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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 13.1903

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Lanciani, Rodolfo Amedeo: Le antichità del territorio Laurentino: nella reale tenuta di Castelporziano
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https://doi.org/10.11588/diglit.9310#0097

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181

NELLA REALE TENUTA DI CASTELPORZIANO

182

s."10 Annunciationis Beate Marie Virginis do-
tatimi alterius barili vini confici etiam scabellum
Item mandavit Paviraentum Ecclesie in omnibus locis
in quibus opus est infra duos menses sterni Item
mandavit Campanam dirutam et fractam conflari et
refici Item mandavit tectum Ecclesie et sacristie re-
sarciri et accomodari. Actum in sachristia diete Ec-
clesie » (Noi Francesco Belgio prot. 635, c. 903-904,
911-912 A. S.).

Nel feudo di Porcigliano vi erano allora delle
« enclaves » formate dai beni privati dei terrazzani,
probabilmente soggetti a canone. Così il giorno 22 gen-
naio 1582 Consalvo Alberi potè acquistare (in nome
di Filippo Taddei fiorentino) « tutti i beni di Antonio
Marasi esistenti in Porcigliano e suo territorio » come
i fratelli Giuliano e Pierpaolo Fabii avevano acqui-
stato il 13 settembre 1570 una casa di Camillo Negri
al prezzo di scudi 170.

Il giorno 31 luglio del 1595 « L'Ili."10 S.r Nero de
Neri Patritio Fiorentino signore et padrone delle selve
poste nel territorio di Porcigliano col consenso et
presentia di m.ro Antonio Gallo del quondam Giovanni
da Vedano della diocese di Milano fornaciaro in Koma
vende a m. Bernardo di Montesandagna Trentino
quattro barcate di fassine tagliate nelle selve di detto
Castello di Porcigliano et le quali si ritrovano di
presente nel posto over posta chiamata di malafede
bona et mercantile a usanza di arte qual promette
consegnare in detto posto o posta di malafede a ogni
agente et mandato del detto m. Bernardo sempre che
detto Bernardo vorrà et haverla consegnata tutta per
tutto il mese di ottobre prossimo a venire per prezzo
in tutto di scudi mille di moneta per tutte le dette
quattro barcate Et quivi presente il sopradetto m.ro
Antonio Gallo per rispetto di questa vendita promette
al detto m. Bernardo con la sua barca andare a rice-
vere detta fassina alla posta di malafede e carricata
con quella detta fassina alla posta di malafede e car-
ricata con quella la barca condurla a Koma alla ripa
della Marmorata. Actum Rome in domo habitationis
m.ci D. Renerii Tontii ». (Not. Frane. Belgio prot.
635, c. 143 e 148 A. S.).

Il giorno 2 marzo 1681 il can. Bartolomeo Piazza
visitò il castello « ancora in buon essere, rispetto alle
comuni desolazioni di queste spiaggie, antichissimo,
come si vede da' vestigi delle mura, e dell'alta torre

e palazzo, della nobil famiglia del Nero, che vi man-
tiene il curato con lo stipendio di sei scudi al mese,
senz'altro peso, che del governo di quell'anime, che
arrivano a settanta, quante appunto bastano per la
coltura di quella fertile campagna »(').

Degli scavi fatti dal principe Sigismondo Chigi
a Tor Paterna dal 1777 al 1780, ho parlato a pro-
posito di Laurento. La marchesa Ottavia Guadagni,
vedova ed erede del barone Augusto Cerbone del Nero,
vendette la baronia a Vincenzo Grazioli nell'anno 1823.
Nel 1837 fu ammodernata la cappella della Vergine
del Soccorso del sec. XV con architettura di Giuseppe
Marini, che il card. Bartolomeo Pacca consacrò il
5 maggio del 1839. La lapide sotto il cornicione fu
dettata dal marchese Luigi Biondi. Il penultimo av-
venimento degno di ricordo è la visita fatta ai Grazioli
da Gregorio XVI il 15 ottobre 1845, minutamente
descritta e levata al cielo dal buon Moroni a p. 229
del voi. XXXVII. L'ultimo è l'acquisto del teni-
mento fatto dalla Casa Reale d'Italia nel 1S72. Pre-
sentemente vi rimangono pochi marmi antichi. Ricordo
un solo cippo fastigiato, col simpulo e la patera nè
fianchi, e con la seguente iscrizione non ricordata nei
volumi VI o XIV del CIL.

D I S • M ANIB
FLAVIAE • SOZVSAE

FLAVIA-AVGLIB
OEOGONOMIA

VERNAE • SVAE
CARISSIMAE • FECIT
VIXIT • ANNIS • XIII

MENSIBVS-X-
DlEBVS • II •

Ho notato sino dal principio di questa Memoria
che la possessione reale rinchiude, oltre il Castel
Porziano e il Castel Fusano, anche le vecchie tenute
di Trefusa, Trefusina e Capocotta.

Trefusa appartenne ai Pichi, Trefusina o Trefu-
selle ai Bufali de' Cancellieri, e la Capocotta ai Ca-
pranica.

Alla prima appartengono molti documenti d'ar-
chivio dai quali apparisce che fu acquistata a carati

(') Gerarchia, p. 19.
 
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