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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 13.1903

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Morpurgo, Lucia: Nemus aricinum
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https://doi.org/10.11588/diglit.9310#0189

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361

NEMUS ARICINUM

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Così in Virbio si troverebbe unita la natura di
divinità solare con quella di divinità della vegeta-
zione.

Il caso non è nuovo nella religione italica : ancbe
Giano ba una duplice natura, di divinità solare e di
divinità delle sorgenti (').

VII.

11 " rex Nemorensis „.

Lo strano rito che vigeva circa la successione del
rex Nemorensis e che a noi fa apparire quasi leggen-
dario questo strano personaggio (2) si continuò a osser-
vare fino in tempi assai tardi. Secondo il racconto di
Svetonio, era in pieno fiore ai tempi di Caligola (3),
e Pausania attesta che era in uso ancora al suo tempo,
cioè nel II secolo dopo Cristo (4).

Servio, il commentatore di Virgilio, ci dà notizia
di un particolare : per poter combattere col rex Ne-
morensis, era necessario strappare un ramoscello da
un determinato albero del bosco, che a nessun altro
era lecito toccare (5).

Pino a pochi anni fa, nessuno aveva cercato di
dare una spiegazione del rex Nemorensis : nessuno lo
aveva fatto oggetto di uno studio speciale, e quanti
ne avevano trattato in opere di argomento più vasto,
dal vecchio Cluverius fino al Preller e al Birt, avevano
accennato più o meno brevemente al rex Nemorensis,
allo strano rito che si osservava per la successione,
riferendo tutt'al più o parafrasando i passi degli an-
tichi. Solo l'Hartung, parlando di Virbio aveva timi-
damente accennato, che la immortalità che gli attri-
buiscono gli antichi, consistesse nella continuità inin-

alcuni casi anche Apollo (Furtwangler in Roschers mytholo-
gisches Lexicon, I, p. 454), e lo stesso Ippolito nell'arte più
antica (Sauer in Roschers Lexicon, I, p. 2684).

(') Preller, Romische 3/ylhologic3, I, pp. 107 e seg., 170

e seg.

(2) Vedi i passi riportati sopra pag. 352 nuta 3.

(3) Svet. Cai. 35.

(4) l'aus. II, 27, 4. Vedi sopra p. 351 nota 5.

(5) Serv. ad Verg. Aen. VI, 136 «... fuit arbor quaedam, de
qua infringi ramum non licebat. Dabatur autem fugitivis po-
testas, ut si quis exinde ramum potuisset auferre, monomacliia
cum fugitivo templi sacerdote dimicaret, nam fugitivus illic
erat sacerdos, ad priscae imaginem fugae . .

Monumenti antichi — Vol. XIII.

terrotta della dignità sacerdotale di cui egli era stato
il primo famoso rappresentante (').

Recentemente uno studioso, il Frazer, si è proposto
di dare una spiegazione del rex Nemorensis: e in questo
argomento s'impernia tutta la sua vasta opera : The
golden bough, a study in magic and religion (2).

Egli studia il rex Nemorensis indipendentemente
da Diana, senza tener conto della relazione che
esso aveva con la dea secondo la tradizione.

Queste, in poche parole, le conclusioni a cui giunge
il Frazer.

A Roma era in tempi pienamente storici un rex
sacrificulus, ad Atene un re arconte, successori di
re che avevano rivestito ad un tempo la somma di-
gnità civile e religiosa, ed a cui un rivolgimento aveva
tolto il potere civile, lasciando solo il sacerdotale per-
chè compiessero certi atti che solo un re poteva com-
piere. Il Frazer si pone questo quesito : il rex Nemo-
rensis può avere la stessa origine? (3)

Egli crede di dover rispondere negativamente per
due ragioni : in primo luogo perchè, se i predecessori
del rex Nemorensis fossero stati dei re nel senso or-
dinario della parola, avrebbero dovuto risiedere in
città, ossia, in questo caso, ad Aricia, e non nel bosco,
ove stava certamente il rex Nemorensis: secondaria-
mente perchè il suo nome allude ad un potere non
sugli uomini, ma sulla natura, e più propriamente
sul bosco.

Secondo il Frazer, i predecessori del rex Nemo-
rensis dell'epoca della repubblica e dell'impero, non
sono stati mai dei re nel senso comune della parola:
essi sono re della natura, e di uno speciale aspetto
di essa, cioè del bosco. Il rex Nemorensis è un' in-
carnazione dello spirito della foresta : e come tale po-
teva avere anche dei poteri soprannaturali (4).

(') Die Religion der Rómer, II, p. 216. « Virbius war ge-
storben, und doch sogleich dem Leben wiedergegeben worden:
jener Hainkonig starb gleichfalls, aber der letzte Hauch seines
verscheidenden Lebens war der erste des neuen Priesterkonigs ».

(*) Alla prima edizione in due volumi, di circa 400 pagine
ciascuno, del 1890, ha fatto seguito una seconda in tre volumi
nel 1900 (London, Macmillian and Co) in cui le idee fondamen-
tali, che si riferiscono al rex Nemorensis, sono conservate intatte,
benché siano di molto accresciute le notizie che si riferiscono
alle credenze di selvaggi moderni.

(3) The golden bongh2, I, pp. 161-162.

(4) The golden bonghi I, p. 232.

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