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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 12.1902

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Pernier, Luigi: Scavi della missione italiana a Phaestos: 1900-1901
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https://doi.org/10.11588/diglit.9305#0041

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IL PALAZZO DI PIIAESTOS

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m. 7,15 in larghezza ('). Tracce di antico pavimento
non restano; le pareti ad est o ad ovest sono in
pietra da taglio, le altre non si conservano, ma di
quella settentrionale restano i blocchi angolari, i quali
c' inducono a crederla costruita egualmente in solida
opera rettangolare, tanto più che doveva servire di
sostegno al terrapieno del corridoio sovrapposto, ove
riesce la scala 51 che sale dal megaron dello donne.
Coinè in questa parete settentrionale fosse prati-
cata un' apertura in corrispondenza alla piccola porta
eh' è all' angolo sud-est del megaron, non si può dire,
perchè non no appariscono tracce.

Assai dubbio è poi il quesito, se l'intera area 48
fosse o no coperta, e la sua denominazione di atrio
avanti il megaron delle donno apparisce del tutto
incerta, specialmente per ciò, che lo scavo intorno al
gineceo è incompiuto, e l'ingresso principale alla sala 50
sembra debba trovarsi a nord.

Per una porta all' angolo sud-ovest dell' area 48
si entra in un vano cieco, di forma rettangolare
(m. 7,li) X 1,75) dalle pareti in tutta pietra da taglio
(tav. II, 47); la parete occidentale che sostiene il
terrapieno del peristilio sovrapposto (tav. II, 74), si
conserva fino all' altezza di m. 2,80 circa. Da sud-
est poi, attraverso un vano di cui restano solo la pa-
rete occidentale e hi meridionale e un pilastro qua-
drato nel mozzo, si passa in una sala rettangolare
(tav. II, 49), chiusa tutt'intorno da muri a blocchi
squadrati.

Si stende da nord a sud per una lunghezza di
m. 11,30; è larga m. 5,10, e conserva il suo pavi-
mento calcareo, sul quale si trovò uno strato di ro-
vine, contenente un ammasso di cocci micenei di specie
diverse. La cosa più notevole in essa si è, che la pa-
rete meridionale, sopra ogni blocco della seconda fila,
ha dei segui micenei (fig. 23).

Entriamo ora nel megaron delle donne pel suo
ingresso secondario a sud-est.

In nessuna parte dell' edilìzio si desta tanto vivo
come qui il ricordo dell'antica vita, interrotta da
una subitanea catastrofe. Il fuoco ha distrutto comple-
tamente le travature, i fusti dei pilastri e delle co-

(') Presso il lato meridionale v'è un puzzo cilindrico di
epodi posteriore.

Monumenti antichi — Vol. XII.

lonne, la mano devastatrice ha troncato il sommo
dei muri, ma le pareti, ancora alte, e il pavimento
conservano nella decorazione, a placche e a stucco
dipinto, un aspetto di novità e di freschezza, e i
banchi e le scale in gesso non mostrano neppure la
traccia dell'uso; evidentemente la sala si presenta
ai nostri occhi, quale fu restaurata poco prima della
rovina del palazzo.

Misura m. 10,40 in lunghezza, m. 6,20-6,10 in lar-
ghezza (tav. II, 50; fig. 10). Sopra il pavimento cal-
careo e a placche di gesso, emergono di 5 cm. due
listoni in calcare, paralleli ai lati corti, i quali divi-
dono la sala in tre navate larghe m. 2,05 la prima ad
est, m. 2,87 la seconda, m. 4 la terza. Su ciascuno dei
listoni poggiano le basi in pietra di due colonne equi-
distanti dalle pareti e fra loro, in modo da formare
nell' insieme un rettangolo, iscritto quasi nel mezzo
della sala. Tale disposizione delle colonne, che si ri-
scontra nel megaron degli uomini a Micene e a Ti-
rinto, ci fece credere in principio, che vi dovesse essere
anche qui, nel centro, il focolare, ma nessun indizio
se n' è scoperto.

Nella navata più larga, ad ovest, corre lungo le
pareti un banco in gesso, sostenuto da pilastrini, alto
m. 0,o5, sporgente dalla spalliera m. 0,40; e a nord
una porta, fiancheggiata da due ante quadrate in
gesso, mette sul ripiano d' una scala che sale da est
ad ovest, ancora non completamente scavata.

1 muri perimetrali del megaron sono fatti a sassi
rozzi e rivestiti d'alte lastre di gesso ben connesse,
ma ne risaltano, in corrispondenza alle colonne, pog-
giati sullo stesso stilobate, dei pilastri costituiti da
blocchi di calcare sovrapposti.

La parete occidentale ha due ante quadrate in
gesso alle estremità, e verso nord — non arrivando
a toccare la parete ad essa perpendicolare, — lascia
un passaggio dalla sala ad uno stretto corridoio, che
si allunga da nord a sud, fra la detta parete e un
alto muro ad essa parallelo, il quale sostiene il ter-
rapieno del sovrapposto peristilio.

Su questo muro in origine pare, vi sia stata una
porta verso l'angolo settentrionale (fig 19): se ne
vedono ancora le fiancate in legno e in muratura
coperta di stucco dipinto in rosso, ma il passaggio è
ora chiuso e nascosto dall' intonaco tino che riveste
tutte le pareti del piccolo corridoio. In quale rela-

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