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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 13.1903

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Pellegrini, Giuseppe: Tombe greche arcaiche: e tomba greco-sannitica a tholos della necropoli di Cuma
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https://doi.org/10.11588/diglit.9310#0120
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223

TOMBE GRECHE ARCAICHE ECC.

224

lui, cessano le tombe a schiena e ad esse si sostitui-
scono quelle a camera con volta a botte ('). Senza
voler entrare qui in troppo minute discussioni, die mi
porterebbero assai lungi dal mio argomento e pel-
le quali non sono ancora editi tutti i punti di rife-
rimento necessari, non credo che questa data possa
accogliersi in modo così assoluto, perchè le tombe a
camera ordinarie, pur aventi suppellettili di quell'età,
sono per lo più costruite con opera a sacco e mo-
strano un carattere evolutivo delle forme e della co-
struzione alquanto diverso e certamente più recente.
A me pare pertanto di poter riferire la tomba Ste-
vens ad un'epoca più antica di quella assegnatagli
dallo scopritore. Essa rappresenta, se non m'inganno,
uno dei primi passaggi dalle tombe a schiena a quelle
a camera, e come tale può benissimo appartenere ad
un periodo almeno intermedio nell'uso delle stesse
tombe a schiena, cioè, accogliendo i dati medesimi
dello Stevens, circa al principio del sec. Ili a. C.

Ed a quest' epoca, su per giù, assegno per conse-
guenza anche la grande tomba circolare a cupola sco-
perta nel fondo Artiaco. Anch'essa quindi rappresen-
terebbe soltanto una variante, di forma e di mole, di
tipi noti della necropoli cumana non arcaica, il più
antico dei quali è quello a schiena : differenziandosi
dalla tomba a camera pubblicata dallo Stevens, e da
quelle comuni specialmente all'epoca romana, solo in
quanto, invece di essere a pianta quadrangolare con
volta a botte, offre una pianta circolare con volta
conseguentemente a cupola.

Tale risultato trova la sua conferma indiretta anche
in altri fatti e considerazioni. Così per esempio si
spiega come la tomba a cupola potè essere collocata
vicino alla grande tomba a cremazione delle oreficerie,
perchè essa sarebbe venuta solo quando di quella,
probabilmente sormontata in origine da un tumulo, si
era perduta da gran tempo ogni traccia. E si spiega
altresì l'orientazione della tomba piuttosto da nord a
sud che da est a ovest, orientazione comune, secondo le

avente un festone dorato in giro (le fogliuzze d'oro erano ri-
maste sulla terra circostante); 15) frammenti di pettine d'osso;
16) impronta di piccolo cestino ». La tomba aveva porta ad
arco, larga alla base m. 0,68, alta m. 1,89. La cornice spor-
geva cin. 15 sopra, cm. 2 sotto; il listello era alto cm. 8, la
curva cm. 11; in totale quindi cm. 19.
(!) 0. c, p. 275.

osservazioni dello Stevens, alle tombe a schiena più
recenti e a quasi tutte le tombe a camera ('). Si il-
lumina inoltre il rapporto fra la tomba circolare e
quelle a cassa di pietra, che le erano prossime all'al-
tezza del terreno vergine e talvolta anche in istrati
assai più superficiali (v. p. es. lo spaccato fig. 2 a
destra in alto), e risulta altresì spiegabile come anche
la tomba a cupola sia stata interamente nascosta sot-
terra, come fu scritto che era uso generale per tutte
le tombe a inumazione della necropoli cumana (2).

Oltre all'epoca di costruzione della tomba, due
altre almeno se ne hanno da riscontrare nell'uso della
medesima e nelle diverse tumulazioni che vi ebbero
luogo. La tomba servì evidentemente, per un tempo
piuttosto lungo, come sepolcro di famiglia. Quanto
alla gente che vi collocò i propri morti e che doveva
appartenere alla classe dominante del paese, non vi
è dubbio per me che fu osca. Ciò sembrami dimo-
strato all'evidenza dall'epoca di costruzione della tomba
e dall' iscrizione dipinta sul sarcofago di destra.

Al periodo intermedio fra la costruzione della
tomba e quella del sarcofago inscritto, appartiene la
formazione del brutto loculo o ricettacolo che ora si
vede in fondo della medesima (cfr. pianta fig. 1 a),
non che la intonacatura ed una nuova decorazione del
sepolcro (v. sopra p. 217). La costruzione del loculo,
come già rilevai, è assai rozza e rappresenta una vera
decadenza rispetto alla costruzione primitiva della
tomba. Ed è probabile che, difettando lo spazio, il
loculo venisse costruito per ricevere, piuttosto che il
cadavere di un inumato, le ossa dei cadaveri preesistenti
raccolte in massa : questi sarebbero stati collocati in
origine piuttosto che sulla banchina, invero troppo
stretta per contenerli, in appositi letti o sostegni posti
nel mezzo del sepolcro. L'uso dell'ossilegio, come è
noto, fu frequentissimo in tutta quanta l'antichità,
fino ai bassi tempi romani (3) e non ha bisogno di
altre parole per essere dichiarato. Oltre a ciò la mia
ipotesi è corroborata dal fatto che nessun altro uso
può certo attribuirsi al piccolissimo loculo che si vede
nella parte sinistra della tomba, costruito all' incirca
come il primo, ed assolutamente inadatto, per le

(1) 0. e, p. 276.

(2) Stevens, o. e, p. 275.

(s) Cfr. per tutti Orsi in Mon. Aut., I., p. 775.
 
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