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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 12.1902

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Sergi, G.: La necropoli barbarica di Castel Trosino: presso Ascoli Piceno
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https://doi.org/10.11588/diglit.9305#0085

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153

LA NECROPOLI BARBARICA DI CASTEL TROSINO

154

Don Emidio Amadio, scoprì delle tombe a fossa con
scheletri umani spesso accompagnati da oggetti orna-
mentali, anche preziosi, nonché da armi e utensili
diversi costituenti il corredo funebre.

In seguito a tale scoperta, avvenuta nell' aprile
del 1893, il Prevosto, usufruttuario del fondo di pro-
prietà parrocchiale, si affrettò ad allargare lo scavo

stero della Pubblica Istruzione, sotto V alta direzione
dell' illustre prof. Edoardo Brizio e con l'assistenza
ininterrotta dello scrivente, si posero in luce altro
190 tombe

Queste, insieme alle 50 già scavate dal Prevosto,
formavano così il numero di 240 circa, ed erano distri-
buite sopra una superficie di circa 5000 metri qua-

per la ricerca di altre tombe. 1 risultati superarono
subito ogni aspettativa, poiché furon trovati oggetti
di sommo interesse artistico ed archeologico. Ma in
quel primo periodo di esplorazione, né fu seguito un
metodo razionale, nè si raccolsero notizie circa la
forma delle fosse e la posizione degli oggetti : anzi
per breve tempo si confusero insieme i trovamenti fatti
in sepolcri differenti.

Dalle informazioni assunte e debitamente control-
late, risultò che le fosse sepolcrali esplorate dal Pre-
vosto Don E. Amadio furono circa cinquanta; ma
una gran parte di esse non diede alcun oggetto.
Quindi si potò segnare in pianta con sufficiente esat-
tezza la posizione di sole sedici fosse, delle quali però
erano state tenute distinte le suppellettili (').

In un periodo ulteriore, durante il quale gli scavi
vennero proseguiti regolarmente per conto del Mini-

(') Il cav. G. Gabrielli, Ispettore onorario dei monumenti
e scavi di Ascoli Piceno, intervenne sollecitamente per impe-
dire che si sciupassero gli oggetti rinvenuti e che si prose-
guisse rozzamente il lavoro con gli unici criteri], certo non ra-
zionali, dell'infaticabile vecchio Pignoloni. Inoltre egli secondò
con zelo l'opera efficace del Ch.mo Prof. Kdoardo Brizio Di-
rettore degli scavi nell'Emilia e nelle Marche, affine di a>si-
curare la continuazione delle ricerche per conto del Ministero

drati, limitata dalla ripa a est, sud e ovest, e dalle
spezzate a b c d'ed e f g a sud e a sud-ovest (tav. II).
Si trovò così, in media, una tomba ogni m2 21.

La fossa di saggio scavata in a (tav. II) non diede
alcun risultato.

Rimase da esplorare una zona considerevole nella
parte più meridionale e più elevata della spianata,
cioè tra il piede del Colle del Pero e la linea ab c d,
nonché una piccola zona compresa fra la ripa occi-
dentale e la spezzata e f g, per una superficie com-
plessiva di m2 4200.

Si riconobbe esser poco probabile che il sepol-
creto si estendesse fin presso l'estremo limite sud,
essendo quivi il suolo troppo inclinato e sassoso per
antiche sovrapposizioni di frane venute giù dai monti:
inoltre si era già visto che gli spazi vuoti accenna-
vano ad estendersi da quella parte, e le rare tombe

della Pubblica Istruzione. Dal suo canto il Ch.mo Prof. Felice
Barnabei s'interess-ò con premura della scoperta e degli scavi
successivi, ottenne che il Ministero acquistasse l'intiera collezione,
e provvide alla decorosa esposizione di questa nel Museo Na-
zionale llomano delle ' erme di Diocleziano. Il Ch.mo l'rof. T nitri
Pigoritii interpose i suoi validi uffici perchè la pubblicazione
del copioso materiale non soffrisse ritardo, e venisse corredata
di numerose illustrazioni.
 
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