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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 13.1903

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Lanciani, Rodolfo Amedeo: Le antichità del territorio Laurentino: nella reale tenuta di Castelporziano
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https://doi.org/10.11588/diglit.9310#0102
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LE ANTICHITÀ DUI, TERRITORIO LAURENTINO

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gioni nei boschi vicini, che già furono le delizie dei
Cesari »(')■

Da Castel Fusano sino alla Palorabara, dove si
riconoscono le vestigia della villa di Plinio, il pavi-
mento della via severiana è quasi interamente scom-
parso. L' hanno distrutto, come dissi, i Sacchetti per
selciarne il viale che conduce dal Castello al mare.

Ma se la via o sentiero non offre attrattive archeo-
logiche, supplisce esuberantemente al difetto la bel-
lezza della natura. La selva, nella quale primeggia
1' « amans littora pinus » di Silio Italico, piantata dai
Sacchetti sul principio del seicento (2), offre recessi cosi
ombrosi e solitarii, e punti di vista così pittoreschi e
armoniosi che l'animo se ne allieta, e 1' occhio non si
stanca di contemplarli.

Luigi Petit-Kadel, canonico di Conserans, che
esplorò queste piacevoli solitudini nel 1796, in cerca
di piante pel giardinetto botanico, che egli stava al-
lora ordinando nel chiostro di s. Pietro in Vinculis,
secondo i precetti del Jussieu, ne ricorda ventiquattro
specie, fra le quali il mirto, il rosmarino, il ginepro,
1' alloro, l'arbuto, il terebinto, 1' erica, il viburno, due
specie di dafne e quattro di quercia. « Ed è pur bello
vedere (aggiunge il Nibby, II, p. 189) come queste
arene che prolungano la spiaggia Laurente, dapprin-
cipio sterilissime si vanno poco a poco vestendo di
piante, e come questa novella vegetazione varia a mi-
sura che il mare più si allontana, osservazione che
non isfuggì al Lancisi, il quale nelle sue animadver-
sioni fisiologiche sulla villa di Plinio notava un secolo
fa come le prime a sbucciare sono 1' eruca maritimi a
ed il gramen spicatutn, e come a queste succedono
l'eryngium, il crithmum, il parthenium, il polium,
il tithymalus ecc. Più entro terra poi crescono il iu-
niperus, 1' arbutus, 1' eryca o myrica, la sabina bac-
cifera, 1' oleaster, il myrtus, il rosmarinum.....- e

finalmente dove la sabbia col volger de' secoli e per
la decomposizione dei vegetabili è divenuta terreno
sodo, sul suolo coperto di erbe pratensi crescono
alberi giganteschi, il pino, 1' elee, la quercia, il su-
ghero, il frassino, l'orno, 1' olmo ecc., piante che Vir-
gilio, XI, v.l 43, ricorda ancora come esistenti nella
selva Laurente ».

Nè meno trascurabile è il senso di assoluta e per-
fetta sicurezza che si prova vagando per questi boschi,
da che essi sono divenuti proprietà reale, sicurezza
che è divisa perfino dalla selvaggina, la quale, fuori
della stagione di caccia, non si perita di uscire dai
nascondigli all' aperto, nè mostra soverchia timidezza
all' apparire del solitario viandante.

E questo senso di sicurezza riesce tanto più grato
quando si ricordi la pessima fama di queste solitu-
dini nei tempi andati. Quando il Fea visitò Ostia per
la prima volta il 23 maggio 1802 in compagnia di
monsignor Antonio Frosini votante di segnatura, un
fuoruscito fu ucciso di fucilata sulla porta stessa del-
l'affittuario Vincenzo Paolini (Viaggio, p. 19).

Si è molto disputato sulle cifre dell'itinerario
peutingeriano relative alla via severiana, e alla di-
stanza di Laurento da Roma. « Via hostiensis — Roma
Terracinam — Hostis XVI — Laurento XVI — La-
vinio VI — Antiurti XVII ». Io credo col Desjardins
che le due prime cifre vogliano significare, non che
Laurento disti da Ostia sedici miglia ('), ma che un
viaggiatore partito da Roma poteva raggiungere la
Severiana dopo un percorso di sedici miglia, sia che
prendesse 1' Ostiense sia per la Laurentina.

Vili.

La villa di Plinio e il vicus Augustaims.

(vedi tav. XIII, fig. 3).

Il sito della villa di Plinio può essere determi-
nato con matematica certezza mediante il noto passo
dell' epist. II, 17 « frugi quidem liomini sufficit etiam
vicus quem una villa discernit ». Il vico Au-
gustano è stato ritrovato negli scavi dell'anno 1874,
e ne rimangono ancora scoperti e visibili il foro e la
curia. A ponente di esso stanno in piedi due sole ville:
la più vicina al vicus è quella intermedia : la seconda
più lontana è quella di Plinio, i cui ruderi detti
della Palombara formano una specie di collinetta
coperta da coppaie secolari. Per villa di Plinio in-

(') Gerarchia, p. 20.

(2) Lancisi ap. Marquez, p. 107.

(!) La distanza precisa tra i due luoghi è di m. 11,125,
circa sette miglia e un terzo.
 
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