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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 13.1903

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Morpurgo, Lucia: Nemus aricinum
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https://doi.org/10.11588/diglit.9310#0182

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NEMUS ARICINUM

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che le appartenga fin dall'origine, o che derivi dalla
sua identificazione con Artemide ('). Nel nemus, ove
il santuario della dea era posto vicino alle sponde del
lago, sembra naturale che da protettrice della caccia,
Diana divenisse anche protettrice della pesca. Diana
protettrice della pesca non presenterebbe nulla di nuovo:
a Creta Artemide JCxxvvva era venerata come pro-
tettrice della pesca (2), e alla Diana di Nemi è pur
dato una volta il nome di Diotynna (3): ma per la
grande libertà con cui i poeti latini usarono i nomi
delle divinità greche per designare le loro, non si può
ritenere questa una prova che Diana Aricina fosse con-
siderata come protettrice della pesca nel lago di Nemi.
Tra gli oggetti trovati, indurrebbero a crederlo solo i
tridenti, qualora si volessero interpretare come fiocine,
cosa non solo incerta, ma tutt'altro che probabile (4).

Diana è onorata nel nemus come Lucina. Tale
qualità è attribuita a Diana da tutta la letteratura
latina, e anche dalla letteratura appare la qualità di
xovooxQÓfpoq che ne deriva (5), e che per Diana Ari-
cina è ampiamente provata dagli ex-voto : la punta
di lancia della noutris Paperia, e le statuine votive
rappresentanti madri con bambini seduti sulle gi-
nocchia.

Porse dalla qualità di Lucina derivò anche quella
di sanatrice di qualsiasi malattia, che appare da voti
trovati nell'area sacra.

Diana è qui Nemorensis ; tale qualità non è propria
solo di Diana Aricina: questo epiteto le è dato in
iscrizioni provenienti da altri luoghi (6) : in boschi è
venerata sul colle Corno sull'Algido (7), ad Anagni,
e sul Tifata (8) ; gli antichi mostrano Diana in genere

(') Birt in Roschers mythologisches Lexicon, I, pp. 1006-
1007. Diana.

(2) Preller, Theogonie und G6tteri, p. 317.

(3) Ovid. Fasti, VI, 755-756: « Lucus eum nemorisque tui,
Dictynna, recessus Celat».

(*) V. sopra pp. 327-328.

(5J V. Pascal, Studia phylologica, Eomae, 1893, pp. 22-23.

(6) Non solo nell'iscrizione C. I. L. XIV, 2212, proveniente
secondo ogni probabilità da Poma o da Aricia, ma anche in
quella di Tivoli Orell. 1456, e in quella di Narona, G. 1. L. Ili,
1773.

(7) Circa l'identità del lucus Dianae sul colle Corno e di
quello sulla catena dell'Algido v. sopra p. 345 e Beloch, Fleck-
eisens Jahrbùcher, XXIX, p. 174, nota 5.

(?) Preller, Romische Mythologie3, I, p. 313-314; Birt in
Roschers mythologisches Lexicon, pp. 1003-1004 (Diana).

dea dei boschi ('). Certo, per la sua celebrità ed im-
portanza, questo fu chiamato anche per antonomasia
semplicemente Nemus, e Nemus si disse anche in-
vece di nominare il tempio (:-) e da esso la vicina
Aricia fu chiamata nemoratis dai poeti (3).

Fin qui, nulla che si discosti benché menomamente
dalle qualità e dalle attribuzioni che si riscontrano
sempre in Diana.

Ma c' è anche qualche cosa di caratteristico: in una
iscrizione trovata a Nemi (r), a Diana Nemorensis è
aggiunto il nome di Vesta.

Il Premier (5) in base a questo epiteto, aveva affer-
mato esistere un rapporto tra Vesta e Diana, e il
Birt (fi), a confortare questa affermazione, aveva ci-
tato un passo di Properzio ("), ove Cynthia racconta i
suoi sogni a Vesta, ove si aspetterebbe piuttosto la
menzione di Diana o di Iside. Qualche rapporto deve
evidentemente esistere, ma di che natura, per la scar-
sità di notizie che abbiamo del culto di Diana Nemo-
rense, è impossibile determinare con precisione e con
certezza, e mi sembrerebbe ardito dal solo fatto, che
in un'iscrizione Diana ha l'epiteto di Vesta, dedurre,
come fa il Prazer (8), che nel tempio di Diana nel
nemus, come in quelli di Vesta, fosse mantenuto un
fuoco perpetuo. Pure, anche dal pochissimo che ci è
noto, è possibile trovare qualche punto di contatto di
Diana Aricina con Vesta.

Se non si può affermare che un fuoco sacro fosse
mantenuto nel suo santuario, è necessario ammettere
che il fuoco avesse nel culto di Diana Aricina una parte
notevole.

Anche a prescindere dall' indizio che può dare la
face che Diana ha in mano in molte statuine votive,

(l) Serv. in Verg. Georg. Ili, 332 : « Nam... et omnis quercus
Jovi est consecrata et omnis lucus Dianae». Molti sono gli
accenni di autori a tale sua qualità: p. es. Catullo XXXIV,
9-12 : « Montium domina ut fores Silvarumque virentium, Sal-
tuumque reconditorum Amniumque sonantum». Hor. Carni. I,
21, 5 . .. «laetam fluviis et nemorum coma».

(z)Vitruvio,IV, 8, 4 "... NemoriDianae, columnisadiectis».

Appiano b. c. V, 24 .. . èx i(òv lEmòc sclWc'f ero----xat Xeuovg.

Strabone V, 3, 12 : .. . xò <T'AQTeuioioi>, o xaXovai Néfios.

(3) Ovid. Fast. VI, 59. Lacan. VI, 75. Martial. XIII, 19, 1.

(4) C. 7. L. XIV, 2213, v. sopra, p. 333, nota 1.

(5) Restia - Vesta, p. 239, nota.

(6) Roschers Lexicon, p. 1011 (Diana).
0) HI, 29, 27.

(8) The golden Bough », I, p. 5.
 
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