Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 12.1902

DOI Artikel:
Pernier, Luigi: Scavi della missione italiana a Phaestos: 1900-1901
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.9305#0019

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
■21

II, PALAZZO DI PHAESTOS

22

§ 5. — Gli strati postmicenei della tersa acropoli.

Gli esempi di sovrapposizione di strati archeolo-
gici meno antichi alle rovine micenee, di cui abbiamo
già parlato ai §§ 3, 4, si ripetono con maggior fre-
quenza sulla spianata della terza acropoli. Anche qui
i differenti strati erano tutt' altro che nettamente di-
stinti, tuttavia — di ciascun' epoca restando avanzi di
suppellettile, — abbiamo potuto dare di essi una ap-
prossimativa classificazione (') la quale trova riscontro
nelle principali vicende storiche che, da pochi accenni
della tradizione, sappiamo essersi succedute in quei
luoghi :

a) Lo strato immediatamente sovrapposto al
piano miceneo è costituito dalle rovine del palazzo di-
strutto da un incendio; fra i materiali caduti dalle
parti superiori dell' edifizio e i legnami carbonizzati
erano scarsi avanzi di suppellettile micenea.

b) In alcuni luoghi questo strato di rovine fu
rimosso e sul piano miceneo — in altra orientazione —
si fabbricarono modesti edifizi di carattere privato nel-
1' epoca intercedente fra la distruzione del palazzo e
il sorgere della città ellenica. Ai costruttori di tali
fabbriche, di cui restavano notevoli avanzi, dobbiamo
-attribuire la perdita di preziosi indizi sull' architettura
dell' edifizio più antico e sopratutto la dispersione della
sua ricca suppellettile. La suppellettile caratteristica
di questo secondo strato è scarsissima e si riduce forse
a pochi frammenti ceramici di stile geometrico.

c) Ai terzo strato appartengono le costruzioni
della città di Phaestos ellenica. Delle più antiche però
sembra rimanga poco o nulla a causa della radicale
devastazione operata ivi dai Gortinii alla fine del se-
colo III av. Cr. ; la maggior parte delle rovine greche
della terza acropoli — fra cui notevoli quelle d' una
casa privata a sud e d'un tempietto d'Apollo o di
Esculapio (2) a nord-est — sembrano databili ad una
epoca relativamente bassa.

La suppellettile consiste in : statuette e bassorilievi
in terracotta, frammenti di vasi dipinti, una testina
in marmo bianco forse di Esculapio, una forma per

(') Vedi Rendiconti della R. Accad. dei Lincei, X, fase. 8°,
p. 262-267.

(2) Una base trovatavi dentro porta la dedica: -£,">;(? Jio-
yévevq KvQtjvaìog Xlaiàvt,

stampare figurine di Artemide, una ricca serie di vasi
fini a vernice nera lucente di diverso tipo.

d) Phaestos sottomessa ai Gortinii, perduto il suo
territorio, negli ultimi due secoli av. Cr. non ebbe più
alcuna importanza ed andò sempre più decadendo al-
l' epoca romana a causa del crescente splendore della
sua antica rivale.

Le rovine romane mal si possono riconoscere a
Phaestos di mezzo a quelle delle epoche precedenti,
perchè non v'ha traccia di alcuna delle solide e gran-
diose costruzioni laterizie che occupano tutto 1' ambito
della vicina metropoli gortinia; tuttavia che l'acropoli
fosse ancora abitata sotto i Romani ce lo provano i
travamenti d' alcuni dischetti in terracotta col nome
d'una famiglia romana, di lucerne fittili e d'anse di
vasi con nomi di figulinai in parte noti anche a Gor-
tvna, e di qualche moneta imperiale.

• e) Finalmente al disopra di tutti questi strati,
i quali avevano determinato un innalzamento del ter-
reno di m. 3,00-5,00 rispetto al piano miceneo, a po-
chissima profondità sotto il piano di campagna, alcune
sepolture dell' epoca bizantina.

§ 6. — Tracce d'un sedimento neolitico
nel sottosuolo miceneo.

Alcune asce levigate di pietra dura (figg. 6 e 35),
due o tre martelli di pietra con foro circolare per
l'innesto del manico, e molti coltellini d'ossidiana
(fig. 6) appartengono a un sedimento preistorico d'epoca
neolitica, del quale abbiamo scoperto pure qualche
avanzo di costruzione.

Scavando un largo pozzo, al disotto del piano del
palazzo, lungo le sue fondamenta ad occidente (tav. II, C),
fino a raggiungere la roccia, abbiamo non solo accer-
tato che queste ivi hanno un'altezza di m. 5,20, ma
— alla profondità di m. 3,70 circa — ci siamo im-
battuti in una costruzione che è stata tagliata da
dette fondamenta e consiste in piccole pietre, con-
giunte con malta. Ne restano due pareti, formanti un
angolo a sud-ovest, e lì accanto fu trovato un pezzo
di enorme osso, appartenente non sappiamo ancora a
quale animale gigantesco, parecchie scheggie d'ossi-
diana e frammenti di vasi a bucchero di pasta rozza,
mal cotta, a superficie levigata, lucida, di color nero
o marrone. Alcuni frammenti portano segni incisi alla
 
Annotationen