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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 12.1902

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Sergi, G.: La necropoli barbarica di Castel Trosino: presso Ascoli Piceno
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https://doi.org/10.11588/diglit.9305#0099

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181

LA NECROPOLI BARBARICA DI CASTEL TROSINO

182

È diffìcile stabilire quale fosse la parte più an-
tica del sepolcreto di S. Stefano.

Forse alcuni gruppi di tombe si vennero formando
qua e là contemporaneamente sulla spianata penin-
sulare. Nè i materiali raccolti, molte volte simili, co-
stituiscono di per sè stessi elementi sufficienti per rico-
struire la successione cronologica delle umazioni. Però,
da quanto si è esposto, risulta chiaramente che, ai
sepolcri di struttura più complessa, in confronto della
maniera più semplice di umazione, corrisponde un de-
crescimento nell'importanza, nel valore e nella quantità
degli oggetti ivi deposti. E siccome non si può ammet-
tere che la forma più semplice venisse prescelta per le
tumulazioni più ricche, qualora fossero state contem-
poraneamente in uso le forme più complesse richiedenti
1' impiego di pietrame o di muratura, e perciò un
maggior lavoro, dobbiamo argomentare che alle diffe-
renti forme corrispondessero distinti periodi di tempo.

I sepolcri murati e i loculi ipogei venivano certo
per ultimi nell'ordine cronologico, perchè si rinvennero
insieme con la chiesa, in un'area limitata, dove, come
già si disse, erano stati eseguiti prima dei seppelli-
menti in fosse a pareti naturali, molte delle quali
perciò andarono distrutte.

Giusta quanto venne esposto innanzi, le tombe co-
stituenti il sepolcreto si possono riferire ai seguenti
tipi principali :

a) Posse di pianta rettangolare o trapezia con
fondo e pareti naturali riempite colla stessa terra
escavata. In esse si trovarono quasi costantemente re-
sidui o tracce della cassa funebre. Solo a questo tipo
appartenevano i sepolcri più ricchi.

b) Posse piccole e poco profonde di pianta el-
littica ed ovale, pure con fondo e pareti naturali.
Eran le tombe dei miseri che raramente venivan se-
polti con la cassa di legno.

e) Fosse delle forme precedenti, ma più so-
vente rettangolari o trapezie, con rivestimento parziale
o totale di lastre grezze di schisto sul fondo o sulle
pareti: il qual rivestimento era sovente in sostituzione
della cassa. Quasi sempre povere, salvo rare e poco
notevoli eccezioni.

d) Fosse con pareti, fondo e copertura di pie-
trame a secco o ia calce, costituenti loculi sepolcrali.
Eran tutte, come sappiamo, raggruppate in un piccolo
spazio comprendente la chiesa e una zona angusta in-

torno ad essa, e spesso costituivan dei veri e propri
ossari dove eran raccolte le ossa esumate dai sepolcri
più antichi. Eran poverissime anch'esse. Non vi si rin-
vennero che raramente degli oggetti, ma di poco o
niun valore.

Questi quattro tipi di tombe si possono raggrup-
pare in due categorie distinte per ordine di età:

la. Fosse a fondo e pareti naturali o con rozzi
rivestimenti di schegge (tipi a, b, c).

2\ Loculi sepolcrali ipogei in muratura a secco
o in calce (tipo d).

Le tombe della la categoria ci riportano al rito
più semplice della umazione; mentre quelle della
2a categoria si ricollegano in gran parte al rito della
deposizione.

Tale classificazione non esclude che alcune forme
più antiche sian rimaste in uso, sebbene più limitato,
contemporaneamente alle forme più recenti rappresen-
tate dai loculi in muratura.

Ricordando che i loculi sepolcrali e le fosse con
pareti murate si sovrapposero alle tombe preesistenti,
distruggendole ; dobbiamo inferirne che, prima della
loro esecuzione, quella parte della necropoli fosse stata
abbandonata per un tempo piuttosto lungo, durante
il quale non solo era stata dimenticata la posizione
dei più antichi seppellimenti, ma anche il rito fune-
bre, per nuove influenze religiose, aveva subiti dei
notevoli cambiamenti: di che son prova, e la mancanza
quasi assoluta del corredo funebre, e il fatto stesso
del raggruppamento di quei sepolcri intorno ad una
chiesa certo ad essi coeva.

Non vi fu dunque una graduale trasformazione
della struttura delle tombe dalla fossa semplice al
loculo in muratura. L' uso di quest' ultima forma di
seppellimento apparve all' improvviso a Santo Stefano
dopo un periodo d'abbandono di quel sepolcreto.

Le sedici tombe rinvenute in contrada * Fonte »
(rig. 5) risultarono, come dicemmo, quasi tutte povere,
ad eccezione di una. Esse avevan tutte forma di tra-
pezio isoscele allungato, all' infuori di una rettango-
lare e di due quasi ellittiche: ninna però a loculo
ipogeo, o con muretto in calce. Le tre tombe sco-
perte in contrada Campo (fìg. 5), eran di forma tra-
pezia.

Circa il rito funebre si verificarono gli stessi fatti
studiati a S. Stefano. Così, ad esempio, si trovarono
 
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