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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 13.1903

DOI Artikel:
Pellegrini, Giuseppe: Tombe greche arcaiche: e tomba greco-sannitica a tholos della necropoli di Cuma
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https://doi.org/10.11588/diglit.9310#0119

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221

TOMBE GRECHE ARCAICHE ECC.

222

Cuma in tutte le specie di sepolcri del periodo greco-
sannitico, dalla tomba a schiena a quella piana in
forma di semplice cassa (1).

Per determinare con maggior precisione l'epoca
di costruzione della tomba manca disgraziatamente
nel nostro caso il valido sussidio della suppellettile
funebre, perchè essendo avvenute nella tomba diverse
tumulazioni in tempi diversi, è lecito almeno dubitare
che gli oggetti più antichi siano andati dispersi e
sostituiti da altri più recenti. E d'altra parte, come
vedemmo, nemmeno l'esame stratigrafico del terreno
che investiva esternamente la tomba, riuscì a darci
risultati che avessero valore di prova assoluta. Dob-
biamo pertanto ricorrere ad argomenti estrinseci. E
il primo e più valido lo trovo nel riscontro con un
altro monumento, già noto, della necropoli cumana.

Nelle Notizie del 1883, tav. IV, H, lo Stevens
pubblicò, come esempio di tombe cumane a camera
quadrangolare con volta a botte, un grande sepolcro
di questa forma, costruito, al pari di quello Artiaco,
a filari di blocchi di tufo sovrapposti senza cemento,
e munito, al punto d'innesto della volta, di una breve
cornice che girava su tre pareti del sepolcro. Ora, a
parte anche la maniera identica della costruzione, la
detta cornice è talmente simile a quella della tomba
a cupola, che si direbbero quasi fatte dalla stessa
mano. Per comodità del riscontro con la nostra fig. 5,
riproduco qui alla fig. 6 lo spaccato della tomba
Stevens, ricavandolo dallo stesso schizzo originale
donde fu tratto il piccolo disegno edito nel citato
fascicolo delle Notizie (2), e che, per quanto si tratti

(') Stevens, 1 c. Sulla circostanza, dovuta a un casuale
scivolamento del terreno, che il sarcofago di legno della tomba
greca arcaica 103 Ad's sembrava posare con uno spigolo sopra
uno dei blocchi della tomba, vedi sotto p. 263 sg.

{2) La tomba fu rinvenuta fra il 4 e il 9 novembre 1879
nel terreno di Giovanni Palumbo, contrada Palombaro. Trat-
tandosi di un monumento già in parte pubblicato, credo
utile completare quello che già ne sappiamo riproducendo per
intero le note prese dallo Stevens, quali si trovano nel Gior-
nale di scavo che di lui si conserva attualmente nell'Archivio
del Museo Nazionale di Napoli.

u Tomba o camera sepolcrale a volta costrutta a botte
di lastroni di tufo senza cemento : posta da nord a sud con
vano d'ingresso nel muro sud. Internamente alta m. 2,73, larga
m. 2,05, lunga m. 2,-16, aveva due poggiuoli di fabbrica ad-
dossati ai muri nord ed ovest, e congiungentisi nell'angolo
nord-ovest; ciascuno di essi era largo m. 0,81 ed alto ni. 0,48
ed offriva un rigonfiamento a guisa d'origliere all'estremità li-
bera. I poggiuoli e l'intero sepolcro erano rivestiti d'intonaco

di un semplice appunto preso dallo scopritore senza
altro scopo che di dare un' idea generale dell' intera
costruzione, non mi sembra nel caso nostro meno di-
mostrativo.

Pia. 6. — (Cfr. Notizie 1883, tav. IV, H).

Lo Stevens assegnava anche questa tomba alla
seconda metà del sec. II a. C, quando cioè, secondo

bianco, ma sull'alto del muro nord era dipinto un rosone cir-
colare del diam. di m. 0,45, composto di sei raggi ellittici
bianchi separati da un campo ora azzurro ora rosso. All'al-
tezza di m. 1,45 dal suolo sino a m. 1,64 ricorreva sui lati
nord-est-ovest un cornicione largo m. 0,15. Dalla volta erano
stati rimossi due lastroni e cosi la terra soprastante erasi ac-
cumulata nel sepolcro, ma irregolarmente, fino all'altezza di
m. 1,50. Sui poggiuoli si raccolsero molti ossami appartenenti
a quattro o cinque scheletri incombusti ed alcune ossa cre-
mate, ma nessun oggetto, perchè la suppellettile funebre (se
pure non fu in tempi antichi parzialmente trafugata da chi
praticò i fori nella volta) giaceva sul cornicione disposta come
segue: Sul lato ovest, a cominciare dal muro sud: 1) balsa-
mario ed unguentario di creta rustica a forma di boccia con
due piccoli manichi laterali, stretto piede e collo sottile, alto
m. 0,25; 2) strigile di ferro ossidato. — Sul lato nord a comin-
ciare dal muro ovest: 3) n. 9 alabastri non forati internamente
lunghi m. 0,13 (tutti disfatti); 4) fuso (cioè ampolla) di terra
rustica alto m. 0,13; 5) fusaiuola (?) d'osso; 6) vasettino d'ala-
bastro per belletto (mezzo distrutto) ; 7) altro simile ; 8) balsa-
mario di alabastro ben lavorato, lungo m. 0,15 (disfatto) ;
9) altro simile ; 10) pettine d'osso, lungo m. 0,11, largro m. 0,105
con denti larghi da un lato, stretti dall'altro (frammentato);
11) cuspide di lancia di ferro lunga m. 0,60, della larghezza
massima di m. 0,08; 12) pezzetti d'osso lavorato (avanzi di
cassetta?) ; 13) spillone d'osso lungo m. 0,19. — Sul lato est, a
cominciare dal muro sud: 14) impronta di cassetta circolare
 
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