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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 13.1903

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Savignoni, Luigi: Il vaso di Haghia Triada
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https://doi.org/10.11588/diglit.9310#0072

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131

IL VASO DI HAGHIA TRI ADA

132

Dopo ciò potrà sembrare più che mai verisimile
l'ipotesi già da altri espressa (') sulla provenienza
cretese dei migliori oggetti mobili dell' epoca micenea,
rinvenuti altrove, quali i pugnali ageminati e gli
anelli d'oro di Micene, e le famose coppe auree di
Vano, alle quali io aggiungerei il summentovato fram-
mento di vaso argenteo di Micene, adorno, come
quelle, di fini rilievi.

Poiché ormai è chiaro, che gli antichi, i quali ri-
guardavano Creta come la culla della prima loro di-
vinità nazionale, non avevano torto d'indicarla anche
come culla di quella prima loro civiltà, della quale
noi oggi riandiamo le tracce, e che per essi era rap-
presentata, nel campo sociale dalla leggenda di Mi-

(') Zahn, Jahrb. d. arch. Inst., Anzeiger 1901, p. 23:
Pottier, Revue de Paris, 1 marzo 1902, n. 5, p. 170. In alcune
tombe della necropoli di Phaestos stessa, delle quali fra poco
pubblicherò in questi Monumenti la illustrazione, si rinvennero
ornamenti di oro e d'altre materie, affatto simili a quelli sco-
perti a Micene.

nosse, nel campo artistico dalla leggenda dei Dattili
Idei, dei Telchini, di Dedalo; leggende ormai non
più vuote affatto di senso. Quelle vie, cui accenna il
Brunn e che avrebbero portato allo sviluppo sostan-
ziale ed autonomo dello spirito ellenico, già spiccante
in un grado sì eccelso nella creazione dello scudo di
Achille, quelle vie s'incontrarono in Creta; e Creta
divenne il centro di quel mondo insulare, dove la
natura e il genio ellenico cominciarono a disvelarsi
di tra gli elementi barbarici. In mezzo a quella fio-
ritura meravigliosa di una civiltà nuova, risultante
dall' incontro e dalla unione di germi varii, che su
varie correnti vennero d'Asia e d'Africa in Creta —
l'isola che per prima, come dissero, seppe il nome
di Europa — allora nacque e crebbe un' arte nuova,
europea, siccome una bella pianta, che, trapiantata
in terreno più fecondo ed in clima più propizio, per
gli opportuni innesti e le cure amorose di un abile
giardiniere dia fiori più delicati e frutti più squisiti.

Luigi Savignoni.
 
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