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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 13.1903

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Pellegrini, Giuseppe: Tombe greche arcaiche: e tomba greco-sannitica a tholos della necropoli di Cuma
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https://doi.org/10.11588/diglit.9310#0113

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209

TOMBE GRECHE ARCAICHE ECC.

210

vaute di tombe campane e romane, tornarono in luce
appena tre tombe greche arcaiche : quelle che saranno
paratamente descritte nelle pagine che seguono.

Credo inutile dar qui più che un semplice cenno
delle tombe campane e romane messe in luce nel
breve periodo di tempo di cui ho detto occuparmi.
Si tratta, come il lettore avrà già compreso, di alcune
delle comunissime tombe a cassa piane ovvero a cuna,
costruite di lastroni e massi di tufo (nn. 100 ('),
102, 103, 105, 106, 109, 115, 116) ovvero a sar-
cofago monolitico (nn. 110, 112-14, 118), di età fra
il IV-II sec. a. Cr. In esse si raccolse la solita sup-
pellettile, composta di vasetti interamente verniciati
neri ovvero con qualche figura rossa (per lo più,
sole teste femminili) di stile e fabbrica cumana,
qualche specchio e striglie di bronzo, ecc. La tomba 103,
tagliata a mezzo da scavi posteriori, conteneva un
nettaunghie e nettaorecchie in bronzo congiunti da
una campanellina, più un anello di filo d'argento
con scarabeo di corniola rappresentante un uomo sopra
un carro tirato da due cigni o cicogne. Nella tomba
110 si recuperò una piccola statuetta di donna stante,
interamente avvolta nell' himation dipinto in origine
di bianco. Una tomba a schiena (n. 108) conteneva
poco vasellame dipinto del genere cumano (grosso
skvphos con figure ammantate e offerta alla stele;
oinochoe con sfinge, ecc.). Si scoprirono pure alcune
tombe romane a maceria (p. e. n. 101), sulle quali
gli scavatori di solito non si arrestano nemmeno,

degli oggetti di bronzo, specialmente di quelli non visti dal
Patroni, trovano la loro perfetta analogia nelle tombe italiche
ed etnische del periodo anzidetto. 1)' altra parte le fibule
(Patroni, o. e, fig. 13-15), specialmente quella a drago con oc-
chielli frequente p. e. in Olimpia (cfr. Furtwangler, Olym-
pias Erg. IV, tav. 21 n. 353), si raccolsero in Sicilia cosi
negli strati più recenti di Pantalica e Cassibile come al Finoc-
chito {Mon. ani. IX, tav. 8, un. 10, 17, 19 e p. 75, fig 2G;
tav. 13, nn. 9, 12, 17 e 7; Bull, di Paletti, il. 1894, tav. 5,
6; 1897, tav. 7,17). Abbiamo dunque nelle tombe preelleniche
finora scoperte di Cuma, come nelle stazioni di Torre del Mordillo
e della Murgia Timone con la fibula ad occhielli di foggia iden-
tica a quella di Cuma, uno strato parallelo a quello rappresen-
tato in Etruria dalle tombe a fossa più antiche e da un gruppo
di pozzetti villanoviani, in Sicilia dalle necropoli immediata-
mente precedenti alla colonizzazione greca o svolgentisi sotto
la diretta influenza di quest'ultima. Nulla quindi, a mio modo
di vedere, ci autorizza a far risalire quelle tombe più in su del-
l'VIII secolo a C, o, al massimo, della seconda metà del sec. IX.

(') Seguo la numerazione provvisoria da me stesso fatta
apporre alle singole tombe per distinguerle da quelle scavate
antecedentemente.

tanto son povere; e due grandi tombe, pure romane,
a camera con volta a botte (nn. 99 e 119), la prima
delle quali, oltre ad alquanto vasellame grezzo e ad
uno specchio in bronzo, conteneva i resti di una cas-
settina di osso con rozze figure scolpite di Eroti e
di sfingi.

Anche gli scavi Maglione avrebbero avuto pertanto
un'importanza scientifica affatto di secondo ordine,
senza la fortunatissima scoperta delle tre tombe gre-
co-arcaiche che ho menzionato di sopra, due delle
quali, a inumazione, riproducono un tipo già noto per
precedenti scavi, la terza, a cremazione, costituisce per
molti rispetti un fatto pressoché unico ed è destinata
ad avere un' eco grandissima fra gli studiosi per la
nuova luce che sparge sulla storia delle principali
civiltà dell' Italia (specialmente centrale) sui rapporti
che legano l'Italia con l'Oriente ellenico e con la Grecia
propria già in un'epoca remotissima, e.su altre impor-
tantissime quistioni di cronologia e di storia.

Alla scoperta di tali tombe va unita poi quella
di una grandiosa tomba a costruzione, di pianta cir-
colare con volta a cupola conica, che, per appartenere
ad un' epoca assai più tarda e quando già a Cuma era
da gran tempo incominciato il triste periodo della deca-
denza politica e civile, non meno merita, per infiniti
riguardi, l'attenzione dello storico e dell' archeologo.

Di questi monumenti, scoperti in gruppo, l'uno
accanto all'altro, presso il limite occidentale del fondo
Artiaco, lungo la strada vecchia di Licola, quasi di
fronte alla casa colonica che sorge di là dalla strada
nel fondo già Correale, ci occuperemo ora noi in modo
speciale, dandone la descrizione particolareggiata ed
accennando qua e là, con l'illustrazione del materiale
raccolto, ai problemi principali che la loro comparsa
solleva e in parte almeno risolve, salvo a ritornarvi
di proposito in altro scritto più adatto.

Tomba a cupola.

Di questo importante monumento, do qui, alle
figg. 1-5 una serie di disegni dovuti all' abile mano
del sig. Adelio Valentini ('), disegnatore di Pompei.

(') Allo stesso Valentini sono dovuti in questa relazione i
disegni riprodotti alle figg. 11, Ila, 12 e 43. Gli altri furono
eseguiti dal sig. Orazio Amici, soprastante nel ruolo dei Musei
e Scavi di antichità.
 
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