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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 13.1903

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Savignoni, Luigi: Il vaso di Haghia Triada
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https://doi.org/10.11588/diglit.9310#0052

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IL VASO DI HAGHIA TRIADA

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come arma, oppure resta limitato ad alcuni luoghi e
circostanze (')• Così si comprende che accanto alle
armi fabbricate fin dall' origine come tali, p. es. la
lancia e la spada, vi siano altro, come ad es. l'ac-
cetta, l'ascia, la falce, le quali sono di uso promi-
scuo, sia per lavoro che per guerra, o delle quali
l'uso bellico non è l'originario ; mentre altre, quali
la frombola e l'arco, possono servire, a seconda dei
casi, tanto contro gli animali, quanto contro gli
uomini. Alla categoria degli strumenti di uso vario
appartiene il tridente o la forca a tre punte (rgiaiva o
TQióàovg dei Greci, tridens o fuscina dei Latini), che
presso gli antichi si trova adoperato non solo nei lavori
campestri, ma anche nella caccia, nella pesca e quindi
anche come arma da guerra.

Io non intendo qui indugiarmi nella dichiarazione
di tutti questi usi, pei quali mi basta rimandare aduna
utile dissertazione del Wieseler (2), nè soffermarmi
sull' importanza speciale che il tridente prese presso
i Greci in rapporto alla vita del mare, tanto che fu
da loro dato come attributo a Poseidon e ad altre
divinità marino (3) ; io mi limiterò a mettere in ri-
lievo l'ufficio, meno raro di quello che sembri, di
questo strumento nelle operazioni guerresche.

Si noti innanzi tutto, che (se si prescinde dalla
forcina agricola, che di solito, come ancora oggidì,
sarà stata di legno) il tridente, massime se di me-
tallo, è per sè stesso un'arma assai pericolosa, e che
come tale potendo essere efficacemente adoperato in-
vece della semplice lancia nella caccia e nella pesca (4),
non fa meraviglia che potesse essere volto anche ad
uso bellico, alla stessa guisa degli altri strumenti,

(') Si ricordi p. es. tutto quello che, al dire di Senofonte
(Fieli. Ili, 3, 7), (ira preparato per la congiura di Cinadon a
Sparta : « ayayóvta elg xòv olè'rjQov ènié'el^al ctvròv ecpt] Ttoìlùc;
fiév ua%cdpas, nolXà cfè £t(pt], noXXoìg de o^sXiaxovg, noXXovg
dè neXsxeig xcà cl^ivag xcd noXXà ógenavct », Ed anche oggidì
non si vedono nelle rivolte i contadini armati di roncole, ra-
strelli, forche e quanto loro capiti tra mani ?

(J) De vario usu tridentis apud populos veteres, impri-
mis apud Graecos et Romanos. Programma per l'Univ. di
Gottinga, 1872.

(3) Cfr. l'altro scritto contemporaneo dello stesso Wie-
seler, De diis Graecis Romanisque tridentem gerentibus.

(*) Pel tridento venatorio e pescatorio cfr. gli esempi dati
dal Wieseler 1. c. p. 9 e segg. Nella tazza di Archikles e Glau-
kites (Klein, Meistersignaturen2 p. 77, n. 4) e in due anfore
molto arcaiche a f. n. è adoperato contro il cinghiale cali-
donio (Gerhard, Etr. u. kamp- Vasenb. tav. X, 1 e 4).

che abbiamo dianzi ricordati. Esso infatti può molti-
plicare le ferite, cioè risponde egregiamente allo scopo
della guerra; e poiché questo scopo poteva raggiun-
gersi anche con un'arma meno complessa, perciò pa-
rallelo all'uso del tridente troviamo pure l'uso della
forca o della lancia a doppia punta, che in ogni caso
doveva essere più dolorosa ed esiziale della lancia
ordinaria (1).

Per questa ragione il tridente è un'antica e comune
arma da battaglia dei Cinesi e degl' Indiani, e fre-
quenti sono pure le lancie tricuspidi e bicuspidi presso
altri popoli dell'Estremo Oriente (2); ma anche al-
trove, non esclusa la Grecia stessa, troviamo indizi
sicuri dell' uso guerresco dell'arma multipla, ora con
due ora con tre punte. Ho infatti appena bisogno
di ricordare che Poseidon stesso, il roiaivoxQcawq per
eccellenza, vedesi figurato in atto di vibrare il suo
tridente appunto come Athena Promachos la sua
lancia (3), e che quella è la sua arma nei combat-
timenti contro i Titani.

In simile guisa in una pittura di vaso a figure
rosse vedesi Ercole che impugnato il tridente minaccia
Nereo (4) ; nella Centauromachia dipinta sopra un vaso
della stessa tecnica uno dei Lapiti si vede combat-
tere armato di tridente (5) ; e forse pure a tale uso servì

(') Cfr. Wieseler, De vario usu ecc. p. 8, ed inoltre la
nostra nota 2 alla p. 100. Anche oggidì la forca a tre rebbii
si scambia colla forca a due e viceversa.

(2) H. Weiss, Kostùmkunde, voi. I, (Alterthum), I, p. 491,
alle lett. f, i, k. dà figurate varie forme del tridente indiano.
V. anche Wilbraham Egerton, Handbook of Indiati Arma ;
Catal. of the Arms at the Indiati Museutn, 1880, tav. X, 497
(pugnale a lama forcuta). Inoltre A. B. Meyer und M. Tjhle,
Kòn. ethnogr. Mus. zu Dresden, fase. V, tav. V, fig. 7-8 (lancie
tricuspidi di Giava); tav. VI, figg. 2-3, e tav. VII, fig. 1 (1.
bicuspidi della stessa provenienza). Lancie simili malesi, giap-
ponesi e giavesi anche nell'Armeria Reale di Torino: cfr. A.
Angelucci, Catalogo ecc., p. 379, J. 278-290 (l'ultimo un tri-
dente di Giava). V. anche le armi a varie punte dell'Oceania,
citate da Halbherr p. 18. Cfr. poi Wieseler, De vario usu
ecc., p. 6.

(3 Vedi p. es. le monete di Poseidonia e quelle di Deme-
trio Poliorcete. Per i celebrati effetti micidiali v. Aesch., Sept.
c. Theb., v. 130 segg. ed Eurip., Ion., v. 282.

(4) Annali d. Inst. 1878, tav. d'agg. E = Roscher, Myth.
Lexikon, III, p. 245.

(5) Laborde, Vases de Lamberg, I, tav. XXV e XXVI: Inghi-
rami, Vasi fittili, tav. XCI-XCIII. Le altre citazioni presso Wie-
seler 1. c. p. 9, il quale però per il suo preconcetto contro l'uso
del tridente bèllico presso i Greci e i Romani, a torto e inutil-
mente si sforza di interpretare in questo caso il tridente come
strumento venatorio.
 
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