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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 13.1903

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Savignoni, Luigi: Il vaso di Haghia Triada
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https://doi.org/10.11588/diglit.9310#0071

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129

IL VASO DI HAGHIA TRIADA

130

Questo senso naturalistico infine riesce pure ad espri-
mere nelle fisionomie il carattere etnografico ed anche,
se non erro, il carattere individuale.

Dopo quello che ho già detto di sopra, non oc-
corre insistere sulla distinzione, del resto evidente,
tra il tipo africano degli urlanti e il tipo, che non
esito a dire europeo, dei militi dai lineamenti più
nobili e gentili, come quelli dei Keftiu nelle note
pitture di Rekhmara e, meglio ancora, del bel portatore
di un vaso nel dipinto ancora inedito di Knossos. E
per ciò che riguarda il carattere individuale, basta
osservare la figura del comandante. Io non so se pos-
siamo arrivare fino a supporvi coli' Halbherr un ten-
tativo di ritratto ; ma certo qui l'artista ha fatto del
suo meglio per distinguerlo dal sèguito e farne spic-
care la dignità e, direi quasi, la personalità. Grande
e chiomato come un eroe omerico, un not/xrjv Xaalv,
egli precede solo e grave, tutto chiuso nell' ampia
corazza e colla lunga picca sulla spalla, e nel suo
volto traspare una cert'aria di compiacenza, che non
so se sia meramente accidentale ; egli va, e dietro a
lui e di lui minori vanno i militi baldi e contenti.
Non par di vedere qualcosa di simile alla marcia dei
difensori della città, effigiata sullo scudo d'Achille?
Essi, come li descrive il poeta, avanzavano compatti,
ed erano loro duci Ares e Pallade Athena,

xaXù) xcà nsyàXu) Gvv T£v%MSir Serre i)sé tcsq,
à(i(fìq ÙQi^iXcù' Xuoì d'vrì òh'^orsg yffav (').

In verità dinanzi ad un'opera di tal fatta, in cui
già sì chiari bagliori dà lo spirito greco, il pensiero
corre spontaneo allo scudo meraviglioso fabbricato
dall' inclito Efesto e alle scene viventi, che, al dire
del poeta, egli vi aveva immaginato. E in pari tempo,
sulla via di scoperte di questo genere, si acuisce ancor
più in noi quel desiderio, di cui parlava il Brunn nel
brano, che ho messo al principio di queste pagine, di
arrivare cioè a formarci un' idea adeguata di quel ca-
polavoro, del quale possediamo la descrizione poetica; e
cresce insieme la speranza che il nostro desiderio possa
finalmente essere in buona parte soddisfatto. Oramai
non più ad opere d' arte greca molto più recenti, e
meno ancora ad opere d' arte straniera e di sì diverso
carattere, delle quali il Brunn stesso non disdegna

(') 11. Z, 516-519.

Monumenti antichi — Vol. XIII.

l'uso, dobbiamo noi ricorrere per ricostruire nella no-
stra mente quel complesso straordinario di rappresen-
tanze, secondo i loro veri costumi, il loro stile ed il
modo della composizione. Perocché queste sono le com-
posizioni, che rispecchiano direttamente la vita dei
tempi celebrati dall' epopea e questa stessa precedono,
e che come tali erano tra le opere di arte decorativa,
che potevano capitare sotto gli occhi del cantore ome-
rico. Certo non questa o queir opera determinata po-
tremo noi mai indicare, senza cadere nell' esagera-
zione, come certo esagerano coloro, che credono alla
realtà dello scudo, del quale i versi dell' Iliade non
sarebbero che la descrizione fedele ('). Ma in ogni
modo a noi è dato già conoscere, e potremo cono-
scere ancora meglio, col progredire delle scoperte, il
genere delle composizioni figurate che ispirarono
l'invenzione del poeta ; noi potremo cioè arrivare a in-
dovinare i possibili prototipi di un possibile scudo. Nè
questo sarà un piccolo risultato per la storia dell'arte.

Sì fatto risultato ormai tutto accenna che noi
dobbiamo aspettarcelo principalmente da Creta. Le
scoperte, che ivi si sono fatte e si vanno facendo, ci
dimostrano sempre più, che queir isola fu il centro
principale della civiltà egea, e per conseguenza anche
la sede prima di queir arte splendidissima che l'ac-
compagnava. L'isola, che ci ha dato gli scudi mirabili
dell'Antro dell'Ida, ci presenta ora (9av[ia ìót'crOai)
le inaspettate pitture di Knossos e del palazzo subur-
bano di Phaestos, le stupende statuette di avorio di
Knossos stessa (2) ed infine questo preziosissimo vaso,
che, lavorato certamente in Creta e in uno stile ed
una tecnica cretese peculiare, è ora l'esempio più in-
signe e più antico di queir arte del rilievo decora-
tivo, che in Creta stessa ebbe poi un particolare svi-
luppo (3).

(') Opinione sostenuta ancora dal Brunn, o. e, I, p. 73 sgg.,
e dal Reichel, o. c. p. 155 segg. Veggansi le giuste critiche
del Robert, o. e, p. 14 sgg. : ma da una parte non si può
escludere l'influenza di vere opere figurato sulla creazione ome-
rica, dall' altra non dobbiamo disperar tanto da acquetarci colle
modeste ricostruzioni pompeiane e di Teodoro, com'ei vorrebbe.

(2) Di queste mirabili figurine si ha finora soltanto un
cenno dell'Evans in Journal of. lidi. St., XX, 1902, p. 383.

(3) Cfr. i frammenti di pithoi da me pubblicati in Ame-
rican Journal of Archaeology, S. S., voi. V, 1901, p. 404 segg.
Altri belli pithoi, poco meno che interi, d'arte greca arcaica, che
spero di pubblicare presto, sono nel Museo di Candia.

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