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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 13.1903

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Pellegrini, Giuseppe: Tombe greche arcaiche: e tomba greco-sannitica a tholos della necropoli di Cuma
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https://doi.org/10.11588/diglit.9310#0149

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TOMBE GRECHE ARCAICHE ECC.

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scontro, non solo per lo studio di tutte le quistioni
concernenti lo sviluppo della necropoli cumana e
l'epoca di fondazione della città; ma anche per tutto
ciò che riguarda lo studio della civiltà diffusa in Italia,
e specialmente nell' Etruria e nel Lazio, al tempo
delle prime colonizzazioni greche d'Occidente.

Particolarmente istruttiva sotto questo rispetto è
la tomba a cremazione. Come il lettore avrà già no-
tato da sè, il contenuto di questa tomba non si di-
stingue quasi minimamente da quello che si è rinve-
nuto finora nelle più ricche tombe etnische del periodo
cosidetto d'arte orientalizzante. Alla tomba del Duce
di Vetulonia, a quella Regulini-Galassi di Cervetri, a
quella Bernardini di Palestrina —per citar solo le prin-
cipali e più caratteristiche del genere (') — dobbiamo
ora aggiungere la tomba di Cuma, come anello di una
stessa catena che, attraverso tutta l'Etruria ed il Lazio,
si lascia seguire fino al golfo di Napoli e, con i
fatti concomitanti, oltre di esso, fino alla Grecia ed
al continente asiatico. Una differenza notevole fra la
tomba cumana e quelle tipiche dell' Etruria e del Lazio
che io ho testé ricordato, sta in ciò, che la prima
si appalesa rispetto a quelle più semplice e mo-
desta. Ma non bisogna dimenticare che le tombe del-
l'Etruria appartengono a strapotenti ed assoluti dinasti,
mentre quella di Cuma dovrà tutt'al più considerarsi
come la tomba di un semplice capo di città greca
in epoca prossima alla fondazione di questa ; per cui il
diverso grado di lusso nelle tombe non è che la corri-
spondenza del diverso grado di potenza e di ricchezza
che dovette distinguere quei personaggi in vita, e
non può quindi maravigliare. Anzi si può dire che
di fronte alla vantata parsimonia di contenuto delle
tombe ordinarie greche (2), quella di Cuma appare come
infiltrata da un gusto che risente il contatto di genti
barbariche e rivela gli intimi legami che, come dimo-
streremo più sotto, uniscono i dimani all'Asia Minore.

Io non posso, naturalmente, occuparmi qui, nem-
meno di toIo, di tutte le quistioni a cui la scoperta
di queste tombe cumane dà luogo in relazione con
l'archeologia e la storia delle altre regioni d'Italia e

(') Per altre tombe etnische e laziali analoghe cf. Undset,
Ann. Ist., 1885, p. 26 sg. ; a cui se ne possono ora aggiungere
non poche altre, sopra tutto della necropoli di Vetulonia ecc.

(2) Cf. a questo proposito : Boehlau, Aus ion. u. ital. Nekrop.,
p. 22; Orsi, Notizie 1893, p. 452; 1895, p. 114, ecc.

Monumenti antichi — Vol. XIII.

specialmente dell' Etruria e del Lazio ; lavoro, che mi
propongo di riprendere a parte fra breve, se me ne
saranno concessi tempo e modo. Io mi limito qui sol-
tanto alla disamina dei fatti che illustrano la scoperta
stessa e servono a determinare con precisione la na-
tura, l'appartenenza ed i caratteri intrinseci ed estrin-
sici delle tre tombe.

Ed anzi tutto si presenta una domanda. La tomba
a cremazione è dessa senza dubbio, come noi siamo
venuti implicitamente ammettendo fin qui, una tomba
di Greci, o non piuttosto (come potrebbe sembrare e
sembrò di fatti a me stesso a tutta prima) una tomba
di altra gente o meglio di quegli Etruschi presso cui
si raccolsero, come vedemmo, in maggior copia, e
talvolta esclusivamente, gli oggetti più singolari e
caratteristici che formano il contenuto della tomba
cumana ?

A rispondere affermativamente a questa domanda
nel senso della grecità della tomba, servono non solo
le ragioni storiche, per cui la presenza degli Etruschi
in Campania o semplicemente una loro efficace influenza
sulla regione sarebbe addirittura un fatto nuovo ed
inammissibile all' epoca in cui le nostre tombe deb-
bono riportarsi ; ma altresì tutta una serie di osser-
vazioni e di fatti diretti e indiretti che verrò espo-
nendo via via.

Greche senza dubbio sono le due tombe a inuma-
zione, massimamente interessanti per noi in quanto
che, per le ceramiche che vi si trovano, ci forniscono
sicuri elementi per risolvere la quistione cronologica.
Il tipo di tali tombe, con la particolarità di seppellire
il morto dentro sarcofaghi di legno, dipinti talvolta
in rosso col minio, apparve, corri' è noto, frequentis-
simamente nelle necropoli della Grecia stessa (').

(') Sulla particolarità delle casse greche dipinte in rosso
cf. Von Duhn, Rara. Mittk, 1887, p. 256, n. 1. Qualche volta
a Cuma il sarcofago, invece che di legno, è di tufo e le pareti
sono egualmente dipinte in rosso. Il quale fatto si ebbe a riscon-
trare anche altrove, per es. a Tanagra (Haussouillier, Quomodo
sepulcra Tanagraei decoraverint ; Kekulu, Thonr. aus T. p. 10),
non che in tombe a cremazione di Capua {Ann. Ist., 1879, p. 151,
nota 1), ecc.

Sarcofaghi di legno per contenere il morto si ebbero in
Grecia al Dipylon {Arch. Anz., 1892, p. 20; Ath. Mitth., 1893,
p. 186) e in tutta l'Attica: al Pireo (Ath. Mitth., 1. e), lungo
la strada di Eleusi (Ross, Arch. Aufs. I, p. 82), ad Aixone (Ross,
o. e, p. 24), a Velanidesa (Aùxiov rio/. 1890, p. 23). Bellissimi
esemplari, riccamente intagliati, uscirono dalle necropoli della
Crimea (Aut. du Bosph. Cimm. tav. 81). Altri sarcofaghi ap-

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