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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 13.1903

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Savignoni, Luigi: Il vaso di Haghia Triada
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https://doi.org/10.11588/diglit.9310#0053

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IL VASO DI HAGHIA TRIADA

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uno strumento di bronzo a tre punte, di cui la centrale
diritta, le laterali adunche, che fu rinvenuto fra gli
ex voto di Dodona (').

Infine va notato che certe monete del regno Bosfo-
rano ci presentano l'immagine di un dio guerriero
probabilmente il Zeus Stratios o Strategos, asiatica-
mente armato di tutto punto con corazza ed alti cal-
zari, e con la clava in una mano, nell'altra il tri-
dente, all'asta del quale è aggiunta in basso una cu-
spide invece del calzuolo (2).

Oppure al posto del tridente noi troviamo tal-
volta il suo equivalente, cioè la lancia bicuspidale.
È questa 1' arma, che porta in mano un soldato fi-
gurato in una stela d'Iconium in Licaonia (3), e che
è pervenuta fino a noi anche in esemplari reali, sca-
vati sia nella regione del Caspio (4), vale a dire non
troppo lungi da quella cui spetta la detta stela (v. fig. 5),
sia nella vallata del Nilo, che ci dà tanto l'uno che
l'altro tipo di arma (5), e persino nelle palafitte del-
l' Europa centrale, donde proviene la forca di osso ri-

(') Carapanos, Dodona, tav. LUI, 4.

(2) Koehne, Jlfus. Kotschoubey, II, p. 286 seg., n. 34-37 con
figure. Cfr. Wieseler, ibid., p. 7 seg. Per l'unione della clava
col tridente cfr. la seguente nota 4.

(*) Perrot-Chipiez, HUt. de L'art IV, p. 741, fig. 359 -
Texier, Descr. de VAsie Mineure II, p. 148 seg. e tav. CHI.

(4) In un tumulo presso Asterabad per cui v. Archaeologia,
voi. XXX (1843) e p. 248 e segg., dove Clement Aug. de Bode
pubblica il rapporto di queir importante scavo fatto, purtroppo,
tumultuariamente dagl' indigeni. Merita di essere meglio cono-
sciuto questo tumulo ricco di armi e di altri oggetti, ancbo
in oro, cbe in gran parte sono figurati ivi alla tav. XVI. Tra
le armi, importanti cosi nel loro complesso come nella forma
di ciascuna, è anche una forca bicorne (n. 11) ed inoltre
una specie di ancora (o raffio? cfr. lo strumento con cui com-
batte Ercole in una pittura di vaso etrusco Archaeol. Zeitung,
1851, tav. XXVII) un'accetta-piccone, una clava con protube-
ranze rettangolari: (" they are ali off coppcr... none of iron »).
Tra gli altri oggetti segnalerò due vasetti d'oro (di cui il
n. 1 è decorato con figure, di un uomo in perizoma ed ac-
cetta, e di una donna con veste campanulata, accompagnati da
due leoni) ed inoltre due busti femminili di pietra, rudimen-
tali e simili agi'« idoletti carii ». A nessuno può sfuggire la
importanza di tale rinvenimento, fatto in un paese interno del-
l'Asia, in confronto coi rinvenimenti dell' antichissima civiltà
dell'Egeo.

(5) Flinders Petrie, Defenneh, tav. XXXVIII, N. 3 (tridente),
n. 5 (bidente di ferro), che l'a. immagina o come strumenti
da pesca o come calzuoli di lancia analoghi ad altri trovati a
Teli Nebesheh (Tanis, II, tav. III, p. 20 segg). Va però
notato che questi hanno le punte smussate, quelli invece acu-
minate. VIII-V sec. a. Cr. ; cfr. A. Evans, Cretan Pictographs
p. 130.

prodotta nella nostra fig. 6, p. 97 ('). Nemmeno in
Italia mancano le tracce dell'uso di un'arma a punta
multipla, almeno per ciò che riguarda 1' Etruria, come
ci è provato, meglio che da una pittura sepolcrale (2),
dalla recentissima scoperta di un bel tridente di bronzo,
che si è fatta in una tomba arcaica di un guerriero in
Vetulonia (3).

Infine a tutti è noto che nei ludi gladiatorii dei
Romani, il tridente era 1' arma speciale e micidiale
dei retiarii; era sì quello un combattimento d'arena,
ma, non inventato a mio avviso, per quella, esso ripro-
duceva al cospetto degli spettatori, avidi di commo-
zione, lo spettacolo di ciò che in altri tempi e in altri
luoghi realmente accadeva sul campo di battaglia.
Basta infatti la notizia, che ci ha conservato Strabone
intorno alla fine dell'Ateniese Frinone nella battaglia
combattuta nella Troade; essa ci mette dinanzi agli
occhi un combattimento punto dissimile da quello dei
retiarii, quando ci dice che Frinone, avviluppato prima
in una rete, fu poi finito a colpi di tridente e di
pugnale per mano del celebre Pittaco di Mitilene (4).

Una testimonianza ancora più. importante, per la
storia dell' uso del tridente, si trova nel racconto par-
ticolareggiato, che Diodoro ci ha lasciato dell' as-
sedio di Tiro per opera di Alessandro e dell' accanita
resistenza opposta dai Fenici. Giova qui riprodurre per
intero il passo che fa molto bene al nostro proposito:
Tùòv Maxsàóvmy noocSayayóvxmv nvqyovg viprjlovg
l'dovg roìg t£C%eGi, xaì àia tovtwv tàg ini fiat) qccg srci-
fia'llóvTwv, xaì x)gc<G6'<»g ra~g snal^tGir sTiifiaivóv-

(') Mondsee, Alla Austria: cfr. Munro, Lake-Dwellings,
fig. 39: 12; Montelius, Chronologie der àlteren Bronzezeit in
Nord-Deutschland und Skandinavien, p. 181, fig. 448.

(2) Micali, Antichi monum. per servire alla Storia d. ant.
pop. Hai, tav. LXV; anche Mùller-Wieseler, Denkm. I, n. 366.
Un defunto è armato di bastone, un'altro di tridente, un terzo
di un arnese, cho (se il disegno è esatto) arieggia la forma di
lancia, ma ò troppo larga per essere tale, e quindi forse ò una
vanga (cfr. Martha, Art. étr. p. 393), sebbene troppo puntata
e diversa dal solito. In questo secondo caso il tridente più pro-
babilmente avrà carattere rusticano che militare. I diversi ar-
nesi, secondo il Micali, starebbero a indicare le loro diverse
condizioni in vita.

(3) Vedi sopra p. 89, nota 3.

(4) Strab. XIII, 38, p. 600 : votcqov d" sìg fxovo^ax'w nct-
QKxa'Aiaauéuov xov <ìpqvvmvoc ùXiEvxixrìv ài'aXa§wi> (HiTiaxòg)
axevrjv avvé&gaus xaì nò tt(À(piflX'rj0T(><tt nepiéfiale, tij TQtcclvfl
de xaì t(il ^LcpióLip snetgs xcd (tfsìXe. Tale testimonianza ha
molto maggior valore ed estensione di quello che il Wieseler,
1. c. p. 9, abbia voluto attribuirle per suggestione del Friedlànder.
 
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