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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 13.1903

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Lanciani, Rodolfo Amedeo: Le antichità del territorio Laurentino: nella reale tenuta di Castelporziano
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https://doi.org/10.11588/diglit.9310#0076

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139

LE ANTICHITÀ DEL TERRITORIO LAURENTINO

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Fra le mie schede dell'Ardeatina trovo questo ri-
cordo sotto la data 1G dicembre 1891: « Si scopre
un tronco di strada che va dalla Nunziatella al Forte.
Ne è stato fatto uso sino a tarda età; poi i selcioni,
tutti slabrati e consunti, furono spezzati per formarne
una specie di massicciata. La strada è fiancheggiata
da sepolcri e da mausolei con cornici e basamenti di
peperino, i quali occupano, dai due lati, una striscia
di suolo larga 10 metri. Dietro questi monumenti si
estende un sepolcreto volgare, coi cassettoni orientati
in ogni senso. Alcuni scheletri sono coperti da anfore
tagliate per metà nel senso della lunghezza. Vi sono
anche piccoli fabbricati ridotti in rovina ».

La regione dell' Annunziateli, del resto, è stata
sempre considerata come luogo molto opportuno e ri-
muneratore in fatto di scavi. Nell'archivio del Sena-
tore (liber Invest. a. 1564 c. 57 e sg.), si trova un
processo contro i fratelli Battista e Andrea Casella
da Milano « scultori in Roma nella vigna di Ales-
sandro de Grandis a Monte della Trinità di contro
s. Giacomo degli Incurabili » per porto d'arme abu-
sivo. Gli imputati allegavano in propria difesa che
essendo andati «per vedere nella campagna
della Nuntiata certi marmi» antichi, oppor-
tuni ai loro lavori, ed essendo « la strada trista»
cioè malsicura, s'erano dovuti armare d'archibugio e
di bastone.

La chiesa dell'Annunziatella non è dunque un
santuario perduto in aperta campagna, senza ragion
d'essere : si trovava, invece, ab origine sopra una delle
più antiche e celebrate strade, ricca di ville, di ca-
seggiati, di mausolei, e centro di vasti stabilimenti
per la custodia dell'Annona publica (horrea), che la
Chiesa ereditò dall'impero, e che durarono sino forse
agli sterminii Langobardici. Questo centro abitato
ebbe anche catacombe proprie. Vedi de Rossi, Bull,
crisi. 1877, p. 137, e 1882, p. 170.

La via laurentina traversa il fosso di vigna Mu-
rata circa un chilometro a monte del suo confluente
col fosso della Cecchignola: sale e discende il dorso
intermedio, seguendo il solco naturale tra le quote 51
e 52: traversa il fosso della Cecchignola circa un chi-
lometro sotto il casale di quel nome, e cade nella
laurentina moderna a 7600 metri da porta s. Paolo,
all'altezza di quella splendida antica piscina che nella
pianta I.G.M. porta il nome di Torre d'Archetto. Alla

distanza precisa di sei miglia dalla porta Nevia s'in-
contra il tiumicello d'Acquacetosa, abbastanza copioso
d'acque, confine e frontiera verso i Laurentini dell'an-
tichissimo ager romanus. In memoria del qual fatto
la festa delle Terminalia, che cadeva il 23 febbraio,
si continuò a celebrare « ad sextum lapidem viae Lau-
rentinae » sino alla caduta dell' impero. Vedi Ovidio
Fasi. II, 682; Huschke das Róm. Jahr, p. 149; Mar-
quardt Siaaisw., tomo III, p. 196.

Dal chil. 7,600 all'11,725 la via antica segue
l'andamento della moderna: ma al bivio di Pizzo-Prete
se ne distacca dirigendosi su Trigona e Castel Ro-
mano, lungo i confini delle tenute Selcetta e Perna a
d. e Mandriola a s.

Trigoria è luogo antico, prima pagus, poi villa.
Il giorno 11 gennaio del 1900 vi ho osservato co-
lonne, marmi, un muro di reticolato, una conserva di
signino, e un magnifico taglio tra le balze che guar-
dano la valle pittoresca e ombrosa delle Pantanelle,
pel quale taglio la laurentina scende o precipita da
m. 65 a m. 31. Un secondo taglio attraverso le op-
poste pendici di Belvedere permette alla via di risa-
lire sino alla spianata di Castel Romano, alla
quota di 86 m. sul mare.

Questo tronco della laurentina, dal bivio di Pizzo-
Prete a Castel Romano per Trigoria, che non ha mai
cessato dall'essere in uso, come via d'accesso ai ca-
sali predetti, e che è stato reso perfettamente carreg-
giabile in questi ultimi anni, ha dato occasione ad
una Memoria del Rosa nel voi. XXXI a. 1859 degli
Annali dell' fsiiiuio, p. 186 sg. tav. I, nella quale egli
commette una incredibile confusione di cose, di luoghi
e di nomi, che non occorre confutare. Egli compone
la sua « antica via Lavinate » con un pezzo del-
l'ostiense (sino al Ponticello) con l'ardeatina moderna
sino a Pizzo-Prete, con la laurentina antica sino a
Castel Romano, e con una strada che non ha mai esi-
stito da Castel Romano a Pratica di Mare. Ilumano
capiti cervicem piclor equinam jitngere si velili etc.

Il casale di Castel Romano è legato alla storia
della famiglia Alberi, il cui più illustre rappresen-
tante, Gondisalvo « vero discendente della nobil fa-
miglia Pereira »('), ne fece acquisto l'anno 1568 dal
commendatore di s. Spirito, Bernardino Cirillo. Il pa-

(») Alveri, Roma, tomo II, pp. 2G4, 297.
 
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