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NEMUS ARIC1NUM

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Secondo la tradizione giunta a noi, Virbio è la
stessa persona che Ippolito. Morto mentre cercava di
sfuggire al padre sul cocchio tirato da cavalli, Ippo-
lito è richiamato in vita da Asclepio, e da Diana è
nascosto nel suo bosco sacro presso Aricia, ove egli
conduce la sua vita immortale (!), ignoto a tutti. Per
renderlo irriconoscibile, Diana cambia il nome di Ip-
polito, funesto poiché ricordava i cavalli che sbal-
zandolo dal cocchio erano stati causa della sua morte,
in quello di Virbio, e invece che giovane lo fa ap-
parire vecchio. Da allora i cavalli non possono più
entrare nel bosco sacro (2).

Da questa si discosta alquanto la versione seguita
da Pausania : Ippolito, andato in Italia, avrebbe isti-
tuito presso Aricia il culto di Artemide (3).

(') Verg. Aen. VII. v. 776-777: «... aevum Exigeret...»
e Servio: « Aevum est aetas perpetua, cuius neque initium neque
extremum noscitur, sed hic modo ' aevum ' aetatem Hippolyti
posuit. Veteres aevum etiam deorum vitam dicebant: nam et
Virbius inter deos colitur ».

(2) Verg. Aen. VII, 765 e seg.: « Namque ferunt fama Hip-
polytum postquam arte novercae, Occiderit, patriasque explerit
sanguine poenas, Turbatis distractum equis, ad sidera rursns
Aetheria, et superas coeli venisse sub auras, Paeoniis revocatum

herbis et amore Dianae......At Trivia Hippolytum secretis

alma recondit Sedibus, et nymphae Egeriae nemorique relegat,
Solus ubi in silvis italis ignobilis aevum Exigeret versoque ubi
nomine Virbius esset. Unde etiam tempio Triviae lucisque
sacratis, Cornipedes arcentur equi, quod litore currum, Et
iuvenem monstri» pavidi effudere marinis ». — Serv. ad V.
Aen. VII, 761: «... Sed Diana Hippolytum, revocatum ab in-
feris, in Aricia nympliae commendavit Egeriae, et eum Vir-
bium, quasi bis virum, iussit vocari ». — Ovid. Fast. Ili, 265
e seg. : « Hic latet Hippolytus, furiis dircptus equorum. Unde
nemus nullis illud aditur equis »; VI, 743 seg: « exciderat curru,
lorisque morantibus artus, Hippolytus lacero corpore raptus
erat.. . Coronides . .. ter tetigit, ter verba salubria dixit. Depo-
sitimi terra sustulit ille caput. Lucus eum nemorisque tui,
Dictynna, recessus, Celat: Aricino Virbius ille lacu ». — Metam.
XV, 537 seg. : «... mihi... densas obiecit Cynthia nubes ;
Utque forem tutus, possemque impune videri, Addidit aetatem,
nec cognoscenda reliquit Ora mihi : Cretenque diu dubitavit
habendam, Traderet, an Delon. Delo Cretaque relictis, Hic po-
suit, nomenque simul, quod possit equorum Admonuisse, iubet
deponere ; ' qui ' que ' fuisti Hippolytus ', dixit ' mine idem
Virbius esto. Hoc nemus inde colo, de disque minoribus unus,
Ninnine sut dominae lateo atque accenseor illi ». Schol. di Pers.
Sat. VI, 56: « Nemus Dianae, ubi Virbius colitur, id est Hip-
polytus, quod bis in vitam prolatus sit.. . Dolens Diana spe-
ciosum venatorem amisisse Aesculapium auctorem medicinae
petiit, ut sua arte ad vitam revocaret. Quo facto Aesculapius
eum vivum Dianae restituit, et acceptum in luco suo otiose ut
viveret, consecravit, et Virbium vocavit merito, quod bis in vi-
tam prolatus esset ». — Sono concordi anche Hygin. fab. COLI;
Lactant. Plac. XV, 45.

(3) II, 27, 4; v. sopra p. 351, nota 5.

Che la identificazione di Virbio con Ippolito sia av-
venuta in un tempo tardo, sotto l'influsso della mitolo-
gia greca, è manifesto, ed è anche chiara la ragione
per cui questa identificazione ebbe luogo: dal nemus
Aricinum si tenevano lontani i cavalli ('), e doveva
piacere questa spiegazione, che i cavalli fossero allon-
tanati perchè erano stati causa della morte dell' eroe
che nel bosco era venerato, dopo essere stato richia-
mato in vita. Probabilmente, oltre questa relazione
coi cavalli, Virbio ed Ippolito avranno avuto qualche
altro punto di contatto.

Di Virbio, sappiamo ben poco: non abbiamo al-
cuna immagine che certamente lo rappresenti : quelle
che da alcuni furono credute sue immagini (2), da
altri sono interpretate diversamente : non possiamo
neanche essere certi che egli nel nemus fosse oggetto
di un culto speciale, con suoi propri sacerdoti (3).
Egli è qui venerato vicino a Diana, e questo può
essere un punto di contatto con Ippolito, che aveva
rapporto con Artemide. (4).

Nella tradizione si trova un altro Virbio : Virgilio
ce lo presenta come un eroe italico, figlio d'Ippolito e

(') Il Frazer The golden bough2, II, p. 314, cita un
esempio che presenta qualche analogia con l'uso di tener lon-
tani i cavalli dal bosco d'Aricia. Sull'acropoli d'Atene una
volta all' anno si offriva in sacrificio ad Atena una capra (Varrò,
Rerum rusticarum, I, 2, 19 e seg.): nel resto dell'anno le
capre erano tenute lontane. La capra rappresenta Atena stessa,
sotto una forma diversa. Spiriti della vegetazione sono spesso
rappresentati sotto la sembianza di cavalli, e il silenzio degli
scrittori non è un argomento sufficiente per far ritenere che
nel bosco di Aricia non fosse offerto annualmente un cavallo
in sacrificio. Secondo il Frazer il cavallo sarebbe Virbio stesso,
sotto un aspetto diverso.

(2) Uhden, Abhandlungen der Berliner Akademie, 1819,
pp. 189 seg., ritenne che fosse rappresentato in alcune statue
di marmo di cui una fu trovata presso Aricia; il Buttmann,
Abhandl. p. 209, poiché da Ovidio Virbio è detto in età
matura, e quelle statue rappresentano un giovane, ritiene
che in esse Virbio sia rappresentato nella sua prima vita: ma
secondo tali spiegazioni, quelle immagini non hanno, per Virbio,
alcun valore: Virbio nella prima vita non è Virbio, ma Ippo-
lito. L'Helbig (Bull, dell" Inst. 1885, p. 229, nota 1) esclude
che Virbio sia rappresentato in esse, e più tardi il Rossbach
(Das Dianaheiligtum in Nemi. Verhandlungen ecc. 1889,
p. 162) esclude anche che sia rappresentato in alcune statuine
trovate a Nemi negli scavi presso il lago, come aveva ritenuto
l'Helbig.

(3) Il flamen Virbialis menzionato in una sola iscrizione
autentica, quella di Napoli C. I. L. X, 1493, non prova nulla
per il Virbio d'Aricia.

(4) Euripide, Hipp. 1093; V. Preller-Bobert, Theogonie
und Gòtter4, p. 321.
 
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