel Mythologisches Lexìkon
di Boscher, II, 1, 1643 seg.) dà ai pii desiderosi di
figli degli oracoli in seguito ai quali essi ottengono
i figli che desiderano ; oì non è relativo, ma dimo-
strativo. Così si capisce bene il contrapposto tra i
pii e gli empì; agli empì la Magna Mater nega la
discendenza; in ciò sta il fis'ya Oavfia del santuario.
Come vnéfovxai venga qui a significare « hanno, ot-
tengono, ricevono » non è molto chiaro; che abbia
questo significato è fuori di dubbio.

XIX. Lasaea.

La posizione di Lasaea è definita dal passo degli
Atti degli Apostoli 27, 8: ijXOo^isr sìg xónov xakov-
fisvov KaXovg Xi/xs'vag, oì syyvg fjv nóXig AaGcau.
Infatti poco ad oriente della rada di KaXovg Xt/xicavag,
presso cui una basilica in rovina conserva il ricordo
della venuta di S. Faolo, si trovano alcuni ruderi
romani in cui lo Spratt, II, 7 seg. ha riconosciuto
giustamente i resti dell' antica Lasaea. Stanno accanto
all' isola detta Traphos o Traphonisi perchè congiunta
con una diga di pietre (rQccyog) alla spiaggia, non lon-
tano dal villaggio ora deserto detto Chrysostomos dalla
chiesa omonima, pure essa abbandonata. La fotografia
qui riprodotta rappresenta un muro di sostruzione che
si trova in questa località. Qui fu fatto anche un
piccolo saggio di scavo in un luogo in cui secondo i
contadini del paese si sarebbero rinvenute moltissime
iscrizioni votive, statuette, ecc. Queste asserzioni erano
molto esagerate. Lo scavo mostrò che il luogo era
stato accuratamente frugato e non diede che una iscri-
zione ; un' altra rinvenuta ivi stesso era stata traspor-

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